In Italia

In Italia

Carbone: vecchie annate dai piani dell’Incoronata

27 Agosto 2013 Roger Sesto
«La Doc Aglianico del Vulture nasce nel 1971 e ratifica l’idea che l’invecchiamento dell’Aglianico in legno fosse necessario per avere etichette di qualità superiore, promuovendo un incremento della produzione di vini da invecchiamento, lasciati affinare in legno e messi in commercio non più dopo un anno, ma dopo 3-5 anni dalla vendemmia. Il legno utilizzato era soprattutto di castagno, il che conferiva spesso tannini amari. A metà degli anni Ottanta si introduce il rovere, e nascono le prime bottiglie pensate realmente per sfidare i decenni». Questa la testimonianza di Sara Carbone (nella foto), dell’omonima cantina di Melfi (www.carbonevini.it). DAL VIGNETO PIU' ANTICO - Sara ci spiega: «L’Aglianico ha di suo tannini importanti e acidità elevate: due aspetti cruciali per la longevità; oltre a questo, è proprio il tempo a smussarne le asperità giovanili e a renderlo interessante col trascorrere degli anni: l’invecchiamento non spegne i tannini, ma ne rende meno aspro il carattere e ne esalta l’eleganza, con un’acidità di fondo che mantiene fresco il vino nel tempo». Ci parla in particolare dello Stupor Mundi, Aglianico del Vulture Doc, sin dall’inizio progettato come vino di lunga tenuta. Origina da un cru, le cui uve provengono dal vigneto più vecchio, quello di piani dell’Incoronata. La vigna è trattata con la massima cura: potatura corta, diradamento fatto soprattutto per arieggiare i grappoli, vendemmia manuale. «Il vino che ne deriva vogliamo che si stabilizzi naturalmente, e per questo legno e tempo sono due fattori critici». I MILLESIMI MIGLIORI - Le chiediamo di raccontarci delle diverse annate accantonate: «Nel 2005 e 2006 abbiamo usato barrique di rovere, con tostature non accentuate, in cui il vino è rimasto per circa 12 mesi. Nel 2007 e 2008 abbiamo optato per fusti poco più grandi (330 litri) e medesima permanenza in legno. Con il 2011, prima annata che si fregerà della Docg, imponendo il nuovo disciplinare 24 mesi di elevazione in legno, abbiamo scelto il meno invasivo tonneau. Lo storico è importante per la propria identità: rappresenta la nostra storia, le nostre scelte di vigna e di cantina, ti dà la prova che stai andando nella direzione giusta oppure segnala che devi aggiustare il tiro. Ancora non lo possiamo considerare un investimento commerciale, ma ci auguriamo lo diventi presto, appena ne avremo le forze».

In Italia

Comitato Conegliano e Valdobbiadene: gli intenti in un Manifesto

Nata un anno fa, l’associazione ha messo per iscritto gli impegni di […]

Leggi tutto

Ricordo di Ampelio Bucci, maestro del Verdicchio dei Castelli di Jesi

Il produttore marchigiano si è spento il 21 agosto all’età di 89 […]

Leggi tutto

Alla Gorgona 10 anni dopo, dove il vino profuma di riscatto

Sull’isola-penitenziario dell’arcipelago Toscano (che è “colonia penale agricola” dal 1869) abbiamo assaggiato […]

Leggi tutto

WOW! The Italian Wine Competition 2025: le 239 medaglie d’oro

Vi sveliamo in anteprima i campioni assoluti dell’ottava edizione del nostro contest […]

Leggi tutto

La prova del tempo della Riserva Lunelli in verticale dal 2004 ad oggi

Lo chef de cave Cyril René Brun e il presidente di Ferrari […]

Leggi tutto

L’enotecnico non è più figlio di un dio minore

Il 6 giugno è stata pubblicata la legge che riconosce l’anno di […]

Leggi tutto

Strategie per affrontare il presente: (2): la parola agli operatori intervenuti a VinoVip al Forte

Durante la terza edizione del summit in Versilia, abbiamo intervistato una decina […]

Leggi tutto

Con GA.RY Tedeschi esce dalla sua comfort zone

La Cantina della Valpolicella lancia sul mercato per la prima volta un […]

Leggi tutto

Il Lambrusco (ri)scommette sulla leggerezza

Dopo Matera e Parigi, il terzo World Lambrusco Day organizzato dal Consorzio […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati