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Addio al principe Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi Altemps, produttore appassionato della Tenuta di Fiorano

3 Dicembre 2025 Jessica Bordoni
Addio al principe Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi Altemps, produttore appassionato della Tenuta di Fiorano
Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi a WOW! Milano 2024

L’imprenditore, titolare della proprietà a ridosso dell’Appia Antica dove è nato di uno dei primi tagli bordolesi italiani, si è spento a soli 53 anni. A lui si deve il rilancio dell’attività di famiglia, proseguendo e innovando la visione pionieristica dello zio Alberico

Il mondo del vino piange la morte del principe Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi Altemps, portato via troppo presto – a soli 53 anni – da una brutta malattia sopravvenuta pochi mesi fa. Discendente di uno dei casati più importanti dell’aristocrazia romana, con antenati illustri quali papa Gregorio XIII e papa Gregorio XV, si era avvicinato alla produzione enologica all’inizio degli anni Duemila, recuperando e rilanciando con determinazione e dedizione la Tenuta di Fiorano alle porte della Capitale.

Il rilancio del progetto di famiglia

“Uomo di rara gentilezza, generosità ed educazione, incarnava con naturalezza i valori più alti della nostra tradizione. Un vero signore, sempre disponibile, attento e partecipe. La sua perdita lascia un vuoto profondo nella nostra comunità. La sua presenza, il suo stile e il suo esempio resteranno con noi”. Così lo ricorda il Gran Magistero e la Gran Cancelleria degli Ordini dinastici della Real Casa di Savoia, dove Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi ha prestato servizio come presidente della Giunta e come membro del Consiglio per 23 anni.
Imprenditore appassionato e stimato, poco più che ventenne, aveva fatto suo il progetto enologico pionieristico avviato dallo zio Alberico Boncompagni Ludovisi, che negli anni 40-50 decise di impiantare nei terreni di famiglia a ridosso dell’Appia Antica varietà alloctone come il Cabernet Sauvignon, il Merlot (dal cui blend nacque uno dei primi tagli bordolesi di fattura italiana), la Malvasia di Candia e uno sconosciuto, per l’epoca, Sémillon.

Visione moderna e lungimirante

La storia narra che Alberico, uomo misterioso e amico fraterno di Tancredi Biondi Santi e Luigi Veronelli, continuò a produrre vini fino al 1998 quando espiantò quasi tutto il vigneto senza dare spiegazioni, con un’uscita di scena degna della sua nomea. Il cugino Paolo Boncompagni Ludovisi e suo figlio Alessandrojacopo, già proprietari di una parte dei terreni, iniziarono ad occuparsi della Tenuta imprimendole una nuova direzione. Il merito va soprattutto Alessandrojacopo, che tra il 1999 e il 2004 acquisì altri 13 ettari vicino al nucleo iniziale, impiantò con il padre un vigneto sperimentale davanti la Villa di Santa Fresca e, con il supporto di Alberico che gli cedette i diritti di reimpianto, impostò un nuovo vigneto sul modello di quello espiantato dallo zio, che lo guidò anche nella scelta dei terreni dei cloni.

Vini apprezzati in tutto il mondo

Conduzione sostenibile e rigorosamente biologica, che coinvolge tutti gli attuali 200 ettari di terreni che compongono la tenuta, tra vigneti, uliveti, terreni seminativi e pascoli. Il successo internazionale di pubblico e di critica del Fiorano Rosso (matrimonio di Cabernet e Merlot affinati in vecchi fusti di rovere di Slavonia), del Fiorano Bianco (Grechetto e Viognier sur lies in botti di rovere e di castagno) ma anche dei fratelli minori Fioranello bianco e rosso, è la prova più tangibile del grande impegno portato avanti da Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi e dal suo fedele team di maestranze negli ultimi 25 anni. L’ultima sfida, di cui andava molto fiero, è quella legata al Fiorano Sémillon, un vino già apprezzato negli anni Settanta da Veronelli che aveva fatto rinascere con la vendemmia 2021, da vigne impiantate nel 2015.Naturale eleganza e gentilezza
Un uomo nobile di casata e d’animo, Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi portava con naturale eleganza e senza snobismi il peso del suo nome. E aveva scelto di “metterci la faccia”, partecipando in prima persona alle attività aziendali, presenziando a numerosi eventi di settore e campeggiando spesso dietro ai banchetti di degustazione per raccontare direttamente i suoi vini con il garbo e l’affabilità che lo contraddistinguevano.

Da parte della redazione e direzione di Civiltà del bere le più sentite condoglianze alla moglie Maria Carolina e a tutti i suoi cari.

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