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Apre FICO, la Disneyland del cibo by Oscar Farinetti

Apre FICO, la Disneyland del cibo by Oscar Farinetti

Oggi, 15 novembre, ore 16.30, apre FICO Eataly World. L’acronimo sta per Fabbrica Italiana Contadina, ma l’ultimo maxi progetto di Oscar Farinetti è già diventato per molti la “Disneyland del cibo”. Una definizione forse più calzante per questi 10 ettari di parco tematico (2 ettari di campi e stalle più 8 coperti) dedicato alla filiera agroalimentare. Il più grande del genere al mondo. FICO Eataly World sorge nella periferia bolognese, al posto del Centro agroalimentare di Bologna (Caab) rinnovato dall’architetto Thomas Bartoli (e a un chilometro di distanza da un inceneritore, sottolinea malignamente qualcuno).

Che cos’è FICO Eataly World?

Ecco qualche cifra. Il parco di FICO Eataly World comprende 40 “fabbriche contadine” per la produzione del cibo: dalla pasta alle carni, dalle mozzarelle ai dolci, fino al caffè e la birra. Ben 45 punti ristoro, che spaziano dallo street food al contributo di chef stellati come Enrico Bartolini. Un mercato di oltre 9.000 metri quadri. Oltre 100 botteghe artigiane, 200 animali, 2.000 cultivar nei campi dimostrativi (tra cui una tartufaia), 6 aule didattiche, 6 giostre tematiche, un ricco programma di corsi ed eventi. Un auditorium, un teatro e un cinema gestito dalla Cineteca di Bologna. E un percorso ciclabile, data la vastità dell’area.

Previsti 6 milioni di visitatori

Non ci sono finanziamenti pubblici in FICO, sebbene il comune di Bologna abbia messo a disposizione la struttura. Secondo il sindaco Virginio Merola, “FICO diventerà un secondo centro della città, in grado di valorizzare un grande spazio pubblico e far fare un salto di qualità alla promozione e all’attrattività turistica di Bologna”. L’ingresso è gratuito (e anche il parcheggio, per le prime ore). E secondo le previsioni, Eataly World dovrebbe attirare 4 milioni di visitatori il primo anno, addirittura 6 milioni “a regime”. Per la ristrutturazione sono stati raccolti 75 milioni di euro di fondi privati (fra sistema cooperativo, imprenditori locali e casse previdenziali professionali).

Eataly e Coop nel progetto imprenditoriale

FICO è una società partecipata da Eataly, Coop Alleanza 3.0 e Coop Reno. Al progetto contribuiscono anche 150 imprenditori (dai piccoli artigiani ai consorzi), i ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, l’associazione dei Borghi più belli d’Italia, l’Ente nazionale italiano per il turismo (Enit), Slow food, le Università di Bologna e di Napoli, la Suor Orsola Benincasa. Fra i progetti paralleli, ad esempio, è stato recentemente annunciato il festival Vino FICO in collaborazione con il Merano Wine Festival, che coinvolgerà 30 giovani produttori italiani (nati dopo il 1980).

FICO si auto-descrive così

FICO Eataly World si presenta sul portale ufficiale come “un luogo di produzione di valori, prima che di prodotti. (Fabbrica) Italiana, dal seme all’espressione compiuta. E contadina, intesa come pratica, pienamente connessa alla terra. Una palestra di educazione sensoriale al cibo e alla biodiversità, dove le meraviglie dell’agroalimentare e dell’enogastronomia italiana sono presentate e narrate dalla nascita nella terra madre fino all’arrivo nel piatto e nel bicchiere”.

Una Fabbrica Italiana (poco) Contadina

Ma al di là della retorica, a cui già Eataly ci ha abituato, di contadino a FICO c’è meno del previsto. Meno di una qualsiasi fattoria didattica, per intenderci. Gli animali, leggiamo sul Fatto Quotidiano, “sono da esposizione. Ce ne saranno una trentina. Uno per specie. Le mucche vivranno sempre lì, i maiali una volta grandi verranno sostituiti come per magia da quelli più piccoli e presentabili”. Così come in diverse “Fabbriche Contadine” la retorica artigiana non trova corrispondenza: “C’è davvero molto poco di ‘contadino’, nel senso più retorico del termine, in un grande pastificio come quello di Di Martino, in una significativa centrale del latte come quella di Granarolo o nel laboratorio di pasticceria iper robotizzato come quello di Balocco”, sottolinea il Gambero Rosso.

 

La filiera e la formazione

FICO è un encomiabile progetto imprenditoriale, innovativo e realizzato in tempi relativamente brevi (4 anni). Un meraviglioso centro commerciale, che ridefinisce il concetto di retail dando ampio spazio alla componente esperienziale del cliente. La filiera si vede e si tocca con mano, eccezion fatta per i passaggi più crudi (come i macelli), dal campo (dimostrativo) al piatto. Passano in secondo piano, inevitabilmente, gli obiettivi formativi: a essere valorizzate sono innanzitutto le aziende presenti. Il consumatore vede le mucche, scopre come si produce la mozzarella, può comprarla e pure mangiarla. Ma il visitatore meno consapevole rischia di uscire da FICO con la sensazione che la migliore mozzarella al mondo sia prodotta da Granarolo (la cui qualità non è in discussione, ma non rappresenta un’eccellenza assoluta).

Per informazioni, visite e orari: www.eatalyworld.it

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© Riproduzione riservata - 15/11/2017

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