Francesco Devigili scommette sul Teroldego
A parlare con Francesco Devigili si scoprono tante cose. Ad esempio che nel secolo scorso, quando i suoi antenati iniziarono a commercializzare vino con l’Impero austriaco, le iniziali del suo cognome furono separate dal resto per rievocare un titolo nobiliare. Una divisione che è poi sempre rimasta nella ragione sociale della Cantina.
«La mia famiglia possiede terreni vitati nella Piana Rotaliana da molte generazioni. Nel 1939 l’azienda è passata nelle mani della famiglia Foradori e noi abbiamo continuato a conferire uve alle cooperative. Nel 2015, dopo 70 anni, ho deciso di ridare vita al marchio De Vigili. Con un pizzico di follia ho messo da parte la laurea in Giurisprudenza e mi sono fatto prestare i libri dagli amici iscritti a Enologia per studiare da autodidatta».
Teroldego Evolution, 11 produttori per un vitigno
Il Teroldego Rotaliano è stata la prima Doc del Trentino, nel 1971. «Si tratta di un’area piccola, con una sua specificità legata a condizioni pedologiche e climatiche uniche, che regalano vini dotati di mineralità ed eleganza non comuni. Io ho impostato i miei 5 ettari secondo la logica francese delle parcelle e dei cru, per valorizzare le diverse espressioni dei terroir». Classe 1992, a 27 anni Francesco Devigili è già membro del cda del Consorzio Vignaioli del Trentino, la Fivi regionale. È anche presidente dell’Associazione Teroldego Evolution, che riunisce 11 giovani produttori rigorosamente “made in Piana” che si sono dati un disciplinare più rigido per valorizzare questo storico vitigno autoctono.
Tag: enogioventu, Francesco Devigili, TrentinoL’articolo prosegue su Civiltà del bere 1/2019. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com
© Riproduzione riservata - 26/02/2019