Dalle Nostre Rubriche

In Italia

In Italia

Densità d’impianto fitta o non fitta?

19 Settembre 2019 Roger Sesto
Densità d’impianto fitta o non fitta?

Come si sceglie la densità d’impianto di un vigneto? Per trovare la soluzione migliore in termini di numero di ceppi/ettaro, spazio dell’interfila e altezza della chioma bisogna fare i conti con vitigni, terroir e global warming. Proviamo a fare chiarezza, dal modello francese a quelli più moderati di oggi.

In Italia negli anni Sessanta c’erano aree a viticoltura relativamente specializzata e comprensori a viticoltura promiscua, come ricorda Angelo Divittini di Sata Studio Agronomico. Le prime corrispondono a quelle zone dove, per ragioni logistiche o di fertilità, non si può coltivare altro. Contesti rari, quasi mai monocolturali al 100%; la fittezza non dipende da valutazioni agronomiche, ma dall’ottimizzazione dello spazio disponibile. I secondi, assai più diffusi, insistono in presenza di spazi adeguati a consentire distanze d’impianto più larghe.

Dalle viti “maritate” in poi

Si consideri che l’azienda agricola italiana sino a questo periodo è quasi sempre promiscua, a garanzia della propria autonomia. Gli spazi coltivati vedono la presenza di alberate, ossia viti “maritate” a un tutore vivo: alberi da frutto o gelsi per l’allevamento dei bachi da seta. Peraltro, sempre negli anni Sessanta, con l’affermazione dei vigneti dotati di portainnesto americano e con l’avvento di una viticoltura che può cominciare a dirsi “moderna”, l’atteggiamento nei confronti delle densità di impianto muta.

Esempio di impianto storico ad ampia fittezza

Si afferma il monovitigno e si guarda alla Francia

Con gli anni Settanta-Ottanta la nostra viticoltura diventa una fonte privilegiata di reddito. Serve quindi produrre, per la maggior parte della superficie nazionale, o sostenere il prestigio a livello internazionale delle aree storicamente più riconosciute. Nell’evoluzione dei mezzi agricoli domina la potenza, e così si realizzano gli impianti specializzati con distanze sempre più larghe per adeguarli alle nuove macchine. L’attenzione nei confronti della qualità delle aree viticole di maggior pregio porta però a un distinguo: lì vengono rispettate le antiche impostazioni a fittezza più elevata. Non solo.

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium

Abbonati ora! €20 per un anno

ACQUISTA

Se sei già abbonato accedi.

In Italia

Tenuta Meraviglia, una ex cava ospita il nuovo investimento milionario di Alejandro Bulgheroni

Una cantina moderna e visionaria di 7.000 mq sul confine meridionale della […]

Leggi tutto

Cantine Lvnae lancia il progetto artistico dedicato a Numero Chiuso

In tutto 20 Jeroboam-sculture firmate dal designer Andrea Del Sere per celebrare […]

Leggi tutto

Il talk show di VinoVip al Forte ha acceso i riflettori sui giovani

Al centro dell’incontro tenutosi a Villa Bertelli lo scorso 9 giugno c’erano […]

Leggi tutto

Storia (e la prima verticale) del Carménère San Leonardo

Mai sino ad oggi erano state messe in fila diverse annate (due […]

Leggi tutto

Il “vino naturale”, corsi e ricorsi storici di un movimento che non sa fare sistema

Le polemiche emerse durante l’ultima edizione del Vinitaly hanno radici antiche, se […]

Leggi tutto

Dalla sala degli antenati entriamo nella galassia Frescobaldi

A Nipozzano, negli ambienti dell’affascinante castello medievale, accompagnati dai responsabili delle singole […]

Leggi tutto

VinoVip al Forte: ripensiamo i concetti base dei grandi bianchi italiani

Termini come longevità, esclusività, artigianalità e biodiversità, un tempo fondamentali nella definizione […]

Leggi tutto

Vini di Montagna (11): la Val di Non

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

Cadgal, l’altra faccia del Moscato d’Asti

Alessandro Varagnolo, che guida la Cantina piemontese dal 2023, mira a dare […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati