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Weekend in Monferrato. Un fine settimana cullati dalle colline

14 Febbraio 2016 Anita Franzon
In cerca di consigli per un weekend in Monferrato? Le Langhe sono un territorio sacro per enofili e amanti di paesaggi collinari, ma solo i più curiosi si fermano nel Monferrato, altrettanto affascinante e culla di ottimi vini. Secondo la leggenda fu Aleramo, capostipite dei Marchesi del Monferrato, a stabilire i confini dell'area cavalcando per tre giorni senza sosta. Ma il cavaliere, non avendo a disposizione strumenti per ferrare il suo destriero, utilizzò un mattone, mòn in piemontese. Fu così che grazie al suo mòn-ferrà delimitò la zona da allora conosciuta sotto questo nome.

Da dove cominciare

È difficile racchiudere in un solo sguardo quest'area, che si divide a partire da nord in Basso Monferrato, Monferrato Astigiano e Alto Monferrato. Esiste un punto strategico da cui si può abbracciare gran parte del territorio delle province di Asti e Alessandria: è la torre dei Contini, antica torretta di sorveglianza che si raggiunge partendo da Canelli e salendo verso la frazione di Santa Libera. Da lì si possono seguire i cartelli e camminare tra le vigne. Dalla cima alla torre si gode di un panorama a 360 gradi. L'inconfondibile profilo del Monviso segna l'orizzonte nelle giornate limpide e poi scivola di colpo verso la pianura, si incontrano le colline dolci del Monferrato fino a quelle appuntite delle Langhe, infine a sud gli Appennini da cui ci si aspetta «dietro una curva improvvisamente il mare», come canta Fossati. Le colline monferrine costellate di chiese romaniche e ricoperte di vigneti interrotti da borghi arroccati, meriterebbero un successo turistico che non è ancora decollato, ma proprio questo dettaglio rende il Monferrato un luogo autentico e tutto da scoprire.

Weekend in Monferrato per winelover. Metodo Classico o Barbera?

Per la sua importanza paesaggistica e storica il Monferrato ha ottenuto nel 2014 il riconoscimento Unesco. Nelle 'cattedrali sotterranee' di Canelli, nell'astigiano, chilometri di labirintiche cantine dove affinano i migliori spumanti della regione, Carlo Gancia fece la storia del vino italiano. Da Contratto la cantina è scavata nel tufo e le gallerie scendono nel sottosuolo fino a 30 metri, dove riposano milioni di bottiglie di spumante Metodo Classico. La visita con degustazione è possibile su prenotazione. A poche centinaia di metri, seguendo la via che porta verso Alba, si trova Coppo, altra realtà storica e prestigiosa, dove oltre a spumanti, vengono prodotti corposi vini rossi dal vitigno principe del Monferrato: la Barbera. Gli amanti di questa varietà non possono, però, rinunciare alla visita con degustazione da Braida a Rocchetta Tanaro. Qui il sorriso di Giacomo Bologna, fondatore dell'azienda, è ancora impresso sui vini: Bricco dell'Uccellone, Bricco della Bigotta, Montebruna, Ai Suma e la vivace Monella. Dai Bologna è anche possibile ristorare.

L'ospitalità in Cantina tra Freisa e Moscato

Superando Asti e procedendo verso Casale Monferrato, la sosta d'obbligo è a Grazzano Badoglio dove Tenuta Santa Caterina offre non solo visita e assaggi in cantina, ma il pernottamento in un lussuoso relais. Grignolino, Barbera e Freisa sono i vitigni della zona, ma qui si può trovare un vino che esce fuori dai confini tracciati da Aleramo: Silente delle Marne è Chardonnay 100%. Accanto a una fetta di torta di nocciole servita con tiepida crema di zabaione è importante accostare un vino dolce territoriale: il Moscato. Due le aziende da visitare: Scagliola e il suo Volo di Farfalle, leggero e delicato come il suo nome; ma sconfinando nella Langa Astigiana, al Forteto della Luja si può assaggiare una chicca legata a una delle più piccole Doc italiane: il Loazzolo, moscato passito. La famiglia Scaglione accoglie gentilmente gli ospiti per visite e degustazioni nell'azienda immersa in un'oasi WWF.

Gli indirizzi giusti

Dove mangiare: Doc, Altavilla Monferrato (0142.92.61.79): bar-trattoria dai prezzi onesti e qualità alta, materie prime scelte e conduzione familiare. Come a casa. I Bologna, Rocchetta Tanaro (www.trattoriaibologna.it): alta cucina casalinga. Su prenotazione si possono provare alcuni piatti tipici della cucina piemontese come bollito o bagna cauda. Un'esperienza. La casa nel bosco, Cassinasco (www.casanelbosco.com): Gianni e Mina sono un'istituzione e una sicurezza, le materie prime dei loro piatti provengono da orto e frutteto di casa, il vino lo consiglia Gianni e non delude mai. Tambass, Rocca d'Arazzo (www.tambassteatrocucina.it): Tambass è il tamburello, gioco piemontese. Commistione tra teatro e cucina, i camerieri in realtà sono attori e tra una portata e l'altra recitano la loro parte. Tantì, Nizza Monferrato (www.ristorantinotanti.it): la farinata di ceci è un piatto tipico del Monferrato e Tantì era uno storico venditore di questa delizia, che oggi è rimasta immutata nella sua semplicità. Anche da asporto. Dove dormire: Agriturismo Cinque Camini, San Mazano Oliveto (www.cinquecamini.it) La casa in collina, Canelli (www.casaincollina.com) Relais Tenuta Santa Caterina, Grazzano Badoglio (www.tenuta-santa-caterina.it/relais/)

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