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Che sapore ha Silla, la Vodka italiana più “alta” d’Europa?

Che sapore ha Silla, la Vodka italiana più “alta” d’Europa?

Nata nel 2022, è prodotta interamente in Piemonte e fatta con l’acqua del Monviso che sgorga a oltre 2000 metri di altitudine. Un progetto imprenditoriale di famiglia senza compromessi sulla qualità, che punta a conquistare il segmento ultra premium.

Potente, morbido, seducente, tanto limpido da ingannare l’alcol. È il sapore della vodka più “alta” d’Europa, la cui acqua sgorga dal cuore del Monviso a 2.042 metri di altezza. Si chiama Vodka Silla ed è il risultato del progetto imprenditoriale di un padre e suo figlio: creare un prodotto artigianale e ultra premium, fatto interamente in Italia, dal vetro per la bottiglia al grano da distillare.

Competere nel settore ultra premium

Alta la provenienza della materia prima, altissime fin dal principio le aspirazioni. «Da subito l’idea è stata quella di competere con le referenze internazionali più esclusive in un segmento che dà segnali di forte crescita nel nostro Paese. E abbiamo scelto di farlo con un distillato made in Italy e senza adottare compromessi in termini di qualità», racconta Davide Rossotto, ceo e fondatore del marchio, in occasione del Vinitaly 2023, la prima vetrina con affaccio sul grande pubblico per la neonata azienda di Moncalieri.
Vodka Silla nasce nell’agosto del 2022. «Siamo partiti quasi per scherzo, da uno schizzo su un foglio bianco e senza esperienza nel campo. Ma dopo due anni di studio, ricerche e sperimentazioni abbiamo costantemente alzato l’asticella della qualità per cercare di superare lo standard delle referenze più blasonate. Entro il 2025 puntiamo a produrre 100 mila bottiglie l’anno e cominceremo le esportazioni in tutta Europa e in Sud e Nord America».

Fatta con un’acqua speciale

Tutto il processo produttivo avviene interamente in Piemonte, ai piedi delle Alpi Cozie. «Siamo certificati biologici e kosher. Crediamo ciecamente nella qualità, nell’innovazione e nell’ecosostenibilità ambientale», prosegue il 23enne fondatore del brand. «La nostra vodka è completamente naturale. Non utilizziamo solfiti, zuccheri o glicerina. Solamente grano tenero biologico e acqua estratta dalla sorgente più alta d’Europa in un comprensorio dichiarato Patrimonio Unesco». Un’acqua speciale, che sgorga da una falda alpina incontaminata, protetta dalle rocce che la racchiudono, a una temperatura compresa fra i 3 e i 4° C, lontana da qualsiasi insediamento umano o fonte di inquinamento. E secondo l’analisi chimico fisica della Food and Drug Administration, una delle acque con meno sodio al mondo: solo 0,20 mg/l.

Pura e morbida

«Tecniche e macchinari di ultima generazione ci consentono di ottenere un distillato particolarmente puro, che arriva a 96,6 gradi di alcol. Un numero che assieme alla qualità delle materie prime industriali ci distingue dalle vodke industriali presenti sul mercato». Filtrazione e caratteristiche del grano utilizzato conferiscono accennati sentori speziati, note leggere di liquirizia ed erba. Ma è la morbidezza del sorso e il retrogusto pulito che caratterizzano maggiormente i contorni di un prodotto che mira a conquistare il palato di chi ama i cocktail, ma anche il gusto di quanti la preferiscono in purezza.

Distintiva anche nella bottiglia

Una vodka tanto aristocratica non poteva non avere un vestito all’altezza. Un’involucro di vetro dalle forme sinuose, che sembra danzare e giocare con la luce e ricorda più quello di un’essenza che il contenitore di un superalcolico.
«La bottiglia l’ho disegnata di persona», dice ancora Rossotto. «È un prisma a base triangolare, con una faccia satinata e una forma avvitata con un’inclinazione di 60°. La sua realizzazione è quasi artigianale e si è rivelata particolarmente complessa. Solo una vetreria su una dozzina di quelle che abbiamo interpellato è riuscita a produrla. Il risultato esce certamente dagli stilemi tradizionali della bottiglia tonda, tipica della vodka. Facendone un azzardo in termini di riconoscibilità ma anche un oggetto capace di colpire l’attenzione e diventare uno strumento di comunicazione e promozione». E chissà che non porti anche fortuna.

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© Riproduzione riservata - 05/05/2023

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