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Birre di Natale, è stagione di Bock e Glühbier da stappare sotto l’albero

Birre di Natale, è stagione di Bock e Glühbier da stappare sotto l’albero

Nei Paesi del Nord Europa, a cominciare dal Belgio e dalla Germania, sono molte le tradizioni legate alle feste. Le birre di Natale sono prodotti più alcolici, spesso speziati e aromatizzati, in alcuni casi da servire caldi come il vin brulé.

La birra è una bevanda estiva. Lo è per le sue caratteristiche e soprattutto per la sua immagine stereotipata, ma ancora ben solida, di prodotto leggero, poco impegnativo. Lo dimostrano i consumi, fortemente concentrati nei mesi estivi.

In effetti, una delle peculiarità vincenti della birra sta proprio nella sua facilità di beva, specie quando le temperature salgono. Ma è proprio vero che non sia adatta anche alle stagioni fredde? Assolutamente no! Le birre più alcoliche e strutturate sono perfette per i climi invernali ed esistono molte tradizioni legate al periodo natalizio.

Il successo nelle regioni fredde

Bisogna infatti ricordare che la birra si è diffusa con successo nel Nord Europa, dove gli inverni sono lunghi e rigidi. Qui, nei secoli scorsi, la forza alcolica e il residuo zuccherino erano drammaticamente importanti per l’alimentazione e non stupisce quindi che, ancora oggi, ci siano molte tradizioni legate alle birre più alcoliche in questo periodo dell’anno.

Le versioni nordiche

In quasi tutta la Germania, ad esempio, si saluta l’inverno con grande entusiasmo, perché è la stagione delle Bock, birre a bassa fermentazione ben maltate, alcoliche e corroboranti. Quando vengono presentate all’inizio di dicembre, di solito verso l’Immacolata, grandi folle si radunano di fronte ai birrifici per assaggiare la nuova annata, anche a costo di rimanere al freddo. Molti portano un guanto soltanto, per la mano che regge il bicchiere, mentre il resto del corpo è probabilmente scaldato dalla potenza etilica della birra.

Il rito propiziatorio della Franconia

In Franconia, la parte settentrionale della Baviera, sopravvive la tradizione dello Stärk’ antrinken, letteralmente “bere la forza”. La sera della vigilia dell’Epifania si bevono 12 boccali di Bock, uno per ogni mese dell’anno appena iniziato, come buon auspicio e per allontanare fantasmi e demoni. È una consuetudine molto antica, fino al 1691 era infatti il 6 gennaio, a segnare l’inizio del calendario. Le Bock hanno almeno 6,5 gradi alcolici, i boccali sono da mezzo litro: facendo i conti si capisce come non sia un’usanza alla portata di bevitori modesti.

In Belgio si aggiungono spezie e erbe

In Belgio, patria di birre già normalmente piuttosto alcoliche, sono invece le aggiunte aromatiche a dominare tradizionalmente la scena, per le feste. Quasi ogni birrificio ha la sua birra di Natale, versione molto alcolica di una Belgian Ale, spesso ma non necessariamente, arricchita di spezie o erbe.
Il concetto può essere estremizzato con le Glühbier, birre speziate, da servire calde, come il vin brulé (Glühwein, in fiammingo). La più famosa è certamente la Liefmans Glühkriek, una fermentazione mista, arricchita da ciliegie e spezie, da servire a 70 °C, scaldandola a bagnomaria. Questa idea un po’ provocatoria è stata raccolta da diversi artigiani italiani (molti anni fa il Birrificio Italiano scaldava la Prima, così come il Troll di Vernante serviva Palanfrina e Stexxa di Natale calde, con spezie aggiunte al momento).

Anche in Uk, Usa e Italia

Ovviamente il tema delle birre invernali si presta a moltissime interpretazioni, talvolta diametralmente opposte: dai malti tedeschi ai lieviti belgi, passando per i luppoli anglosassoni. Anche in Inghilterra e negli Stati Uniti, infatti, le festività invernali danno origine a moltissime etichette, a volte spinte sull’amaro, come ad esempio avviene per la famosa Sierra Nevada Celebration Ale. Ogni idea è valida, purché regali una birra più intensa, complessa ed emozionante.
In questo filone i birrifici italiani eccellono, perché i nostri artigiani sono maestri nella gestione del senso della misura e dell’equilibrio, caratteristiche fondamentali quando salgono grado alcolico, creatività e coraggio. Praticamente ogni birraio ha il suo modo di interpretare il tema e le nostre birre di Natale sono certamente tra le più originali e piacevoli al mondo. Qui ne ci citiamo soltanto una, particolarissima, ma suggeriamo di scoprire quelle legate al proprio territorio, sicuri che saranno assaggi molto interessanti.

La nostra selezione

Schlenkerla
Eiche (8% abv)

In Franconia le birre affumicate sono piuttosto tipiche. Qui resiste un modo antico di essiccare il malto d’orzo, utilizzando la legna e il fumo al posto della moderna tecnologia. In passato in tutti i birrifici si usava il fuoco, quindi è lecito pensare che tutte le birre fossero, a qualche livello, affumicate. A Bamberga questo concetto viene estremizzato e Schlenkerla è certamente l’interprete più noto a livello internazionale. Per questa potente Doppelbock viene utilizzato legno di quercia, invece del classico faggio.
Il risultato è una birra tutta centrata sui malti, con una ficcante nota affumicata (speck e scamorza) e un finale morbido, di caramello, miele di castagno e pane tostato.

LoverBeer
A Renna Glüh (8% abv)

Il birrificio di Marentino (Torino) è famoso per le birre a fermentazione mista, per le lunghe maturazioni in legno e le aggiunte di frutta. Per questa birra natalizia ispirata alla tradizione belga, la base è la Sour Sketch (una Wild Iga prodotta con aggiunta di uva Freisa e fermentata in legno con lieviti da vino), arricchita da scorza d’arancia dolce, cannella, anice stellato e chiodi di garofano. Il risultato è una birra insospettabilmente fresca, citrica e lattica, con belle note di fragolina di bosco e prugna disidratata, che gioca sui toni speziati “invernali”, molto equilibrati, e che sorprende davvero se scaldata prima del servizio.

De Dolle Brouwers
Stille Nacht (12% abv)

Dal piccolo paesino di Esen, nelle Fiandre Occidentali, arriva quest’icona imprescindibile delle feste di Natale. Una birra monumento, che dimostra quanto da queste parti il lievito sia tutto. Sembra impossibile, ogni volta che la si assaggia, che sia prodotta soltanto (se si esclude l’aggiunta di zucchero candito) con acqua, malto d’orzo, luppolo e lievito. Una birra sontuosa, con una schiuma fine, ampia e compatta e intense note di frutta candita, spezie, marzapane, pera sottospirito e panettone. In bocca è calda, morbida di alcol, ma con gasatura vivace e finale piacevolmente asciutto, segnato da grande attenuazione. Non può assolutamente mancare sotto l’albero.

Foto di apertura: con il freddo meglio scegliere birre più complesse, strutturate e ben maltate © P. Kant – Shutterstock

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© Riproduzione riservata - 07/12/2021

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