Food Food Aldo Fiordelli

Dove cenare a Firenze (e a Prato). Le nuove mete gastronomiche

Dove cenare a Firenze (e a Prato). Le nuove mete gastronomiche

Quali sono le ultime novità della ristorazione (aperture, spostamenti, cambi al vertice…) nelle 20 città più popolose d’Italia? Ecco cosa vale davvero la pena provare se vi trovate a Firenze e Prato.

Abbiamo individuato alcuni locali dove suggeriamo di mangiare nel 2019. Perché sono nuovi o aperti da un paio d’anni, profondamente rinnovati nell’ambiente, nella cucina o nella gestione, guidati da giovani o che hanno vissuto da poco cambi generazionali che li hanno rivoluzionati. Insomma buone tavole (non necessariamente solo “creative”, ma anche ottime trattorie o locali etnici) consigliate a chi è in cerca di novità e vuole anche bere bene.

La Buona Novella – Grand Hotel Minerva

Il Grand Hotel Minerva di Firenze è di proprietà di una famiglia che ha già investito con successo nella ristorazione dei propri hotel con risultati importanti. La struttura in Piazza Santa Maria Novella ha una posizione incredibile, accanto alla Basilica, sopra il chiostro omonimo, a due passi dalla celebre Officina Profumo Farmaceutica. A Firenze può sembrare la normalità, ma non lo è la piscina sul tetto, teatro di aperitivi estivi. A piano terra invece una recentissima ristrutturazione ha dato il la a un bistrot, in stile modernariato, chic e dalla cucina innovativa. Ai fornelli c’è un giovane che arriva dal Principe di Viareggio, due stelle Michelin. Si chiama Tommaso Calonaci, è autoctono e ha una capacità privilegiata di rileggere la cucina cittadina. Il piatto più incredibile dello scorso inverno era lo spaghetto di cipolla, super tecnico, elegante e senza strascichi. La carta dei vini da commerciale è diventata più ricercata.

piazza Santa Maria Novella 16 – 055.27.230
www.grandhotelminerva.com/it
/ristorante-firenze_la-buona-novella-bistrot-italiano.html

La Ménagère

Nel pieno centro storico fiorentino non è facile trovare locali nuovi, alla moda e capaci di coniugare presenze straniere e residenti senza scadere nel turistico andante. Il cambio di passo alla Ménagère lo ha dato una vecchia conoscenza della cucina italiana arrivata l’anno scorso. Si chiama Fabio Barbaglini, nel 2004 miglior chef emergente per la Guida de L’Espresso. Da allora si è installato in questo eclettico locale dallo stile post-industriale per sfrondare tutto il superfluo delle cucine precedenti con uno stile italiano, elegante e complesso. A Firenze raramente si erano mangiati risotti così precisi come quello con funghi, erbette e lumachine di mare o tortelli di Seirass nel fieno con carota, zucca e aceto. Oppure, di secondo, un’ombrina con miso, tè e cipollotti. Ora Barbaglini sta curando anche la cucina di Fooo. Da bere, Champagne e tanta Toscana, non priva di qualche scelta personale e non solo di grandi brand.

via Dè Ginori 8/r – 055.07.50.600
www.lamenagere.it

Osteria dell’Enoteca

Si chiama così per diretta emanazione di Pitti Gola e Cantina, un’enoteca di super successo dove per tradizione si è servito solo vini da vitigni autoctoni nobili e in particolare Sangiovese e Nebbiolo. Anche al bicchiere, anche in vecchie annate. Merito di quattro giovanissimi soci, appassionati di vino e non privi di gusto per le bottiglie più autentiche e di personalità. Non solo ma perlopiù piccole aziende, con vini longevi ed emozionanti. Un luogo cult per appassionati e collezionisti di vino che però non trovavano quasi mai posto ai pochi tavoli del locale. Così dalle ceneri di un ristorante tanto creativo quanto velleitario è nata un’osteria di grande spessore. Una delle migliori per mangiare la fiorentina con buoni vini, ma anche delle ottime paste fatte in casa e altri piatti tipici come la trippa. I vini già menzionati si scelgono direttamente in cantina e ci si può far consigliare con fiducia.

via Romana 70/r – 055.22.86.018
www.osteriadellenoteca.com

Osteria di San Piero

Luca Pecorini è uno dei migliori palati della Toscana. Veronelliano per formazione, indole e cuore, è l’inventore della Vka, la vodka biologica del Mugello, e prima ancora ispiratore di deliziosi ristoranti e trattorie. L’ultimo, con i figli, è l’Osteria di San Piero. Una classica trattoria toscana, quasi una buca come quelle fiorentine, dall’atmosfera di casa, ma dalla cucina e cantina di grande profondità. Lorenzo, uno dei ragazzi, è esperto di ostriche, per abbinare la vodka. Poi in menu ci sono cicchetti come una volta: l’uovo sodo e le acciughe, le patate… Ma anche piatti come i fegatelli nella rete o la blanquette di coniglio, le lumache e altre specialità stagionali come nelle vere cucine del mercato. Il menu infatti è perlopiù scritto alla lavagna e da qui si sceglie. Un’esperienza che si compie con grandi vini, di preferenza naturali e da denominazioni meno alla moda come uno straordinario Cahors assaggiato all’ultima visita.

piazzetta Guglielmo Luigi de Cambray Digny 6 – San Piero a Sieve
055.84.87.109 www.osteriadisanpiero.eatbu.com

Moi Ristorante Omakase e Sake

Il Moi da quest’anno si è spostato e ha cambiato formula. Il ristorante giapponese ruota attorno a un grande bancone in legno chiaro, classico del genere. Dietro c’è Francesco Preite, un giovane appassionato di cultura orientale che prima ha aperto un classico sushi bar, poi si è elevato per portare a Prato (ma il ristorante vale anche per Firenze) una schietta cucina ricercata giapponese. Una scommessa da sostenere con tutta la sfrontatezza possibile, a costo di limitare i coperti al minimo. Un ristorante in cui si deve creare un rapporto diretto tra itamae (chef) e cliente. Pezzo dopo pezzo di sushi. La cena è in formula “Omakase” (“mi fido di te”). Non c’è un menu alla carta, ma una degustazione di nigiri diversi in base al mercato. Da bere c’è una bella selezione di vini biologici e convenzionali e si spazia dall’Alto Adige in giù.

viale Piave 10/12/14 – 0574.06.55.95
www.moiprato.it

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© Riproduzione riservata - 18/07/2019

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