In Italia

In Italia

Castello Vicchiomaggio: impossibili i vinelli

1 Giugno 2012 Roger Sesto
Annate storiche di vini mitici (15): Toscana II parte Castello Vicchiomaggio di Greve in Chianti era una fortezza longobarda di origini medioevali, ricostruita nel Rinascimento. Acquistata da Federico Matta nel 1964, che all’epoca era il più importante importatore di vino italiano nel Regno Unito, oggi la tenuta – nelle mani di John Matta – consta di 32 ettari vitati e altri 10 nel Grossetano. RIPA DELLE MORE - Entriamo nel vivo e chiediamo a John Matta di spiegarci perché i suoi vini, in particolare il Ripa delle More: Sangiovese 60%, Cabernet Sauvignon 30%, Merlot 10%, risultano così interessanti con il passare degli anni. «Parrà scontato», ci risponde, «ma partiamo dalla vigna: rese bassissime, tra i 25 e i 34 quintali per ettaro, garantiscono uve altamente ricche in polifenoli, che poi nel vino si tradurranno in estratti indispensabili a garantirne la durevolezza». Dunque puntate tutto su vini molto concentrati, chiediamo. «A Castello Vicchiomaggio produciamo varie tipologie: le Riserve per durare nel tempo, ma anche vini che sono pronti dopo un anno dalla vendemmia. Ma pure questi ultimi devono avere buona struttura, coniugata a maggior freschezza e frutto: per il tipo di lavoro che facciamo in vigna, sarebbe impossibile produrre vinelli. La stessa natura dei nostri suoli: argilla e pietra, la loro esposizione a sud, l’altitudine ottimale sui 250 metri, i forti pendii che garantiscono un perfetto drenaggio, è paradossalmente di ostacolo alla produzione di vini scorrevoli». LE ANNATE MIGLIORI - Qual è lo scopo di accantonare vecchie annate? «Per organizzare verticali con gli operatori; per capire il potenziale evolutivo dei nostri nettari; più marginalmente per scopi commerciali». E quali sono le annate da voi giudicate più entusiasmanti, fra quelle serbate in cantina? «Un inverno freddo e un’estate piuttosto calda e asciutta ci hanno garantito un 2001 strepitoso. Anche il 2004, dopo due vendemmie complicate, sì è rivelato un ottimo vino, equilibrato ed elegante. Strano l’andamento climatico del 2007: un inverno particolarmente mite, un germogliamento precoce, una produzione scarsa ci hanno regalato un prodotto di grande spessore e originalità, ancora in pieno divenire: corposo ma elegante, con sentori di spezie, frutti rossi maturi, finale tenuemente vanigliato; tutto quel che serve per un lungo sviluppo negli anni».

In Italia

Cantina San Michele Appiano: Appius 2021 è figlio di un’annata difficile, ma dal gran potenziale

Presentata la 12^ edizione della celebre cuvée pensata da Hans Terzer e […]

Leggi tutto

Benvenuta Aminta, la nuova tenuta di Andrea Cecchi a Montalcino

Hanno debuttato a Milano i primi due vini, Rosso e Brunello di […]

Leggi tutto

Citra: Caroso 50°, autentica espressione d’Abruzzo

La cooperativa che riunisce 3.000 famiglie di viticoltori del territorio festeggia il […]

Leggi tutto

Tutto quello che c’è da sapere sul Kerner (incluso il legame sempre più stretto con l’Alto Adige)

Nasce dall’incrocio genetico tra Schiava grossa e Riesling, effettuato in Germania nel […]

Leggi tutto

Franz Pardatscher è il nuovo presidente di Cantina Colterenzio

Cambio ai vertici della Cantina Colterenzio. Dopo 18 anni di onorato servizio, […]

Leggi tutto

Antichi Poderi Jerzu protagonista all’Enoluogo di Civiltà del bere

Il 18 novembre il nostro “salotto del vino” milanese ha ospitato questa […]

Leggi tutto

Tal 1930 e Tal 1908: si rinnova l’arte del blend secondo Cantina Bozen  

L’annata 2022 dei due vini premium aziendali vede in un caso l’aumento […]

Leggi tutto

Sorgono e il Mandrolisai, un territorio ricco di fascino e vecchie vigne da preservare

Riflessioni a margine della manifestazione “Autunno in Barbagia”, che ci ha permesso […]

Leggi tutto

Moncalisse, il Trentodoc di Karoline e Julia Walch

Nasce alle pendici del Caliso, da cui il nome, in una posizione […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati