Grande promotore delle varietà autoctone regionali, che ha contribuito a rilanciare, il produttore si è spento a 69 anni lo scorso 8 dicembre. Lo ricorderemo per il suo acume intellettuale e l’approccio umanistico che applicava anche ai suoi vini “concettuali”
Il mondo del vino italiano piange la perdita di Luigi Cataldi Madonna, mancato l’8 dicembre 2025 a soli 69 anni a causa di un malore. Uomo colto e appassionato, è stato un punto di riferimento imprescindibile per la viticoltura abruzzese, che ha contribuito a rinnovare profondamente a partire dagli anni Novanta con la Cantina di famiglia Cataldi Madonna di Ofena (L’Aquila), fondata nel 1920 da suo nonno, il barone Luigi, ed ereditata dal padre Antonio, architetto, il quale per primo avviò l’imbottigliamento nel 1975. Luigi Cataldi Madonna era per tutti il professore e filosofo del vino abruzzese.
La carriera universitaria e i vini “concettuali”
Nato nel 1956, dopo la laurea in Lettere Classiche all’Università degli Studi di Roma, è stato per vent’anni professore ordinario di Filosofia all’Università dell’Aquila. Aveva scelto di applicare la sua cultura e visione umanistica anche nel lavoro in vigna e in cantina, e non a caso definiva i suoi vini “concettuali”. Non perché astrusi o difficili da capire, ma perché figli di un’idea, un progetto che li spiegava e autenticava. Sul sito aziendale campeggia questa frase, seguita dalla sua firma: “Per fare bisogna prima pensare e senza un pensiero non si può fare un vino. Il pensiero, come l’arte, moltiplica la natura”.
La valorizzazione del forno d’Abruzzo
Sostenitore della viticoltura di montagna, si impegnò a far conoscere e valorizzare il forno d’Abruzzo: quel piccolo altopiano di circa 10 kmq in cui si trova il paese di Ofena, caratterizzato da importanti escursioni termiche giorno-notte grazie alla presenza del Calderone, l’unico ghiacciaio degli Appennini e il più a sud del nostro emisfero. Un “forno con annesso un frigorifero”, come lo definiva lui.
La proprietà aziendale si estende per 30 ettari vitati tra i 320 e i 440 metri di altitudine e il nome di Luigi Cataldi Madonna è indissolubilmente legato al rilancio del Pecorino, ma anche del Cerasuolo e del Trebbiano, con etichette apprezzatissime dalla critica come dal grande. Vini monovarietali precisi, compiuti, spesso figli di lunghe sperimentazioni e controprove, realizzati in riduzione (ovvero in assenza di ossigeno) utilizzando uve certificate biologiche dal 2016.
Da parte della redazione di Civiltà del bere le più sentite condoglianze alla sua famiglia e in particolare alla figlia Giulia, che qualche anno fa aveva preso le redini aziendali firmando a quattro mani con il padre nel 2024 il libro Il vino è rosa (Topic Edizioni).