In Italia

In Italia

A Milano festa per i 10 anni dei Dépositaires Dom Pérignon (e del Ristorante Cracco)

31 Maggio 2011 Alessandro Torcoli
Rubo la battuta alla collega che mi siede accanto: "E' inutile girarci intorno, ci sono gli Champagne, e poi c'è Dom Pérignon". Sembra uno slogan , ma l'esclamazione è nata spontanea neppure sorseggiando i più rari millesimi offerti per l'occasione, bensì l'ultimo in circolazione, il 2002. Possiamo sottoscrivere, al limite potremmo citare un altro paio di Maison, ma in sostanza il Dom ha davvero un'identità spiccata e soprattutto, ciò che lo premia, un equilibrio perfetto nelle pur notevoli espressioni d'annata. Tali filosofiche elucubrazioni sono emerse durante i festeggiamenti di ieri a Milano (oggi si replica a Roma). Il circuito dei Dépositaires Dom Pérignon, infatti, una ventina di prestigiosi locali italiani che custodiscono le annate storiche del Dom, ha compiuto 10 anni e li ha festeggiati ufficialmente ieri al Ristorante Cracco di Milano, primo tra i dépositaire del nostro Paese, che a sua volta brinda al primo decennio di attività. L’evento, riservato a un selezionato gruppo di professionisti del settore, si è svolto all’insegna della più raffinata gastronomia. Lo chef de cave Richard Geoffroy ha proposto tre gioielli dell’azienda francese: Dom Pérignon Vintage 2002, «un vino magnetico e al tempo stesso elusivo», energico e caldo in bocca, con note fruttate a cui seguono accenti più profondi e un amaro di sottofondo; Dom Pérignon Oenothéque 1996, dal sentore di pralina e poi cedro e fichi secchi, con note di iodio e torba, una struttura decisa, ricca e persistente; e Dom Pérignon Rosé Vintage 2000, la perla rara della Maison, la sua espressione più intrigante e audace, «uno Champagne estroverso che rende onore al Pinot nero, arrivando quasi al punto di contraddizione, poiché lo spirito del Dom Pérignon tende a raggiungere un equilibrio perfetto tra uve bianche e nere (Chardonnay e Pinot noir). Ed è proprio questo che lo rende così allettante». Quale chicca finale, il simposio si è chiuso con due gioielli: i millesimi 1990 e 1973, intriganti, complessi, l'essenza del grande vino che segue con forza la sfida del tempo. Carlo Cracco ha proposto gli abbinamenti: salmone marinato e foie gras, uovo di quaglia e tagliolini di riso e caviale con il Vintage 2002; riso, sesamo nero e mela con l’Oenoteque 1996; vitello arrosto gratinato alle nocciole e sambuco per il grande Rosé Vintage 2000. L’obiettivo dei Dépositaires Dom Pérignon è quello di tenere, “sorvegliare” le vecchie annate delle etichette della Maison e proporle ai propri clienti esclusivi. I membri vengono coinvolti in iniziative pensate apposta per loro, come cene a tema, verticali di annate preziose, seminari per sommelier, attivazioni co-marketing e presenza sul sito internazionale dell’azienda. Inoltre, accedono in esclusiva ad annate introvabili come l’Oenotèque  Blanc 1969, 1970, 1971, 1973, 1996 o la versione Rosé 1982, 1985, 1988 e 1990. In occasione dell’anniversario, infine, è stata creata un’applicazione per iPhone con Geo locator e ciascun dépositaire ha ricevuto una flight case trasparente con una bottiglia di Dom Pérignon e due calici personalizzata con il proprio nome. I locali del circuito italiano sono: Acanto dell’Hotel Principe di Savoia di Milano, Al Sorriso di Soriso (Novara), Al Tramezzo di Parma, Antica Osteria del Ponte di Cassinetta di Lugagnano (Milano), Bulgari di Milano, Cracco di Milano, Dal Pescatore di Canneto sull’Oglio (Mantova), Da Vittorio di Brusaporto (Bergamo), Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui due Golfi (Napoli), Enoteca Pinchiorri di Firenze, Il Cecchini di Pasiano di Pordenone, Trussardi alla Scala di Milano, La Ciau del Tornavento di Treiso (Cuneo), La Pergola di Vezza d’Alba (Cuneo), Le Calandre di Rubano (Padova), Marco Fadiga Bistrot di Bologna, Osteria Cera di Lughetto di Campagna Lupia (Venezia), Osteria La Francescana di Modena, Seven Stars Galleria by TownHouse di Milano e Villa Fiordaliso di Gardone Riviera (Brescia). Guarda un passaggio del discorso di Geoffroy da Cracco.

In Italia

Cadgal, l’altra faccia del Moscato d’Asti

Alessandro Varagnolo, che guida la Cantina piemontese dal 2023, mira a dare […]

Leggi tutto

VinoVip al Forte: alla 3^ edizione del summit riflettori puntati sui grandi bianchi e sui giovani

La biennale “marittima” di Civiltà del bere si è svolta l’8-9 giugno […]

Leggi tutto

9 Morellino del Cuore + 1 di vecchia annata

I 10 campioni di Tenuta Agostinetto, Poggioargentiera, Cantina Vignaioli del Morellino di […]

Leggi tutto

La linea Ritratti di La-Vis si rinnova

Rinasce la storica gamma della Cantina trentina che comprende Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer, […]

Leggi tutto

Monteverro all’Enoluogo: il grand vin bordolese-mediterraneo sfida il tempo

Il salotto milanese di Civiltà del bere ha ospitato una verticale di […]

Leggi tutto

Il futuro del Cannonau è giovane

Non solo rosso, ma anche spumante, rosato, passito e liquoroso. È quanto […]

Leggi tutto

Breve giro in Calabria, tra pionieri ed emergenti

Durante il Vinitaly abbiamo incontrato cinque imprenditori, dalle storie molto diverse, che […]

Leggi tutto

Il Ludwig di Elena Walch è il miglior Pinot nero d’Italia

Seguono a stretto giro la Riserva Burgum Novum di Castelfeder e la […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati