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Concluso il restauro del dipinto barocco di San Gennaro dei Girolamini finanziato da Mastroberardino

24 Settembre 2022 Jessica Bordoni

Il 21 settembre si è tenuta la presentazione ufficiale dei lavori, che hanno permesso di riportare l’opera all’antico splendore. La soddisfazione di Piero Mastroberardino e della sua famiglia, da sempre impegnata nella salvaguardia e valorizzazione del territorio campano.

A febbraio vi avevamo parlato dell’impegno della Cantina Mastroberardino a sostegno del restauro del dipinto di San Gennaro, nella cappella di Sant’Agnese della Chiesa dei Girolamini in via Duomo, a Napoli. Nei giorni scorsi è arrivato l’annuncio della chiusura dei lavori.
«A distanza di un anno da quella “chiamata alle arti”, alla quale la mia famiglia aderì con entusiasmo facendosi carico per intero dell’intero fabbisogno finanziario necessario al progetto, sono felice di comunicare che l’opera di restauro è conclusa», ha spiegato Piero Mastroberardino.

La presentazione del “nuovo” San Gennaro

Il 21 settembre, nella Chiesa della Natività di Maria, detta di San Filippo Neri, in occasione della settimana dedicata al santo patrono di Napoli, si è tenuta la presentazione ufficiale del “nuovo” San Gennaro di Luca Giordano, che verrà ricollocato nella cappella di Sant’Agnese. Citato da tutte le antiche guide della città di Napoli, a partire dal Sarnelli nel 1688, il San Gennaro è un’opera databile al 1678. Rappresenta una delle raffigurazioni più celebri del patrono partenopeo. È già stato restaurato nel 1947 in occasione della IV mostra di restauri al Museo di San Martino. Nel 1997 si è provveduto a un secondo parziale intervento conservativo. Il nuovo intervento ha permesso la pulitura, stuccatura, reintegrazione pittorica e stesura finale di un film protettivo trasparente per ristabilire il corretto indice di rifrazione dei pigmenti antichi.

L’impegno di Mastroberardino per la salvaguardia del territorio

Per Mastroberardino non si tratta della prima azione di mecenatismo. La sensibilità e l’impegno per la valorizzazione del proprio territorio e delle sue bellezze paesaggistiche e artistiche è da sempre nel dna della Casa vinicola. Lo testimoniano, ad esempio, il progetto del vigneto Serra di Mulino a Vento nel comune cilentano di Pollica, culla della dieta mediterranea Patrimonio Unesco (ne abbiamo parlato qui).
E prima ancora il Progetto Pompei. Un programma di ricerca sui metodi e sulle tecniche di viticoltura e vinificazione nell’antica cittadina di epoca romana che include la riproduzione di alcune delle fasi salienti sul piano sperimentale (qui i dettagli). Da ricordare, infine, il MiMa, ovvero il Museo d’Impresa Mastroberardino Atripalda, visitabile all’interno della sede aziendale (qui il nostro racconto).

Foto di apertura: il Chiostro degli Aranci nel Complesso dei Girolamini a Napoli © Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini

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