In Italia In Italia Elena Erlicher

Camaleontico come il Verdicchio di Jesi

Camaleontico come il Verdicchio di Jesi

È il vitigno emblematico delle Marche e da ben 50 anni dà vita alla Doc Verdicchio dei Castelli di Jesi, che conta 400 produttori e 2.200 ettari distribuiti su un territorio di 25 comuni (23 in provincia di Ancona e 2 in quella di Macerata). La grande varietà dei suoli, che va da quelli di origine marina più argillosi e sabbiosi a quelli più calcarei sulle zone montuose, caratterizza la diversità delle uve che qui nascono. Vitigno autoctono di grande versatilità, il Verdicchio è in grado di dar vita a vini dagli stili più diversi, dai bianchi e spumanti di pronta beva alle riserve dal sorprendente potenziale di invecchiamento.

Old but Gold: 50 anni di Verdicchio di Jesi

Per sondare le sue capacità di evoluzione l’Istituto marchigiano di tutela vini ha organizzato a Vinitaly una degustazione dal titolo Old, but Gold, per celebrare i cinquant’anni della denominazione, che ha visto protagonisti 10 grandi Verdicchio. «Tra le circa 90 aziende produttrici premiate dalle guide enologiche nazionali», ha dichiarato Alberto Mazzoni, il direttore del maxiconsorzio che riunisce 15 delle 20 denominazioni marchigiane, «abbiamo selezionato le 10 che negli ultimi otto anni hanno ricevuto continuativamente i punteggi più alti dalle stesse pubblicazioni».

 

In degustazione per i 50 anni di Verdicchio di Jesi

 

La degustazione

Colonnara – Ubaldo Rosi, Verdicchio dei Castelli di Jesi Spumante Riserva Doc 2008

Le uve provengono dalle zone più alte di Cupramontana e Apiro (5-600 metri), dove esse raggiungono acidità importanti, su suoli di origine marina argillosi e sabbiosi. È qui che la Cantina cooperativa Colonnara (100 soci con un totale di 120 ettari, di cui 20 convertiti a biologico) seleziona le uve per il suo Metodo Classico Millesimato, che si distingue per cremosità e una nota aggraziata quasi dolce al palato. 

Sartarelli – Balciana, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2015

Prodotto solo nelle annate migliori, da singolo vigneto, su suoli prevalentemente calcarei ed esposizione a nord-est, con piante d’età media di 25 anni. Il clima qui è più fresco e la vendemmia tardiva; i grappoli sono in parte colpiti da muffa nobile che dona più complessità gustolfattiva. Il naso è ricco, grasso, mieloso, con note speziate e agrumate, liquirizia e mandorle. Fresco in bocca con finale piccante e iodato. Da non perdere; il nostro preferito della batteria.

Santa Barbara – Stefano Antonucci, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2013

La convinzione dell’azienda è che il Verdicchio (che arriva da vecchi vigneti) si esprima al meglio sia in fermentazione sia in affinamento col legno. Stefano Antonucci, che porta il nome del suo produttore, nasce dall’utilizzo di legni diversi, sia per tipologia sia per grandezza, e al naso rivela note tostate e di torrefazione, con un sorso voluminoso e sapido, e finale agrumato.

Pievalta – Dominè, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2011

Nel 2002 Barone Pizzini valica i confini della Franciacorta e scende fino alla zona dei Castelli di Jesi. Qui inizia la sua avventura marchigiana con Pievalta, azienda biodinamica certificata Demeter. Dominè è un blend di due anime del Verdicchio: quella di Maiolati Spontini, sulla riva sinistra dell’Esino, con suoli calcarei argillosi che danno vita a vini delicati ed eleganti; quella di San Paolo di Jesi, contrada Follonica, sulla riva destra, con suoli argillo-calcarei e sabbiosi per vini più austeri, sapidi e di grande energia.

Marotti Campi – Salmariano, Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva Docg 2010

Dalla collina di Sant’Amico a Morro d’Alba, a 180 metri sul mare, arriva questo Verdicchio che affina 12 mesi in acciaio e per il 20% in piccole botti di rovere francese. Profumi di ginestra, sambuco e note marine e minerali insieme. Sorso di grande struttura, con spalla acida a sostegno dei richiami fruttati, e quasi salato sul finale.

Vallerosa Bonci – San Michele, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2009

Cru in contrada San Michele (tra le più antiche e vocate per la produzione del Verdicchio), a 400 metri, esposto a sud, con clima fresco e terreno argilloso. Selezione manuale delle uve, basse rese e raccolta manuale. Vino perfetto per l’invecchiamento fino ai 10 anni. Bouquet ampio e complesso, floreale e fruttato. In bocca spiccano salvia, pesca, albicocca e acacia, con finale pungente e retrogusto di mandorla.

Umani Ronchi – Vecchie Vigne CasaldiSerra, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2008

Un vino che ha fatto la storia dei Castelli di Jesi. Nasce da vecchie vigne (10 ettari) di età superiore ai 35 anni, nell’area di Montecarotto a 300 metri di altezza, su terreno molto profondo, franco argilloso. Il vino non effettua malolattica per preservare freschezza e acidità. Affina 10 mesi a contatto coi lieviti in cemento. Molto ricco e complesso sia al naso sia in bocca; la 2008 in degustazione è stata un’ottima annata.

Garofoli – Podium, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2008

Altro esempio emblematico di cosa può fare il Verdicchio invecchiato 10 anni. Anche in questo caso niente legno. Colore perfetto giallo dorato. Vino di grande struttura, elegante e ricco di profumi, caratteristiche che gli derivano da una bassa resa (70 q/ha), dalla raccolta tardiva e dalla maturazione in acciaio di 15 mesi prima dell’imbottigliamento.

Fattoria Coroncino – Coroncino, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2005

Le uve arrivano da due contrade, Coroncino, 1,8 ettari a 390 metri, e Cerrete, 2 ettari a 310 metri, su terreni prevalentemente argillosi, non lavorati, non concimati e senza antiparassitari di sintesi. Lo stile dei produttori, Lucio Canestrari e la moglie Fiorella, è quello di dar vita a prodotti di grande concentrazione ma mai stucchevoli e stancanti.

Bucci – Villa Bucci, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Doc 1997

Ventun’anni non li daresti mai a questo Verdicchio di straordinaria freschezza, altro ambasciatore dei Castelli di Jesi. Le uve provengono da cinque vigne (oggi sei) tra i 220 e i 380 metri d’altezza con piante che arrivano fino a 55 anni e sono state vinificate separatamente. Affinamento in botti grandi di Slavonia e Allier vecchie di oltre 70 anni per oltre un anno e un altro anno in bottiglia. È prodotto solo nelle annate migliori. Al naso evidenzia note di idrocarburo, quasi da Riesling, e di mandorla dolce, tipiche del Verdicchio quando invecchia o di annate particolarmente calde.

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© Riproduzione riservata - 04/05/2018

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