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Cantina Orsogna 1964 e gli spumanti biodinamici ancestrali

26 Maggio 2019 Civiltà del bere
Cantina Orsogna 1964 e gli spumanti biodinamici ancestrali

La cooperativa abruzzese è fortemente impegnata sul fronte della salvaguardia ambientale nel rispetto della biodiversità. A Vinitaly sono state lanciate tre bollicine a base Malvasia, Pecorino e Pinot grigio prodotte con l’antico metodo di rifermentazione in bottiglia, in versione Brut Nature e senza solfiti aggiunti.

Cantina Orsogna è una cooperativa abruzzese fondata nel 1964 da un gruppo di viticoltori decisi a investire in qualità nell’omonimo comune della provincia di Chieti. Oggi i soci sono saliti a 500, per un totale di 1.200 ettari vitati situati alle pendici del Parco nazionale della Majella (l’altitudine media degli impianti è di 450 metri), a una quindicina di chilometri dal mare Adriatico. L’uva Montepulciano occupa circa il 30% delle superfici, mentre il resto è allevato a Trebbiano, Sangiovese, Malvasia, Moscato, Pinot grigio e Chardonnay, a cui si aggiungono gli autoctoni “minori” Pecorino, Passerina e Cococciola, oggi finalmente protagonisti di un’importante riscoperta.

Il rispetto dell’ambiente nel Dna

«Oltre l’85% dei nostri vigneti è certificato biologico, mentre il 35% degli appezzamenti vanta una certificazione Demeter, rendendoci un player di primo piano a livello internazionale anche per la produzione di vini biodinamici e Biodiversity Friend, che evidenziano come il rispetto dell’ambiente e della biodiversità siano valori portanti del nostro lavoro quotidiano», precisa Camillo Zulli, enologo di Cantina Orsogna 1964.

I tre Brut Nature della linea Lunaria

I Brut Nature ancestrali della linea Lunaria

Durante il Vinitaly Cantina Orsogna 1964 ha lanciato la nuova linea di spumanti ancestrali biodinamici Demeter, prodotti con l’antico metodo Ancestrale. La collezione, che sarà commercializzata con il marchio Lunaria, comprende tre etichette, tutte da rifermentazione naturale in bottiglia con lieviti indigeni, senza solfiti aggiunti e in versione Brut Nature. Si tratta della Malvasia LaBelle, del Pecorino Civitas e del Pinot grigio Ramoro. «Il fil rouge è l’autenticità aromatica, legata a un sistema produttivo che trova radici nell’antico mondo contadino, molto prima dell’arrivo delle moderne tecnologie, quando la natura dettava i suoi tempi e l’uomo l’assecondava», prosegue Camillo Zulli.

LaBelle, Malvasia floreale, Civitas, Pecorino fruttato e Ramoro, Pinot grigio rosa salmone

In particolare la Malvasia LaBelle ha un bouquet floreale con sentori di glicine, ginestra e fiori di campo.In bocca è fine, armonico e gradevolmente sapido. Il Pecorino Civitas rivela, invece, note fruttate e agrumate, con un vago ricordo di lieviti.In bocca la freschezza è decisa e il sorso persistente. Infine il Ramoro Pinot grigio, dal colore rosa con venature salmone, si distingue per i sentori di fragolina di bosco e di piccoli frutti rossi. La carbonica è tenue, solletica finemente il palato e lo rende pulito ed equilibrato.

Anche il packaging è ecofriendly

Il packaging degli spumanti biodinamici ancestrali segue l’impostazione ecofriendly di Cantina Orsogna 1964: soltanto un cartoncino legato a mano con uno spago.

L’articolo prosegue su Civiltà del bere 2/2019. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

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