In Italia

In Italia

Per i 25 anni di Luce, tre annate a confronto: 2017-2007-1997

19 Ottobre 2020 Elena Erlicher
Per i 25 anni di Luce, tre annate a confronto: 2017-2007-1997

Frescobaldi festeggia il venticinquesimo anniversario di Luce con la degustazione di tre annate simbolo – 2017, 2007 e 1997 – che segnano la sua evoluzione nel tempo. La storia del grande rosso nato dalla joint-venture con la famiglia Mondavi a Montalcino.

“Qui c’è la memoria della vigna e del lavoro, della terra, del sole, dell’ascolto del tempo e del canto delle stagioni”; sono le parole di Vittorio Frescobaldi – che 25 anni fa con Robert Mondavi diede vita al progetto di Tenuta Luce a Montalcino – le stesse che rivestono con vivaci colori la bottiglia che celebra l’anniversario. Luce, Toscana Igt 2017 è stata presentata il 7 ottobre insieme ad altre due annate rappresentative, 2007 e 1997, in una degustazione riservata alla stampa nello showroom di Poltrona Frau in via Manzoni a Milano.

La genesi di Luce

«Oggi parliamo di un progetto di vita, di audacia, del mettersi alla prova lanciandosi metaforicamente senza paracadute», esordisce Lamberto Frescobaldi, presidente dell’azienda di famiglia, parlando della nascita di Luce. «Tutto è iniziato un quarto di secolo fa, quando con la famiglia Mondavi, americana ma di origini marchigiane, abbiamo trovato “casa” a Montalcino, scegliendo di produrre un grande rosso in un territorio d’elezione per grandi vini. Nasce così, con le annate 1993 e 1994 e con la collaborazione dell’enologo Niccolò D’Afflitto, un “Ultra Premium Red” ancora senza nome».

La scelta del nome

Sarà poi la moglie di Robert Mondavi, Margrit, a trovargliene uno. «In automobile lungo la strada per la tenuta, in un giorno di pioggia, d’improvviso si aprì il cielo facendo filtrare uno raggio di sole. E Margrit esclamò: “Luce!”, proponendo poi di battezzare così anche il nostro vino». L’etichetta, che non è stata mai cambiata, rappresenta il sole sull’altare della Chiesa di Santo Spirito, opera di Brunelleschi, edificata a Firenze nel XV secolo su un terreno donato dalla famiglia Frescobaldi.

Lamberto Frescobaldi

Territorio e biodiversità

Luce è un blend di Sangiovese e Merlot, nato con l’idea di associare alla struttura elegante del primo la rotondità e avvolgenza del secondo. Le uve arrivano da vigneti dedicati tra gli 88 ettari della Tenuta, che ne conta 249 in totale, tra i 230 e 430 metri slm, fra ampie superfici boschive e uliveti, in un ambiente intatto e ricco di biodiversità. Nei suoli delle zone più elevate prevale il galestro, caratterizzato da scisti argillosi e ricchezza di scheletro, molto drenante. Qui il Sangiovese trova il suo miglior equilibrio, donando frutti con acini di ridotte dimensioni e maggior concentrazione. La parte inferiore della Tenuta ha un suolo argilloso, che garantisce una buona riserva idrica, ideale per il Merlot, che preferisce terreni freschi e umidi.

Come nasce Luce

I grappoli sono vinificati in lotti separati, in cemento; l’affinamento si protrae per 24 mesi in barrique di rovere francese, 80-85% nuove e 20-15% di secondo passaggio, seguono altri 6 mesi in bottiglia. Ma non è stato sempre così. L’annata 1997, frutto della joint-venture con la famiglia Mondavi (che terminerà nel 2004), dopo un anno in barrique riposava altri 6 mesi in botti di rovere di Slavonia. «Pratica in seguito abbandonata», ricorda Lamberto Frescobaldi, «perché abbiamo valutato che il vino poteva reggere la barrique senza saper troppo di legno».

Le tre annate in degustazione

Tre magnum di Luce

2017

Ha un colore molto concentrato, tipico delle annate calde. Ma non si ritrovano quelle sensazioni di secchezza dovute alle lunghe estati assolate, grazie ai terreni argillosi del Merlot. Ha tutta l’irruenza dei giovani e al naso ha un frutto dirompente che esce dal bicchiere, ma di grande precisione con una velata presenza di incenso e note coloniali. Al palato emergono le note fresche del Sangiovese, meno del Merlot.

2007

Il più pronto, in pieno “stile Luce”, che ricerca la finezza. Al naso mora e ciliegia, con note balsamiche ed erbacee, che evolvono in un finale di cuoio e pepe nero. Molto fresco al palato, equilibrato e con tannini fine ed eleganti. Ha ancora una lunga vita davanti a sé.

1997

Bouquet di lamponi e ribes nero, con note dolci e di chiodi di garofano. In bocca è robusto e distinto, ma ricco di finezza, con nota finale di cacao. Nell’ultima parte del palato emerge la corposità del Merlot.

In Italia

Monteverro all’Enoluogo: il grand vin bordolese-mediterraneo sfida il tempo

Il salotto milanese di Civiltà del bere ha ospitato una verticale di […]

Leggi tutto

Il futuro del Cannonau è giovane

Non solo rosso, ma anche spumante, rosato, passito e liquoroso. È quanto […]

Leggi tutto

Breve giro in Calabria, tra pionieri ed emergenti

Durante il Vinitaly abbiamo incontrato cinque imprenditori, dalle storie molto diverse, che […]

Leggi tutto

Il Ludwig di Elena Walch è il miglior Pinot nero d’Italia

Seguono a stretto giro la Riserva Burgum Novum di Castelfeder e la […]

Leggi tutto

La mappa di Montalcino racconta in modo scientifico un territorio

Il Consorzio del Brunello presenta una carta per un’analisi complessa e oggettiva […]

Leggi tutto

Bellone Lab: l’autoctono laziale ripianta il suo futuro

A Cori la prima tavola rotonda dei produttori del vitigno bianco tipico […]

Leggi tutto

Somm is the future. Un progetto che mette al centro il sommelier

L’iniziativa, ideata da Paolo Porfidio, si propone come un movimento libero e […]

Leggi tutto

Addio a Giacomo Oddero, grande protagonista dell’enologia piemontese

Classe 1926, è stato un produttore vinicolo visionario a La Morra, ma […]

Leggi tutto

I Vini delle Coste: racconto corale di sole e di mare

Un evento dedicato ai vini che nascono vicino ai litorali, dalla Toscana […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati