Il Marawi bianco torna in Israele dopo 2 mila anni
Negli ultimi 15 anni lo Stato di Israele ha saputo ritagliarsi un posto al sole tra i Paesi produttori. Oggi la superficie vitata supera gli 8 mila ettari e sono circa 350 le Cantine in attività. Le varietà di riferimento sono perlopiù internazionali: Cabernet, Merlot, Carignano giocano la partita dei rossi, mentre Moscato, Sauvignon blanc e Chardonnay sono i più diffusi tra i bianchi. Ma non mancano Riesling, Gewürztraminer, Pinotage, Tempranillo e persino Sangiovese e Nebbiolo.
La nascita dell’archeologia vitivinicola
Israele è ancora molto concentrata sui cosiddetti “cittadini del mondo”, più versatili e prolici. Tuttavia le cose stanno progressivamente cambiando e, sottotraccia, nascono alcuni interessanti interventi di riscoperta delle antichissime uve locali. Nella cultura tradizionale ebraica, infatti, la viticoltura ha occupato per millenni un posto centrale. Non a caso il profeta Noè – definito nella Bibbia “coltivatore della terra” – una volta sceso dalla nave del Diluvio universale, per prima cosa piantò una vigna. Quando nel XIII secolo d.C. i Mamelucchi conquistarono la zona, vietarono la produzione di vino perché contrario alla religione islamica. La quasi totalità degli impianti venne distrutta e così il loro patrimonio genetico.
Il sopravvissuto Marawi bianco
Dalla devastazione si salvò solo qualche cultivar, sopravvissuta forse anche perché particolarmente succulenta, e dunque consumata come uva da tavola. È il caso di Marawi bianco, una varietà di oltre 2 mila anni, presente in qualche raro vigneto rinvenuto nei territori palestinesi e nella zona di Betlemme. La Ariel University, e in particolare il gruppo di ricerca del dottor Elyashiv Drori, insieme alla Recanati Winery (Alta Galilea), diretta dall’enologo Ido Lewinsohn, hanno dato vita a un ambizioso progetto di archeologia vitivinicola.
Questo articolo è pubblicato sul numero 02/2016 di Civiltà del bere. Per leggerlo integralmente acquista la tua copia (anche in formato digitale) sul nostro e-store oppure scrivi a store@civiltadelbere.com per conoscere altre modalità d’acquisto
In foto: il sito archeologico dell’antica Beit She’an, in Israele
Tag: archeologia vitivinicola, Marawi bianco, vino del re Davide, vitigni palestinesi© Riproduzione riservata - 21/05/2016