In Italia

In Italia

Marchesi di Grésy: l’equilibrio

15 Luglio 2009 Roger Sesto
Marchesi di Grésy è tra le realtà più rappresentative del Barbaresco. Martinenga, il cru più pregiato della Cantina, con i suoi 12 ettari a corpo unico vitati a Nebbiolo da Barbaresco, è tra i più interessanti della zona, come ci spiega l’enologo Marco Dotta. Grazie alla particolare conformazione del terreno che ospita la vigna, uno splendido anfiteatro naturale, i vini che ne scaturiscono sono dotati di grandissima finezza e stabilità di colore, di freschezza e di una nobile evoluzione dei profumi terziari e delle sensazioni gustative nel tempo. Un sotto cru di Martinenga, 2,30 ettari, verso Asili, è Gaiun, vinificato in purezza a partire dal 1982 e solo nelle annate migliori, un Barbaresco di grande longevità. La prima annata prodotta, il 1982, insieme a 1985, 1989, 1996, 1998, 1999 e 2001 sono state eccezionali, grazie a un andamento climatico molto favorevole per il Nebbiolo e, soprattutto, alle ottime escursioni termiche. I vini ottenuti si sono distinti per un’eccellente struttura, con tannini che si sono evoluti favorevolmente nel tempo, partendo da sensazioni più decise nei primi anni per diventare poi equilibrati e morbidi grazie anche all’affinamento in bottiglia. Tutti vini di grande struttura e longevi. La 1983, 1987 e 1993 sono state annate climaticamente leggermente più difficili a causa della maggiore umidità, che non hanno però impedito di ottenere dei vini di buona ampiezza e armonia. 1990, 1997 e 2000 sono state caratterizzate da un andamento climatico caldo: tannini maturi, acidità leggermente più basse della media e pH lievemente più alti. Il risultato? Vini equilibrati e morbidi sin da giovani, maturi di frutto, dai tannini delicati e armonici, strutturati ma godibili già dai primi anni. Il 2003 è stato un anno molto particolare, soprattutto per il caldo estivo eccezionale, praticamente senza escursioni termiche. Si è giocato sull’anticipo della vendemmia per avere un buon tenore di acidità e macerazioni leggermente più brevi rispetto alla media per poter estrarre solamente i tannini più nobili e maturi. In questo modo si è riusciti a ottenere un Gaiun incredibilmente fresco, capace di invecchiare ma godibile subito. La 1995 è stata un’altra annata particolare, nata dopo una serie di vendemmie complicate come nel 1991, 1992 e 1994. Grazie a un andamento climatico piuttosto freddo, corpo, acidità e struttura tannica risultavano molto spigolosi, con la necessità di un lungo affinamento sia in legno sia in vetro. Solo oggi, a 12-14 anni dalla vendemmia, il vino può dirsi equilibrato.

In Italia

La mappa geoviticola di Montalcino racconta in modo scientifico un territorio

Il Consorzio del Brunello presenta una carta per un’analisi complessa e oggettiva […]

Leggi tutto

Bellone Lab: l’autoctono laziale ripianta il suo futuro

A Cori la prima tavola rotonda dei produttori del vitigno bianco tipico […]

Leggi tutto

Somm is the future. Un progetto che mette al centro il sommelier

L’iniziativa, ideata da Paolo Porfidio, si propone come un movimento libero e […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati