Chianti Classico Collection, l’edizione 2024 celebra i 100 anni del Consorzio

Chianti Classico Collection, l’edizione 2024 celebra i 100 anni del Consorzio

La casa del Gallo Nero compie un secolo di vita: è il più antico ente consortile italiano e oggi riunisce 500 Cantine socie. Alla Stazione Leopolda di Firenze hanno partecipato 211 aziende con i loro 773 vini in degustazione. Vendite in crescita, tra Uga e Gran Selezione.

Il Gallo Nero si è fatto sorprendere dal cambiamento climatico, ma non nel modo in cui ci si potrebbe aspettare. La vecchia Stazione Leopolda di Firenze ha ospitato gli scorsi 15 e 16 febbraio la 31ª edizione della Chianti Classico Collection, ovvero la presentazione delle nuove annate di uno dei vini più rappresentativi della Toscana con numeri importanti.

I numeri della 31ª edizione della Chianti Classico Collection

Sono state infatti 211 le aziende partecipanti, 773 i vini in degustazione, 2000 gli operatori di settore e 350 i rappresentanti della stampa nazionale e internazionale accreditati. Quest’anno si sono aggiunti anche 460 appassionati ai quali la manifestazione ha aperto le porte il 16 febbraio, riscoprendo un’antica usanza sospesa dai tempi del Covid. A caratterizzare gli assaggi però è stato il caldo, imprevisto per un febbraio ai limiti del primaverile, con i vini ai banchi dei produttori anche sopra i 20 °C. A salvarsi sono state le Cantine che con una bollicina a disposizione dei clienti avevano il ghiaccio per raffreddare le bottiglie. Francamente uno scivolone per una delle denominazioni più mature della Toscana e d’Italia da diversi punti di vista: agronomico, enologico, commerciale e anche consortile.

I 100 anni del Consorzio, il più antico d’Italia

Un Consorzio che «deve essere un esempio per tutte le altre realtà italiane» ha commentato ad esempio non a torto il presidente della Commissione Agricoltura, Mirco Carloni, ospite della manifestazione. Per altro in un anno storico, quello del centenario del Consorzio stesso, il più antico d’Italia, istituito oltre 10 anni prima dell’Aoc Bordeaux (1935) giusto per fare un confronto con un’altra denominazione storica dell’enologia mondiale. Nel 1924 furono 33 lungimiranti viticoltori a decidere di crearlo: la loro visione fu quella di credere nell’unità di intenti, nella forza della collettività, di investire nell’aggregazione uscendo dalla miopia del singolo interesse privato, perché solo così si poteva gestire una produzione che potesse parlare di un intero territorio.

500 produttori e “l’anima del vino”

A 100 anni di distanza, il Consorzio del Chianti Classico che oggi rappresenta una compagine di 500 aziende si fonda sugli stessi valori di allora. «È il territorio che fa la differenza», ha dichiarato il presidente Giovanni Manetti, nel corso del suo saluto alla stampa, «ma fondamentale è anche il rapporto fra i fattori naturali e le persone, uomini e donne, che sono riusciti a mettere a frutto il dono offerto loro da madre natura. Questo è quel quid in più, l’intreccio magico fra natura e uomo, che ci permette di produrre vini unici al mondo.
Quello che il grande Luigi Veronelli chiamava “l’anima del vino”». L’auspicio, ha concluso Manetti, è che i vini Chianti Classico possano «esprimere sempre più territorio ma anche sempre più anima». Un auspicio che la personalità delle Uga, le Unità geografiche aggiuntive recentemente introdotte per la Gran Selezione, sta rendendo già concreto eccitando stampa e appassionati con i dettagli di un territorio ricco di biodiversità (solo il 10% è vitato) e sfumature.

Il successo della Gran Selezione, che copre il 54% del fatturato

Non a caso la Gran Selezione sta trainando i risultati di mercato del Gallo Nero. I dati produttivi sono negativi per il Chianti Classico che perde il -11% di imbottigliato nel 2023 rispetto all’anno precedente. Ma è un risultato migliore rispetto alla media toscana che ha lasciato sul campo un -26%. La flessione trova nel Gallo Nero una forte resistenza operata dalla Gran Selezione. Nata 10 anni fa come nuovo vertice qualitativo della denominazione, nel 2023 questa tipologia sopra la Riserva ha raggiunto il 54% del fatturato, con un +14% in Italia rispetto al 2021 e una produzione che rasenta i due milioni di bottiglie. In Canada, ad esempio, nel 2023 si è registrato un vero e proprio exploit delle vendite di Chianti Classico Gran Selezione, con un quasi +50% nei volumi e +60% in valore, rispetto all’anno precedente.

Prezzi, riconoscimenti e target giovane

Il prezzo medio di una bottiglia di Gallo Nero (media delle tre tipologie) è aumentato del +7% rispetto al 2022 e del 13% sul 2021, ben oltre i livelli di inflazione. Infine, come ha sottolineato il presidente Giovanni Manetti, «Con sette vini nella top 100 di Wine Spectator siamo la denominazione più rappresentata». Ora lo sguardo è rivolto ai giovani, perché come autoironizzava qualche giornalista tra i banchi della stampa: «Siamo tutti vecchi, come possiamo pensare di scrivere alla nuova generazione?».

Foto di apertura: alla Chianti Classico Collection 2024 sono state aperte le porte anche a 460 appassionati, come accadeva prima del Covid © Consorzio Chianti Classico

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© Riproduzione riservata - 06/03/2024

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