Food Food Fabio Bottonelli

Dove cenare a Modena. Le nuove mete gastronomiche

Dove cenare a Modena. Le nuove mete gastronomiche

Quali sono le ultime novità della ristorazione (aperture, spostamenti, cambi al vertice…) nelle 20 città più popolose d’Italia? Ecco cosa vale davvero la pena provare se vi trovate a Parma.

Abbiamo individuato alcuni locali dove suggeriamo di mangiare nel 2019. Perché sono nuovi o aperti da un paio d’anni, profondamente rinnovati nell’ambiente, nella cucina o nella gestione, guidati da giovani o che hanno vissuto da poco cambi generazionali che li hanno rivoluzionati. Insomma buone tavole (non necessariamente solo “creative”, ma anche ottime trattorie o locali etnici) consigliate a chi è in cerca di novità e vuole anche bere bene.

Hostaria 8B

Maurizio Mura, Stefano Brandoli e Soraya Fini

Nuovissimo locale (inizio 2019), di un certo impatto estetico, quasi glamour, che nasce sulle ceneri di un precedente ristorante. In cucina lo chef Stefano Brandoli, proveniente da un’insegna della stessa compagine societaria formata da Maurizio Mura e Soraya Fini, va sul sicuro preparando piatti che sembrano presi pari pari da una trattoria tradizionale di campagna. Ma qui il taglio dell’ambiente è un mix di urban e rustico shabby chic. Ecco che nasce quasi un contrasto intrigante: scorpacciate di gnocco fritto, calzagatti, polenta fritta, poi tortellini e tortelloni, tagliatelle, lasagne. Faraona arrosto, coniglio alla cacciatora, guanciale, trippa sono secondi della nonna che pochi osano proporre in città. E fra i dolci il mitico salame di cioccolato. La marcia in più, però, è data dalla qualità dei prodotti di partenza oltre che da tecniche moderne in cucina.

via Sadoledo 3 – 339.71.95.077
www.gruppo8.com/hostaria8b

Latteria #21


Tradizione rivisitata con misura. Questa la parola d’ordine del giovane chef autodidatta Francesco Rompianesi della Latteria #21, che vanta già un notevole curriculum: ha lavorato accanto a Luca Marchini (Erba del re) e allo Stallo del pomodoro a Modena e da Yoji Tokuyoshi a Milano. La cucina è moderna, italiana-mediterranea con la tipicità “alleggerita”, che viene fuori ad esempio nei passatelli, qui quasi sempre proposti con varie combinazioni di condimenti, come crema di parmigiano con tartufo. I sapori sono nitidi e autentici, anche con materie prime diverse (faraone e anatre, allevate allo stato brado). Da provare risotto allo zafferano con ragù di germano e petto d’anatra ai frutti di bosco. Un forte elemento di innovazione è l’attitudine camaleontica del locale: la polivalenza e l’ecletticità, anche negli arredi, ne fanno la cifra stilistica. La scelta di vini è limitata ma curata, e si punta forte sulle birre artigianali.

via Sant’Eufemia 56 – 059.21.06.41
www.latteria21.it

Spaccio delle carceri

Proposta originale per un’ambientazione altrettanto particolare, fra ironia e allestimenti bizzarri che cambiano periodicamente. Potrebbe essere a Londra e invece è in un antico palazzo del centro storico, nientemeno che l’ex carcere. Della rivisitazione è artefice Matteo De Pietri, imprenditore del fuori casa, che ne ha fatto un cocktail bar di tendenza che approccia culturalmente la proposta gourmet avvicinandola alla mixology. La cucina supporta i cocktail serviti con finger food originali (caesar da passeggio, con lattuga romana, noci caramellate, salsa caesar, pecorino romano). I piatti sono hamburger di chianina o mora romagnola, oppure costine short ribs, ma soprattutto piatti del giorno e alla carta molto scenografici. Matteo ha una piccola azienda agricola nella vicina Campogalliano, dove produce Il Serraglio, un Lambrusco di Sorbara in purezza: ovviamente anche lui in carta.

via Bonacorsa 15 – 059.23.63.67
Facebook: Spaccio delle carceri

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© Riproduzione riservata - 11/07/2019

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