Corvina Manifesto, identità territoriale al centro dell’Anteprima del Chiaretto di Bardolino
L’appuntamento en primeur ha dato merito al lavoro di tipicizzazione portato avanti dalle Cantine in questi ultimi anni. Le tre sottozone, la versione Riserva e il progetto Chiaré Rosé.
Trecento operatori, circa un migliaio di wine lover (tra cui numerose donne e giovani tra i 25 e i 35 anni) e una settantina di giornalisti hanno presenziato alla 13ª edizione di Corvina Manifesto, l’Anteprima del Chiaretto di Bardolino 2023 che quest’anno si è svolta all’inizio di marzo tra l’Hotel Caesius a Bardolino e la Dogana Veneta a Lazise.
Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio di tutela, parla di freschezza e facilità di beva della Doc come motori per il suo successo nel mondo. Un bilancio lusinghiero per la Rosé Revolution avviata dal 2014, che ha contrassegnato quello che dal 2021 si chiama Chiaretto di Bardolino Doc con una tonalità rosa chiaro tendente all’aranciato. Un matrimonio di freschezza, note agrumate e speziate correlate al vitigno predominante, la Corvina, che l’anteprima ha reso visibile e percepibile al palato.
La Rosé Revolution ha esaltato la tipicità nel bicchiere
«Con Rosé Revolution volevamo fornire una palette cromatica, dal rosa litchi a quella più aranciata o rosa, che consentisse ai produttori di esaltare l’identità territoriale del Chiaretto di Bardolino», precisa Franco Cristoforetti. L’operazione è andata a braccetto con l’identificazione di tre sottozone, Montebaldo, La Rocca e Sommacampagna per il Bardolino Doc targato disciplinare del 2021 e sta dando i suoi risultati a tutto campo. «Oggi i nostri rosati esprimono sempre di più le peculiarità del territorio. Colori e sentori ci consentono, ad esempio, di riconoscere i Chiaretto della zona sud da quelli pedemontani, confermandoci che il lavoro di tipicizzazione funziona bene».
Una produzione rosé di nicchia
In questo periodo stanno uscendo anche alcune Riserve di Chiaretto di Bardolino, una produzione di nicchia con 2 o 3 anni di affinamento. Si tratta dei primi vini nati dalla sperimentazione orientata alla longevità intrapresa da alcune aziende. I numeri sono piccoli, non arrivano all’1% della denominazione. «Rappresentano una nuova fase per i vini di alta qualità della Rosé Revolution. E in prospettiva potranno crescere», commenta Franco Cristoforetti. «Il futuro è sperimentare gli effetti dell’affinamento sul Chiaretto di Bardolino». E dunque tradurre il potenziale di freschezza in valore aggiunto al palato e sul mercato.
Il confronto con i rosati internazionali
La masterclass a confronto con i rosati della Mosella, Rioja e Provenza e, ancor di più, la verticale di Chiaretto a partire dal 2014 hanno messo in luce come regalare più spazio espressivo alle note minerali ricche di sodio dalle colline moreniche e frutto della glaciazione senza perdere l’eleganza floreale, la vivacità, la croccantezza del frutto e un finale rotondo. Alcuni Chiaretto di Bardolino progettati proprio per questo scopo (come il Gaudenzia Villa Cordevigo 2018 vigneti Villabella, partito con una produzione di 6.000 bottiglie per la ristorazione di alta fascia) strizzano l’occhio ai rosé internazionali mantenendo ferma l’identità territoriale. Promettenti sono anche le performance di bottiglie del 2019, 2020 e 2021 che i produttori hanno proposto in degustazione a fianco dei Chiaretto di Bardolino d’annata e che manifestano una volontà di coerenza nel nome di uno stile, esaltando le prerogative della Corvina, “manifesto” dell’anteprima.
Numeri e prospettive
«Il Chiaretto di Bardolino sta conquistando sempre più posizioni nel canale Horeca rispetto alla Gdo» afferma Franco Cristoforetti. «La crescita totale rispetto al 2021 è di quasi il +5%. Le piccole e medie aziende hanno finito il loro prodotto, è calato l’imbottigliamento all’estero. Le prospettive sono buone, ma oltrepassare la soglia dei 10 milioni di bottiglie non è facile. Il nostro obiettivo è comunque superare i 15 milioni di bottiglie».
A Vinitaly & the city parte Chiaré Rosé
Durante l’Anteprima, il presidente Franco Cristoforetti ha preannunciato Chiaré Rosé, un nuovo progetto che sarà presentato a Vinitaly & the City.
«Sarà un Chiaretto di Bardolino spumante a marchio consortile, frutto dell’accordo tra cinque dei più grossi produttori del territorio e il Consorzio. Verrà presentato all’off trade italiano (Gdo) e a seguire all’estero».
Si tratta di un metodo Martinotti ottenuto da sole uve rosse pregiate di Corvina veronese e Rondinella coltivate sulla riviera gardesana e vinificate in rosa. L’obiettivo è sondare il canale, in crescita in tutto il mondo, delle bollicine rosa.
«La tipologia spumante al momento è marginale per la Doc, perché non raggiunge il milione di bottiglie; però tante aziende sono sempre più coinvolte nel progetto spumante come completamento di gamma», ha concluso Franco Cristoforetti.
Foto di apertura: sono stati circa 300 gli operatori e 1000 i wine lovers che hanno affollato l’Anteprima del Chiaretto di Bardolino
Tag: Anteprima del Chiaretto di Bardolino, Corvina Manifesto, Franco Cristoforetti© Riproduzione riservata - 20/03/2023