In Italia

In Italia

Tenuta San Guido: un Pauillac nel Livornese

6 Giugno 2012 Roger Sesto
Annate storiche di vini mitici (15): Toscana II parte «Quali sono i segreti del Sassicaia?», esclama Sebastiano Rosa, direttore commerciale di Tenuta San Guido. «Semplice: i vitigni impiegati, Cabernet Sauvignon con una frazione di Franc, e il terreno. I Cabernet per loro natura sono uve che se ben coltivate danno vini capaci di esprimere tutto il loro potenziale solo dopo diversi anni di affinamento». SASSICAIA - Spiega Sebastiano Rosa: «Sulle colline di Bolgheri, dove nasce il Sassicaia, esiste un terroir perfetto per la produzione di grandi vini da invecchiamento; abbiamo suoli di natura simile a quelli di Pauillac, nel Bordolese: da qui l’idea di Mario Incisa della Rocchetta (padre di Nicolò, ndr) di compiere la rivoluzione, lasciando perdere il Sangiovese e adoperando i più adatti (per la zona) vitigni bordolesi. La prima annata ufficiale del Sassicaia fu la 1968, ma il vino pareva inizialmente duro e acido. Con due anni di maturazione in barrique si notò subito una grande capacità evolutiva. Azzeccata la ricetta, grazie anche alla consulenza di Giacomo Tachis, non si pensò mai di modificarla. Ecco, in tutto ciò risiede la grande capacità d’invecchiamento di questo vino, famoso per la sua eleganza e longevità, che può arrivare tranquillamente a 30-40 anni di vita. Attualmente gli ettari in produzione da cui scaturisce il Sassicaia sono 72, da vigne vecchie di almeno 30 anni». Chiediamo come gestiscano l’archivio storico di vecchie annate. Risponde: «Ogni anno accantoniamo almeno il 5% della produzione, ossia 5.000-10.000 bottiglie. Sia per alimentare la nostra biblioteca interna, sia per organizzare eventi e verticali, sia per soddisfare le richieste di enoteche, ristoranti e clienti importanti, soprattutto esteri, interessati all’acquisto di vecchie annate. In questo modo tra l’altro non facciamo altro che comunicare il valore del nostro terroir e del nostro vino». Chiediamo di raccontarci di qualche annata ancora oggi capace di regalare emozioni forti. Ed esaudisce così la nostra richiesta: «La 1968 e la 1970 sono due millesimi tuttora in grado di offrire frutto, piacevolezza e bevibilità. Come non citare la mitica 1985, giovane ancora oggi. Degli anni Novanta, l’annata migliore resta senza dubbio la 1998, ancora in crescita. Ma eccezionale è stata pure la 2004, oltre alle più recenti e ancora in divenire 2006, 2007 e 2008».

In Italia

Vini di Montagna (11): la Val di Non

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

Cadgal, l’altra faccia del Moscato d’Asti

Alessandro Varagnolo, che guida la Cantina piemontese dal 2023, mira a dare […]

Leggi tutto

VinoVip al Forte: alla 3^ edizione del summit riflettori puntati sui grandi bianchi e sui giovani

La biennale “marittima” di Civiltà del bere si è svolta l’8-9 giugno […]

Leggi tutto

9 Morellino del Cuore + 1 di vecchia annata

I 10 campioni di Tenuta Agostinetto, Poggioargentiera, Cantina Vignaioli del Morellino di […]

Leggi tutto

La linea Ritratti di La-Vis si rinnova

Rinasce la storica gamma della Cantina trentina che comprende Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer, […]

Leggi tutto

Monteverro all’Enoluogo: il grand vin bordolese-mediterraneo sfida il tempo

Il salotto milanese di Civiltà del bere ha ospitato una verticale di […]

Leggi tutto

Il futuro del Cannonau è giovane

Non solo rosso, ma anche spumante, rosato, passito e liquoroso. È quanto […]

Leggi tutto

Breve giro in Calabria, tra pionieri ed emergenti

Durante il Vinitaly abbiamo incontrato cinque imprenditori, dalle storie molto diverse, che […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati