Il rinnovo dei vertici del gruppo da 6 mila ettari e 3 mila soci vignaioli ha visto la riconferma del presidente Sandro Spella e del board direzionale. Dopo un aumento di ricavi di oltre il 50% negli ultimi tre anni, la mission ora è affrontare le sfide di mercato e promuovere il territorio nel mondo
Citra, polo del vino che raggruppa 8 cooperative e 3 mila famiglie di viticoltori che lavorano circa 6 mila ettari, sceglie la continuità per proseguire nella sua missione di promozione dell’eccellenza vitivinicola dell’Abruzzo.
Il board, riunitosi a luglio, ha confermato Sandro Spella per la carica di presidente e alla direzione generale, Fabio De Dominicis.
Cambiamenti e conferme
«Ad affiancarli in questo nuovo mandato, sono stati nominati vicepresidenti Dino D’Ercole e Alessandro Scarlatto e gli altri membri del Consiglio d’amministrazione: Domenico Bomba, Canziano La Rocca, Licio Colantuono, Pino Candeloro e Valentino Di Campli.
Per il Collegio sindacale, il presidente è Luciano De Angelis, con le riconferme dei sindaci Miranda Scarinci e Simona Del Popolo. Anche per le società controllate del gruppo Citra le nomine sono delle conferme: a capo di Casal Thaulero ci sarà ancora Domenico Bomba, per Abruzzo nel Mondo è stato eletto presidente Canziano La Rocca e per la boutique-winery Nododivino è stato confermato alla presidenza Licio Colantuono.
Custode del territorio
«Quest’anno, il bilancio consolidato del gruppo Citra, che include le controllate Abruzzo nel Mondo, Casal Thaulero e Nododivino ha fatto segnare un risultato economico mai raggiunto prima, di 62 milioni di euro di ricavi consolidati, a fronte di 40 milioni nel 2022», ha sottolineato Spella. Numeri, secondo il rieletto presidente, particolarmente significativi in «un momento di bassa redditività per il settore vitivinicolo».
Citra da più di cinquant’anni è custode di un territorio vastissimo, che comprende quasi tutta la provincia di Chieti e si estende da nord a sud per circa 80-90 km e dal mare Adriatico verso l’entroterra per 40 km. È attiva in 50 Paesi nel mondo e l’export dei suoi vini vale oltre il 60% dei ricavi.
Le sfide del futuro
«Ci attendono ardue sfide», ha proseguito Spella, «come far fronte, da un lato, ai cambiamenti climatici e, dall’altro, alla contrazione dei consumi del vino e dei mutamenti degli stili degustativi, orientati verso vini di facile beva, più basse gradazioni alcoliche e no-low. Ma, attraverso un attento lavoro di analisi delle nuove esigenze dei consumatori e rimanendo al contempo uniti e ancorati ai valori fondanti di Citra, continueremo a portare avanti la mission aziendale: far conoscere, promuovere e diffondere in tutto il mondo i nostri prodotti con il forte carattere della terra d’Abruzzo e che sprigionano un fascino intenso, che si colloca al di là di ogni moda e del tempo».