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Annate storiche: Marco Carpineti, oasi di vitigni “reliquia”

25 Settembre 2012 Roger Sesto
Annate storiche di vini mitici (18): Lazio L’azienda insiste su un territorio a 400 metri slm, in quel di Cori, antica cittadina laziale, 56 km a sud di Roma. La tenuta, che appartiene da molte generazioni alla stessa famiglia, dal 1986 è condotta da Marco Carpineti (nella foto) che, dal 1994, porta avanti un sistema di agricoltura biologica, senza lavorazione dei terreni se non la falciatura delle erbe spontanee. Gli ettari vitati sono oggi 41, atti a esaltare alcune varietà-reliquia presenti solo nell’areale di Cori; tra quelle a bacca bianca, spiccano: Bellone, Arciprete bianco e due declinazioni locali del Greco, quasi estinte, il moro e il giallo. Tra le varietà rosse, si distinguono: Nero Buono di Cori, Montepulciano e Cesanese. Frammentate in diverse località, le vigne vantano una strategica esposizione a sud, sud-ovest, poste su terreni vocati di origine vulcanica, ricchi di scheletro: tufo nelle vigne più basse, calcaree in quelle più in quota. IL DITHYRAMBUS - Il vino di punta dell’azienda, almeno quanto a longevità, è il Dithyrambus, che origina dal vigneto Colle Paolino, a 200 metri slm, esposto a sud e assai scosceso. Le varietà qui coltivate, a partire dal 1994, sono Nero Buono di Cori al 40% e Montepulciano al 60%. La forma di allevamento è la spalliera alta, potata per avere circa 1,5 kg di uva a ceppo. Potatura rigorosa, esposizione ottimale, diradamento dei grappoli da maggio a luglio, danno uve ben mature e ricche di estratti. Raccolte a mano a più riprese, sono lasciate a macerare sino a 15 giorni; l’affinamento si protrae per 24 mesi in fusti di rovere di varie dimensioni. Tutte queste caratteristiche conferiscono al vino una buona capacità evolutiva. «Rispetto del frutto e consapevolezza delle sue potenzialità e caratteristiche, sono la base della nostra filosofia vitivinicola», spiega Carpineti. «Alcuni dei nostri vini, poi, esprimono le proprie peculiarità solo dopo lunghi affinamenti, e questo grazie a un mix di caratteristiche pedoclimatiche, tecniche agronomiche ed enologiche. Al momento non riusciamo a porre a listino vecchie annate, ma per capire il potenziale dei nostri nettari più importanti, stiamo costituendo un archivio storico. Le vendemmie per noi più interessanti sono la 2001 e la 2007, quest’ultima ancora in pieno divenire».

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