In Italia In Italia Anita Franzon

Amarone 2012. Fin che gh’è vin ghe sarà Anteprima?

Amarone 2012. Fin che gh’è vin ghe sarà Anteprima?

Finché c’è vino ci sarà Verona, tramanda la profezia popolare. Si sa, questi detti difficilmente sbagliano. Verona non rischia di certo l’estinzione, considerato il grande afflusso di giornalisti, addetti del settore e pubblico – in tutto 3 mila presenze – alla tredicesima anteprima del grande vino veneto: l’Amarone. All’interno del Palazzo della Gran Guardia, oltre alle opere di Van Gogh, in questo fine settimana sono esposti in bella e buona mostra 76 Amaroni, annata in anteprima la 2012.

Un giro d’affari da 315 milioni di euro

Ieri mattina, all’apertura dell’evento, Andrea Scanzi giornalista de Il Fatto Quotidiano e scrittore, ha moderato la conversazione intorno al brand Amarone a cui sono intervenuti Christian Marchesini, presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Diego Tomasi del Centro di Ricerca per la viticoltura Cra-Vit e Denis Pantini, dall’osservatorio Nomisma, che ha parlato del posizionamento dell’Amarone a livello internazionale. Nel 2015 il giro d’affari della Denominazione ha infatti toccato i 315 milioni di euro, calcolando che una bottiglia su sei è destinata all’estero dove il marchio è sempre più consolidato; un mercato in crescita e a cui prestare molta attenzione è il Canada.

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Amarone 2012 in Anteprima. Foto: Ennevi

Amarone 2012, annata difficile

L’andamento stagionale del 2012 è stato caratterizzato da una primavera umida e piovosa seguita per contrapposizione da un’estate torrida, mentre a settembre la situazione si è normalizzata. Secondo Tomasi il 2012 è da considerare un’annata difficile, ma fondamentale perché segna il forte cambiamento climatico avvenuto negli ultimi anni. La situazione anomala mette sempre più a dura prova i viticoltori che si trovano a dover stabilire nell’ultima fase di maturazione delle uve la qualità di un intero anno. Sempre Tomasi dichiara che questo sarà l’andamento che caratterizzerà anche le prossime annate.

Trend Amarone. Il divario tra futuro e tradizione

«Unico e riconoscibile, l’Amarone è un vino-icona, un vino seducente», afferma Christian Marchesini, «frutto di una terra, quella della Valpolicella, dove il 97% dei vitigni sono rimasti autoctoni». La riscoperta negli ultimi anni di varietà come l’Oseleta e il ritorno alla pergola come forma di allevamento a discapito del guyot, sta facendo crescere sempre di più il divario tra modernità e tradizione, tra diversi stili e filosofie aziendali, differenze che si ritrovano anche nei vini proposti in anteprima. Ne risultano Amaroni nel complesso pronti, morbidi, fruttati e alcolici, talvolta non sostenuti da un’adeguata struttura a causa delle difficoltà dell’annata. I più bravi sono riusciti a tradurre questo iniziale difetto in eleganza e raffinatezza.

Le assenze illustri tra i produttori

In generale molti produttori non si rispecchiano nella presentazione di un’annata così vicina. «L’anteprima va bene per chi riesce a fare un Amarone in tre anni», si lamentano alcuni. La maggior parte ha infatti proposto un campione 2012 prelevato direttamente dalla botte o dalla vasca, dichiarando che il vino sarà messo in commercio anche fra 2, 3 o addirittura più anni. Si è sentita inoltre la mancanza di alcuni grandi nomi della Valpolicella e delle storiche famiglie dell’Amarone d’Arte; tra gli assenti illustri Allegrini, Masi, Dal Forno e Quintarelli, a cui si aggiunge il malcontento di altri partecipanti che hanno dichiarato di dover riflettere sulla partecipazione alle prossime edizioni. Ciononostante questo è un evento ormai consolidato, apprezzato anche da appassionati che corrono a “celebrare” il re dei vini veneti. Fin che gh’è vin, ghe sarà Anteprima Amarone, probabilmente.

Tre Amarone 2012 che ci hanno colpito (e gli altri nostri assaggi)

Per leggere i nostri 10 migliori assaggi ad Anteprima Amarone 2016 clicca qui. Questa è un’anteprima di tre campioni particolarmente interessanti:

Bolla – Le Origini, Amarone della Valpolicella Classico Riserva Docg 2012. Corvina e Corvinone 75%, Rondinella 25%. Dopo l’appassimento avviene una macerazione pre-fermentativa a 5°C per 5 giorni, in seguito alla fermentazione affina in botti da 750 litri per 12 mesi, poi in barrique per altri 36 mesi. Rosso rubino con riflessi granati, profumi ricchi ma delicati di ciliegia, prugna, vaniglia e liquirizia. In bocca il tannino deve ancora ammorbidirsi, ma colpisce per le note calde e una buona sapidità. Un vino profondo e austero con un grande potenziale. 40 euro

Boscaini Carlo – San Giorgio, Amarone della Valpolicella Classico Docg 2012. Corvina 40%, Corvinone 40%, Rondinella 20%. Uve raccolte e selezionate a mano e appassimento in fruttai. La fermentazione continua per 20 giorni, per i primi mesi sosta in cemento, poi in botti grandi per 24 mesi. Rosso vivo e rubino, all’olfatto spiccano da subito note fruttate che con il tempo evolvono in profumi di canella e tabacco. Al gusto è più immediato: ritorna il frutto. Alcolicità e i tannini sono sostenuti da una buona struttura e freschezza. 35 euro.

Rubinelli Vajol – Amarone della Valpolicella Classico Docg 2012. Corvina 40%, Corvinone 40%, Rondinella 10%, Molinara 5%, Oseleta 5%. Le uve selezionate riposano per 4 mesi in fruttai dove avviene un appassimento tradizionale. Seguono fermentazione e macerazione a temperatura controllata e affinamento in botti di 30 ettolitri per 36 mesi. Al naso una polifonia di profumi: frutta sotto spirito, succo di pesca, ma si avverte anche il floreale con la rosa. In bocca si esprime con eleganza e autenticità, un amarone con la “a” minuscola, una scelta grafica, oltre che produttiva per evidenziare la rotondità e la morbidezza di questo vino. 45 euro.

 

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© Riproduzione riservata - 01/02/2016

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