In Italia In Italia Jessica Bordoni

Conte Vistarino: Pernice, Bertone, Tavernetto e la scommessa vinta sul Pinot nero

Conte Vistarino: Pernice, Bertone, Tavernetto e la scommessa vinta sul Pinot nero

Ottavia Giorgi di Vistarino ha presentato a Milano l’annata 2019 dei suoi tre cru, che dimostrano come l’Oltrepò Pavese abbia le carte in regola per produrre grandi rossi da Pinot nero. Un documentario, per la regia di Massimo Zanichelli, ripercorre la filosofia e il progetto vinicolo aziendale.

Per vincere bisogna avventurarsi lungo strade che nessuno ha mai percorso, credere fino in fondo nelle proprie idee senza il timore di sottoporle a quotidiana verifica. Coraggio, tenacia, lungimiranza. Con queste tre doti Ottavia Giorgi di Vistarino ha compiuto una piccola grande rivoluzione nelle terre della Tenuta di famiglia a Rocca de’ Giorgi: dimostrare che in Oltrepò Pavese possono nascere grandi vini rossi da Pinot nero. Ne sono la prova i tre cru aziendali Pernice, Bertone e Tavernetto, assaggiati con l’annata 2019 lo scorso 4 ottobre negli spazi di On House a Milano durante una giornata dedicata alla stampa e al trade.

La prima proiezione pubblica del film di Massimo Zanichelli

L’evento milanese è stato l’occasione per presentare il corto cinematografico “La Casa del Pinot nero” girato a Rocca de’ Giorgi poco prima dello scoppio del Covid e rimasto nel cassetto per questi due anni. La regia è firmata da Massimo Zanichelli, esperto degustatore e wine writer, ma anche apprezzato studioso di cinema e film maker.
«Il documentario, che dura poco più di 15 minuti, è il ritratto di un’azienda che fa territorio e che è territorio, se si pensa che circa il 95% della superficie comunale di Rocca de’ Giorgi è occupato dalla Tenuta»., spiega Zanichelli. «Un immenso corpo unico che abbraccia colline difficili da lavorare, con pendenze che arrivano fino al 45%. Ma al tempo stesso il documentario è il ritratto di una produttrice appassionata e concreta, che parla dei suoi vini come fossero dei figli, con le loro caratteristiche e necessità diverse».

La nascita del legame tra Pinot nero e Oltrepò

La Tenuta si estende per 826 ettari di cui 102 ettari vitati e il resto suddiviso tra boschi, prati, seminativi e piante arboree da legno pregiato. La maggior parte degli impianti, circa il 65%, sono a Pinot nero. Una scelta di campo, cominciata con il trisnonno di Ottavia, il conte Augusto Giorgi di Vistarino, che per primo a metà Ottocento importò dalla Francia il nobile vitigno e avviò la coltivazione in loco, sperimentando le tecniche che aveva appreso Oltralpe. La stagione dei grandi spumanti Metodo Classico stava per cominciare.  

Dalle bollicine ai tre cru Pernice, Bertone e Tavernetto

Negli anni Novanta Carlo Giorgi di Vistarino, padre di Ottavia, introdusse nuovi portinnesti e cloni – anche questi fatti arrivare direttamente dalla Francia –  particolarmente adatti per la vinificazione in rosso e con caratteristiche produttive precise, come la bassa produzione, il grappolo e l’acino piccolo e dal grande potenziale aromatico. Negli ultimi 25 anni, oltre la metà dei vigneti sono stati rimpiantati con logiche moderne, ad alta densità e dopo un’attenta valutazione dei singoli appezzamenti.
«La geografia della Tenuta si caratterizza per un mosaico di piccole unità sparpagliate su una superficie molto estesa. Il lavoro di zonazione per ottimizzare l’interazione tra vitigno e terroir è stato lungo e dettagliato. E continuerà nei prossimi anni per coprire l’intero patrimonio vitato».
È in questo contesto che, nel 2009, nasce il progetto dei cru da Pinot nero, che vedrà la luce prima con Pernice (2010), e poi Bertone e Tavernetto (dal 2013), che oggi costituiscono la punta di diamante della collezione Conte Vistarino, al netto della prestigiosa produzione spumantistica.

Vistarino Pinot nero
Ottavia Giorgia di Vistarino e i suoi tre cru

Un sogno realizzato

«Si può fare un grande vino rosso con il Pinot nero dell’Oltrepò Pavese e in particolare con quello di Rocca de’ Giorgi? Per arrivare ai risultati che abbiamo raggiunto oggi c’è voluto tempo. Non siamo in Borgogna, Oregon e nemmeno Alto Adige. I primi anni ero l’unica a crederci. La verità è che è stata una guerra, non una semplice battaglia. Quando parli di Pinot nero le persone hanno grandi aspettative, c’è il gotha dell’enologia mondiale pronto a giudicarti. Ma io ho sempre fatto i conti con il mio territorio, il suo terroir, per capire cosa era possibile fare a Rocca de’ Giorgi. Questo vino-vitigno, infatti, esprime i segreti più intimi del luogo in cui nasce».

Tre vini dalla forte personalità

I tre vigneti sono piccoli appezzamenti su versanti diversi della vallata, tutti tra i 350 e i 400 metri di altitudine. Pernice è orientato a sud-sudest, Bertone e Tavernetto a sud-sudovest. Anche i suoli non sono omogenei: su una base calcareo-argillosa, infatti, la percentuale di sabbia e limo è molto variabile.  Una degustazione orizzontale dell’annata 2019 dei tre cru, prodotti in poche migliaia di bottiglie e in commercio nelle migliori enoteche da ottobre 2022, ci permette di cogliere l’anima di ciascun vino, cogliendo le specificità e le differenze nel calice.  

L’andamento climatico dell’annata 2019

«Nel 2019 la bella stagione è iniziata all’insegna della variabilità̀ e dalla seconda metà di giugno invece si è registrato un innalzamento delle temperature (anche 37/40°C) con precipitazioni molto limitate. Grazie alle escursioni termiche tipiche del territorio, eleganza e aromaticità sono state garantite. La vendemmia, lievemente anticipata, ha portato in cantina uve sanissime, a partire da Pernice, raccolto il 17 agosto, Tavernetto il 19 agosto e Bertone il 3 settembre».

Pernice, Pinot Nero Oltrepo Pavese Doc 2019

Si rivela in tutta la sua complessità e ricchezza gustativa, con bouquet intenso di viola, piccoli frutti rossi, poi una leggera tostatura di caffè e accenni di cacao. In bocca è slanciato, scattante, di buon equilibrio, con un lungo finale speziato e minerale. Austerità intrigante e profilo profondamente varietale. «È il primo figlio, il più selvatico, ribelle, con una personalità distinguibile tra mille. Unico con tutti i suoi pregi e i suoi difetti», precisa la produttrice.

Bertone, Pinot nero Oltrepò Pavese Doc 2019

Ha un naso ampio di rosa, piccoli frutti rossi, note tostate e una balsamicità avvolgente. Il sorso è elegantissimo, con tannini di velluto che fanno da contraltare ad un’acidità decisa. Tra i tre è il più delicato, il meno esplosivo. Finezza e lunghezza sono le sue doti maggiori.
«Rispetto a Pernice, Bertone è più canonico e potremmo definirlo il primo della classe e forse un po’ viziato. In vendemmia ci fa correre, dobbiamo raccoglierlo per primo per evitare che l’uva si possa asciugare, le produzioni sono basse… insomma ha tutte problematiche della star, senza sbavature e con tanto impegno per tenere fede alle promesse!».

Tavernetto, Pinot nero Oltrepò Pavese Doc 2019

Ha un profilo olfattivo ampio e fruttato, avvolgente senza però essere ruffiano. Anche all’assaggio risulta il più immediato, il più pronto. La maggiore presenza del legno nuovo ne addolcisce il tratto e dona ampiezza e spessore. «È il tipico terzo figlio, quello che arriva per ultimo e che nessuno guarda più. E per questo ha imparato ad essere autosufficiente e a far da solo. Io però lo amo molto e sono sicura che nel lungo periodo ci riserverà grandi sorprese».

Le verticali e l’accordo distributivo con il Gruppo Meregalli

Durante l’evento milanese gli ospiti hanno potuto degustare una verticale di Pernice (dall’annata 2010 alla 2018) e del Riesling Ries (dalla 2021 alla 2015) che testimoniano la coerenza stilistica e il grande potenziale evolutivo della produzione aziendale. Sul fronte commerciale, nei giorni scorsi è stato annunciato l’accordo tra Conte Vistarino e il Gruppo Meregalli, tra i leading distributors italiani di fine wines e spirits. Con questo inserimento in catalogo, Meregalli si garantisce un’ampia e prestigiosa copertura in un territorio finora inesplorato dal Gruppo quale l’Oltrepò Pavese.

Tag: , , , , ,

© Riproduzione riservata - 18/10/2022

Leggi anche ...

Vigna Michelangelo, la rinascita di un vigneto urbano di Firenze
In Italia
Vigna Michelangelo, la rinascita di un vigneto urbano di Firenze

Leggi tutto

Marchesi Antinori festeggia i 50 anni del Tignanello contribuendo al restauro del Ponte Vecchio
In Italia
Marchesi Antinori festeggia i 50 anni del Tignanello contribuendo al restauro del Ponte Vecchio

Leggi tutto

50 anni di storia del vino: da alimento a buon mercato a prodotto di culto
In Italia
50 anni di storia del vino: da alimento a buon mercato a prodotto di culto

Leggi tutto