In Italia In Italia Riccardo Oldani

Bio, senza solfiti, dosaggio zero. Variazioni sul tema Prosecco

Bio, senza solfiti, dosaggio zero. Variazioni sul tema Prosecco

La concorrenza sempre più accesa fra “prosecchisti”, alcuni dei quali di dimensioni veramente importanti come Zonin o Martini, spinge alcuni produttori, soprattutto nelle colline di Conegliano e Valdobbiadene, a cercare strade alternative per distinguersi e conquistarsi nicchie di mercato. Un esempio è il Prosecco biologico, prodotto non facile da ottenere in una zona molto fitta di vigneti trattati tradizionalmente, con il rischio di contaminazioni. Alcune Cantine particolarmente determinate e vocate ci sono riuscite però.

LA FEBBRE DEL BIO – Prima fra tutti Perlage (www.perlagewines.com), che ha intrapreso questa strada fin dagli anni Ottanta, badando soprattutto al mercato tedesco, che richiede sempre di più vini bio. Gli inizi sono stati complicati, ma ora l’azienda ha una gamma estesa di Prosecco Superiore biologico e anche un biodinamico, che ha lanciato da poco, e che ha caratteristiche davvero molto interessanti. La difficoltà, spiegano in azienda, è stata soprattutto quella di trovare un ente  severo, secondo gli standard tedeschi, certificatore del biodinamico. L’azienda è dovuta andare all’estero per trovarne uno. Anche Bortolomiol (www.bortolomiol.com), tra i produttori storici della Docg, ha messo in produzione un suo Prosecco Superiore Brut biologico, denominato Ius Naturae, e la stessa cosa ha fatto di recente la cantina Il Colle (www.proseccoilcolle.it) con il Brut Colle Baio.

Molti produttori hanno deviato verso il biologico, cosa non facile data la zona fitta di vigneti trattati tradizionalmente

ABBANDONARE I SOLFITI – Altra tendenza è quella di sviluppare prodotti senza solfiti, come per esempio stanno facendo i fratelli Bortolin (www.bortolin.com) che, per un miglior controllo della produzione naturale di queste sostanze hanno eliminato il doppio passaggio della fermentazione e spumantizzazione successiva in autoclave, preferendo una spumantizzazione diretta del mosto. Procedimento non nuovo, in realtà, perché anche alcuni altri produttori lo praticano, ma che limitando al minimo il contatto con l’ossigeno, riduce la nascita spontanea di solfiti.

SPERIMENTARE IN CANTINA – Sul fronte delle vinificazioni particolari, al sistema classico di spumantizzazione in autoclave (metodo Martinotti perfezionato da Charmat, e poi adattato dal professor De Rosa per la produzione del Prosecco), si affiancano nuovi esperimenti di alcune aziende, che cercano una strada distintiva. Si va dal Dosaggio Zero Metodo Classico di Silvano Follador (www.silvanofollador.it) alla fermentazione in bottiglia, impiegata da Bellenda per il Brut Sei Uno, per una durata di cinque mesi dopo il primo imbottigliamento (www.bellenda.it), fino al Brut Zero di Col Vetoraz (www.colvetoraz.it), presentato in anteprima a VinoVip lo scorso luglio.

VERSO IL SOL LEVANTE – Ognuno cerca insomma una via per distinguersi, pur nelle pieghe di un disciplinare che antepone l’interesse del territorio e della collettività al particolare. In attesa che arrivino i cinesi. «Il mercato della Cina», ha osservato Domenico Zonin, produttore e presidente di Unione Italiana Vini, «è tutto da esplorare e ha enormi potenzialità. Se riuscissimo a far bere loro un bicchiere di vino l’anno il nostro export aumenterebbe di un milione e mezzo di ettolitri». In questo tentativo, ancora agli inizi e particolarmente difficile, il Prosecco, Doc o Docg, potrebbe giocare un ruolo importante. «Ai cinesi e agli orientali in generale», mi rivela un giornalista di Taiwan alla sua quarta visita nelle terre di Conegliano e Valdobbiadene «piace molto, soprattutto come vino per le celebrazioni e le feste. La differenza con lo Champagne non è così chiaramente percepita da quel tipo di consumatore. Anzi, il fruttato del Prosecco risulta vincente, insieme con il prezzo, di gran lunga inferiore». Le basi per piacere e affermarsi nel mondo quindi non mancano. Si tratta ora di vedere ora quanto saremo capaci di fare, a livello internazionale e interno, per non inflazionare il mercato e proteggere i nostri prodotti.

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© Riproduzione riservata - 06/11/2013

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