Festosa Galzèga. Allegrini brinda con La Grola e La Poja
Duplice ricorrenza per questo autunno in Casa Allegrini. Sabato 17 novembre l’azienda di Fumane (Verona) ha celebrato la fine della vendemmia e il trentesimo compleanno de La Grola, una delle etichette più rappresentative della Valpolicella a base di Corvina e Syrah, rivisitando una festa della tradizione: la Galzèga. Gli spazi rinascimentali di Villa della Torre, splendida dimora cinquecentesca acquisita dalla famiglia Allegrini nel 2008, hanno accolto gli ospiti per tutta la giornata, fra visite in vigna e cantina, performance live (La leggenda di Lessinia, fiaba musicale di Alessandro Anderloni, e il concerto dei Sisoni) e un convivio curato personalmente da Marilisa Allegrini.
ELEGANZA E FINEZZA. LEIT MOTIV DELLA VALPOLICELLA – È usanza locale festeggiare la conclusione di un lavoro – come la costruzione di una casa, o il raccolto nei campi – con un lauto pranzo, spesso accompagnato da musica, danze e brindisi, in una sorta di rito gioioso e benaugurante chiamato Galzèga. Rinsaldando lo storico rapporto che unisce l’azienda e il territorio, questa festa di fine vendemmia celebra la produzione Allegrini più vicina ai caratteri enologici locali. «La matrice vinicola della Valpolicella risiede nell’eleganza, nella finezza, nelle note speziate. È inutile cercare di riprodurre qui, a tutti i costi, i grandi Cabernet» ci spiega Franco Allegrini, accompagnando la visita ai vigneti con la nipote Silvia. Il legame della Casa con la tradizione vitivinicola veronese è sancito da una coppia di storiche etichette: La Poja, cru di Corvina Veronese, e La Grola che quest’anno giunge alla trentesima annata.
IN VIGNA QUASI SEMPRE AUTOCTONI – La nostra visita parte proprio dai luoghi di produzione di questi due vini. Gli omonimi vigneti condividono un poggio, coronato in sommità da una fila di cipressi. Sui terrazzamenti lungo il pendio si estende la Grola (“corvo” in dialetto locale), che una leggenda identifica come luogo di nascita dell’uva Corvina, qui allevata insieme a Corvinone, Rondinella, Molinara e Syrah. In cima, a 310 metri di altitudine, si trova il cru La Poja: 2 ettari di terreno calcareo, non irrigato, condotti a sola Corvina dal 1978, in condizioni che consentono di estremizzare gli indici di maturazione delle uve. Anche nei nuovi impianti di Villa Caverana, realizzati fra il 2007 e il 2011 con il restauro di antichi terrazzamenti, si allevano varietà locali (Corvina e Corvinone) a una buona altitudine (qui addirittura 500 metri slm). Eliminato l’uso di diserbanti, sono in corso sperimentazioni per evitare gli interventi antipatogeni, rame compreso.
TASTING: LA GROLA E LA POJA – Di ritorno a Villa della Torre, alla stampa invitata per l’occasione tocca la fortuna di una degustazione inusuale. Trascurando per un giorno il top di gamma, Allegrini dedica due mini-verticali alla coppia di bottiglie che esprimono forse al meglio la finezza e l’eleganza della Valpolicella: La Grola (2001 in evoluzione, 1998 con leggera riduzione, 1997 molto equilibrato) e La Poja (2001 fresco e vitale, 2000 maturo, 1997 più opulento). La sfida nella realizzazione di queste etichette – tutte decisamente armoniche – risiede nella scelta di non ricorrere a tecniche che arricchiscono il vino (appassimenti, osmosi, microfiltrazioni, concentrazioni). Ospite a sopresa, il Recioto della Valpolicella Giovanni Allegrini, annata 2000: note fruttate e sentori terziari lasciano spazio in bocca al dolce, con finale ammandorlato. Le ultime annate de La Grola (2009) e La Poja (2007) tornano in calice a pranzo, ad accompagnare i piatti a base di tartufo bianco di Marilisa Allegrini.
Tag: Allegrini, Corvina, Franco Allegrini, galzèga, La Grola, La Poja, Marilisa Allegrini, Silvia Allegrini, Syrah, Villa della Torre© Riproduzione riservata - 20/11/2012