Crémant de Bourgogne, l’anima pétillante della regione. Quarta e ultima tappa
Nel leggendario distretto vinicolo francese non nascono soltanto vini bianchi e rossi fermi, ma anche bollicine Metodo Classico. I numeri di una produzione che nel 2023 si è attestata su 22,3 milioni di bottiglie, di cui il 46% destinato all’export.
Questo viaggio alla scoperta del Crémant de Bourgogne ci ha condotti nel cuore di una delle regioni vitivinicole più famose e amate di tutto il mondo: la Borgogna. Abbiamo imparato a conoscere la sua anima pétillante, che poggia su una solida produzione di spumanti Metodo Classico morbidi e versatili, dall’apprezzabile rapporto qualità-prezzo e dalla spiccata vocazione gastronomica.
Le puntate precedenti
Nella prima tappa del viaggio ci siamo concentrati sull’areale di produzione, con un focus sui terroir e sulle uve di riferimento. La seconda tappa ci ha permesso di comprendere più da vicino la storia del Crémant de Bourgogne dagli albori fino alla nascita dell’Aoc, istituita nel 1975, ma anche le differenti tipologie, dal Blanc fino alle espressioni più complesse del Grand Eminent. La terza tappa ci ha ricondotto in Italia, e in particolare all’Enoluogo di Civiltà del bere, il nostro salotto milanese del vino, che lo scorso 28 ottobre ha ospitato una delegazione dell’Unione dei produttori di Crémant de Bourgogne (Upecb). A loro il compito di presentare la produzione regionale attraverso una selezione di etichette emblematiche.
Il 12% del volume totale della produzione della Borgogna
Ed eccoci alla fine del percorso, che a ben guardare è solo l’inizio di un nuovo viaggio perché parliamo dei numeri della Aoc Crémant de Bourgogne. Come ci racconta Eva Navarro, responsabile tecnico dell’Upecb: «La produzione media complessiva si attesta intorno ai 175 mila ettolitri annui, per una superficie coltivata di circa 2.800 ettari. Negli ultimi anni le parcelle destinate a questa denominazione sono progressivamente aumentate, segno del crescente impegno nella sua produzione da parte dei vigneron». «Siamo la terza Aoc più rilevante tra le 84 della Borgogna: rappresentiamo il 12% del volume totale della regione», le fa eco Philippe Chautard, vicepresidente dell’Upecb e titolare del Domaine Louis Picamelot a Rully.
Trend positivo anche in Italia
«Le vendemmie in Borgogna possono variare significativamente a causa dei cambiamenti climatici. Nonostante queste fluttuazioni, grazie alle ottime vendemmie del 2022 e del 2023, la regione dispone di scorte sufficienti per rispondere alla domanda dei mercati», precisa Navarro. Nel 2023, sono state vendute 22,3 milioni di bottiglie di Crémant de Bourgogne, di cui il 46% è uscito dai confini nazionali. «Le performance dell’export continuano a migliorare, con un incremento del +7,56% nel secondo trimestre 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un aumento del +1,67% nell’anno mobile fino a giugno 2024», continua Chautard.
E in Italia? Anche in questo caso il trend è positivo: «Quasi mezzo milione di bottiglie (488.651) sono state esportate nel Belpaese nel periodo maggio 2023/maggio 2024: un aumento quadruplo rispetto alle 101,2 mila bottiglie esportate nello stesso periodo di cinque anni fa». Il lato pétillante della Borgogna piace sempre di più al consumatore italiano e una comunicazione mirata certamente favorirà questo orientamento.
Foto del servizio: La produzione media complessiva di Crémant de Bourgogne si attesta intorno ai 175 mila ettolitri annui, per una superficie coltivata di circa 2.800 ettari – © Upecb
Tag: Crémant de Bourgogne, Eva Navarro, Philippe Chautard© Riproduzione riservata - 13/12/2024