A Sorgono tra folclore e riflessioni sui mercati
L’evento Wine&Sardinia ha portato appassionati e professionisti nel centro dell’isola, tra vini dalla forte personalità e convegni su enoturismo, biodiversità ed export. Tre esperti da Regno Unito, Belgio e Svizzera hanno dato il loro contributo.
“Sorgono è un comune italiano della provincia di Nuoro in Sardegna. Posto nel centro geografico dell’isola, è il capoluogo storico di mandamento della subregione Mandrolisai della Barbagia, ospitando i servizi alla popolazione per tutto il circondario, tra cui l’ospedale e l’esattoria”. Così Wikipedia.
In questo paese equilontano da Cagliari, Olbia e Alghero, e per questo forse preservatosi autentico, da qualche anno la proloco ha deciso di puntare anche sul vino, inserendo Wine&Sardinia – con banchi d’assaggio e conferenze – nell’offerta turistica, all’interno di un circuito che anima la Barbagia con feste nei villaggi, tra mostre mercato di prodotti locali, musica e danze popolari. I 1.680 abitanti di Sorgono sono quasi tutti coinvolti nei festeggiamenti, aprono le proprie case (alcune meticolosamente restaurate) e i cortili. È il momento delle cortes apertas, dove ci si incontra, due chiacchiere e l’assaggio del vino che qui ciascuno si autoproduce, sottraendo qualche litro alla disponibilità della Cantina sociale del Mandrolisai, la vera istituzione locale.
Oasi enologica e culturale
Il pubblico arriva dai dintorni, da Samugheo, noto per i tappeti artigianali, che è il più grande paese in zona con oltre 3.000 anime. Chi arriva da più lontano, dall’Ogliastra o dal Sulcis, ad esempio, sbarca dall’auto con il volto tirato di chi ha concluso una traversata. Ma il vino vale il viaggio, questo Mandrolisai che nasce in un’oasi di biodiversità, così protetto da boschi, lecceti e querce da sughero, impreziosito da fazzoletti di vigne anche centenarie, un prodotto che si mantiene anch’esso autentico grazie alle distanze, che non sempre nuocciono. E la zona cresce in reputazione, come dimostra il fiorire di Cantine: erano un paio, oggi sono circa 30, molte delle quali comunque ancora legate alla madre, ossia quella “sociale” che ti accoglie all’ingresso del borgo.
La mission di Wine&Sardinia
Il salone Wine&Sardinia, che si è svolto dal 21 al 23 ottobre, è un progetto che intende valorizzare il centro della Sardegna, quale polo enologico e culturale. Qui, oltre ai numerosi assaggi e masterclass (particolarmente interessante il confronto tra i diversi stili di Vernaccia di Oristano), si sono tenuti tre convegni su temi di attualità, quali lo sviluppo enoturistico dell’isola, la biodiversità nel mondo del vino (con Antonio Manca, vice-presidente Assoenologi, Antonio Furesi, presidente Ais Sardegna, e Luca Mercenaro dell’Università di Sassari) e quello coordinato dalla nostra testata sulle prospettive del vino sardo sui mercati internazionali, di cui riportiamo una sintesi.
Come vendere i vini dell’isola nel mondo
Per crescere è necessario confrontarsi, come dimostra l’idea degli organizzatori di Wine&Sardinia, che non hanno temuto di chiamare nella recondita Sorgono tre specialisti del commercio internazionale per capire come migliorare la posizione del vino sardo sui mercati internazionali. Coordinati da Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del bere, media partner dell’evento, sono intervenuti a Sorgono Christophe Heynen MW dal Belgio, importatore in Lussemburgo, Belgio, Francia e Svizzera di lingua francese; Leo Addis di Eurowines, importatore nel Regno Unito, e Antonio Stopper di Stoppervini Enomarketing da Lugano, agente di importazione attivo sui mercati svizzero, tedesco e austriaco.
La conversazione è partita dalla descrizione del mercato belga, diviso tra nord fiammingo dall’approccio germanico e sud vallese di cultura latina. «Ciò che vorrei segnalare», ha detto Heynen, «è che anche la Francia si sta aprendo al vino italiano. In Borgogna – per i loro campanilismi – bevono più volentieri vini italiani che bordolesi».
Lavorare sull’immagine della Sardegna
Leo Addis ha raccontato che Eurowines alle origini si chiamava Wines of Sardinia. Ha parlato di un mercato maturo, dove si può fare un buon lavoro sull’alta gamma con la ristorazione, ma vi è una divisione netta tra la piazza di Londra e il resto del Paese. «La Scozia può essere considerata un mondo a sé», ha commentato Addis, «tanto che ci appoggiamo a partner locali, perché si rifiutano di lavorare con chi ha base a Londra». Attento alle dinamiche regionali, ha evidenziato come negli anni ’80 e ’90 la Sardegna fosse molto avanzata rispetto a molti concorrenti, mentre oggi lo spazio si è ristretto, e non basta più la base degli expat dei ristoratori sardi. «Ora per competere è necessario lavorare sull’immagine della Sardegna, promuovendo un’idea di vino regionale».
I marchi famosi garantiscono sicurezza
Sui mercati di lingua tedesca, Antonio Stopper (che non è potuto intervenire la mattina al talk-show, ma ha raggiunto il salone nel pomeriggio) della svizzera Stoppervini segnala che le cose non stanno andando male: «Dopo la pandemia c’è un ritorno alle marche note, alle regioni con sui si è sempre lavorato bene». Questa dinamica è comune a diversi mercati, condivisa dagli altri relatori, e le spiegazioni sono diverse, dalle difficoltà degli operatori dell’on-trade (ristoranti in primis), che preferiscono lavorare con prodotti noti poiché manca il tempo di formare collaboratori in continuo turn-over, alle dinamiche degli importatori e dei distributori che, post pandemia, hanno preferito rinsaldare i rapporti con i fornitori.
Le cantine protagoniste
Cantina del Mandrolisai (Sorgono)
Cantina di Santadi (Santadi)
Corona Ruia (Sorso)
Deaddis (Sedini)
Famiglia Orro (Tramatza)
Filigheddu (Palau)
Flore (Atzara)
Fradiles (Atzara)
Gebelias (Lanusei)
Genna Manna (Laconi)
I Garagisti di Sorgono (Sorgono)
La Dolce Vigna (Atzara)
Locci’s Domu (S. Giovanni Suergiu)
Lotta (S. Nicolò d’Arcidano)
Meana Terra del Mandrolisai (Meana Sardo)
Mont’e Prama (Santa Giusta)
Muggittu (Mamoiada)
Murru (Orgosolo)
Muscazega (Luras)
Nuovi Poderi (Senorbi)
Pisu Luigi (Atzara)
Quartomoro (Marrubiu)
Su Binariu (Sorgono)
Su Connottu (Sorgono)
Trè Biddas (Sorgono)
Trexenta (Senorbi)
U-Tabarka (Carloforte)
Udus (Uta)
Vini TraMonti (Sorso)
Viticola Mereu (Sorgono)
Foto di apertura: al salone Wine&Sardinia di Sorgono in degustazione i vini di 30 Cantine dell’isola
Tag: Antonio Stopper, Christophe Heynen MW, Leo Addis, Sorgono, Wine&Sardinia© Riproduzione riservata - 13/11/2023