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Marzemina bianca, la Sciampagna riscoperta da Firmino Miotti

6 Gennaio 2019 Roger Sesto

La Marzemina bianca, conosciuta anche come Sciampagna, è una varietà veneta originariamente coltivata nella fascia collinare compresa tra la provincia di Pordenone e la zona di Breganze (Vicenza). Ma pare abbia lontane origini borgognone e sia giunta in Triveneto attraverso la Germania e poi la Svizzera.

Alcune sue tracce sono state rinvenute anche sul lago di Como, in Oltrepò Pavese, a Marostica, Bassano del Grappa e in Trentino, dove pare essere stata un’uva da tavola. Alcuni lo ritengono molto vicino allo Chasselas dorato, mentre non è una mutazione in bianco del ben più noto Marzemino.

Dà vita a vini sapidi e pieni

Oggi, pur in modo limitato, si trova sui colli trevigiani, padovani e vicentini, con tracce sui Colli Euganei, nel veneziano e nel bresciano. Può concorrere in uvaggio nel Torchiato di Fregona e nel Torcolato. Dal grappolo allungato e compatto, alato, presenta grossi acini con buccia spessa, pruinosa, dorata; la maturazione è precoce. I vini che ne derivano sono finemente fruttati, dal gusto pieno, sapido, con finale gradevolmente amaricante. La Marzemina bianca si presta bene anche alla produzione di vini frizzanti e a vendemmie tardive.

Franca Miotti

Il Sampagna di Miotti, senza solfiti aggiunti

Tra i principali interpreti di questa varietà, figura oggi l’azienda Firmino Miotti di Breganze. Racconta Franca Miotti, figlia di patron Firmino: «La Marzemina bianca è varietà veneta di antica coltivazione le cui notizie storiche certe risalgono al 1679, pur se quasi abbandonata dopo l’avvento della fillossera. Noi Miotti siamo stati tra i primi a riscoprirla, vinificandola in purezza. Facciamo in modo che il vino completi parte della sua fermentazione in bottiglia e sur lies, così da ottenerne una versione frizzante, che non contiene solfiti aggiunti. Il nostro Sampagna bianco frizzante profuma intensamente di glicini e giglio. In bocca è molto morbido, sapido e fruttato, un vino molto beverino, da antipasti e crostacei. Si può consumare torbido o facendolo decantare per separarlo dai lieviti in sospensione».

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