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A Milano si presenta l’Abruzzo in movimento

23 Settembre 2013 Jessica Bordoni
Tempo di moda a Milano. Nei giorni delle sfilate haute couture autunno-inverno, c’è spazio anche per la “passerella enologica” firmata Consorzio di tutela Vini d’Abruzzo, Consorzio Colline Teramane e Movimento turismo del Vino d’Abruzzo: una superdegustazione di 30 Cantine della "regione verde d’Europa" con 90 etichette tra rossi, bianchi, bollicine e rosé presentate direttamente dai loro produttori. DUE GIORNI PER IL GRANDE PUBBLICO E I PROFESSIONISTI - Boom di presenze per Abruzzo di sera, l’appuntamento inaugurale pensato per il grande pubblico il 22 settembre nella sala Liberty dell’Osteria il Treno - Arte e diletto Club; oggi, invece, dalle 10 alle 16.30 il tasting ha coinvolto esclusivamente i ristoratori e gli operatori del settore. Civiltà del bere ha fatto un giro tra i banchi d’assaggio alla scoperta dei cosiddetti trend di consumo, in un percorso degustativo che abbraccia tradizione e modernità. PAROLA AI PRESIDENTI VERNA E NICODEMI - Prima di far parlare i titolari, ecco il commento dei presidenti dei Consorzi, Tonino Verna per l’ente di tutela della Doc Abruzzo, e Nicola Nicodemi per la Docg Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane, che hanno voluto essere presenti alla manifestazione. «Dopo l’evento organizzato nel 2012 al Museo dei Navigli (leggi il post La Milano da bere sceglierà Passerina o Pecorino?), che ha riscosso un interesse vastissimo nel pubblico milanese, sia da parte dei consumatori finali sia dagli operatori», ha spiegato Verna, «ci è sembrato quasi d’obbligo mantenere aperto un dialogo proficuo con la Lombardia, che rappresenta uno dei mercati più interessanti e in espansione, soprattutto in vista di Milano Expo 2015, anche perché riteniamo che i nostri prodotti si sposino molto bene con la cultura enogastronomica di questa regione». «Oggi finalmente l’enologia abruzzese ha imparato a fare squadra», prosegue Nicodemi. «E questo grazie agli sforzi a livello consortile e al supporto da parte delle istituzioni governative che con i Piani di sviluppo rurale (PSR) ci permettono di promuovere il territorio. Si assiste in questi anni a una grande crescita in termini di qualità, e non solo da parte di alcune singole aziende, ma di tutto il comparto in generale. Basti pensare che la Doc Abruzzo è la seconda  più certificata d’Italia. Il Montepulciano resta la nostra punta di diamante, e poi c’è tutto il filone dei cosiddetti autoctoni, con la riscoperta di Pecorino, Passerina, Cococciola, Monsonico». I TREND SECONDO I PRODUTTORI -  «L’Abruzzo sta finalmente mostrando una nuova faccia, quella dei vini bianchi», afferma Valentina di Camillo della Tenuta I Fauri di Chieti. Ma la partita non si gioca sul Trebbiano, storico “capofila” insieme al Montepulciano: «L’ascesa degli autoctoni riguarda in primo luogo il Pecorino, ormai richiestissimo a livello nazionale», spiega Paolo Dragani del colosso cooperativo chietino Citra, «a cui fa seguito la parabola in forte ascesa della Passerina, di cui sentiremo sempre più parlare nei prossimi anni». Al centro, quindi, c’è «la filosofia del territorio», per dirla con Corrado De Angelis Corvi dell’omonima azienda di Controguerra (Teramo), con etichette in purezza e poco uso del legno, che permettono ai varietali di esprimersi al meglio. Vini freschi, d’annata, per andare incontro alle esigenze del mercato e intercettare le attese di un pubblico giovane. «Noi siamo appena usciti con il Sei%, da mosto parzialmente fermentato di uve rosse, che ha appunto un volume alcolometrico di soli sei gradi», racconta il direttore vendite Italia di Cantina Tollo Maurizio Primavera. Emerge anche una particolare attenzione al biologico e al rapporto qualità-prezzo, indispensabile in questi tempi difficili. NOVITA' IN DEGUSTAZIONE - Segnaliamo, infine, qualche chicca tra le bottiglie protagoniste della serata. A cominciare dal Trabò, versione spumantizzata della Passerina proposta dalla Cantina di Ortona, al primo anno di produzione, così come la Passerina Brut proposta dalla Cantina Miglianico. E ancora, il Rosato Biologico Terre di Chieti Igt di Feudo Antico «da uve Montepulciano in purezza selezionatissime, con rese di 80-90 quintali per ettaro. La vinificazione avviene per fermentazione spontanea, senza aggiunta di lieviti terzi ma solo indigeni e il breve passaggio sulle bucce porta a un colore tenue di buccia di cipolla. Vuole essere un’antiresi ai rosati tradizionali, uniformati. E anche una risposta al grande Cerasuolo da questa minuscola, giovane ma molto attiva Doc che è Tullum», ci precisa il direttore della Cantina Andrea Di Fabio.

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