Pinot nero 100%
Le colline dell’Oltrepò si trovano al 45° parallelo, la linea magica che attraversa i grandi vigneti del mondo. Suoli argillosi e calcareo-tufacei, altitudine tra i 160 e i 200 metri, esposizione sud-est e ventilazione costante. L’età media delle piante supera i 20 anni con 5.000 ceppi per ettaro e allevamento a Guyot. Dal 1993 tutti i vigneti aziendali vengono gestiti con inerbimento permanente. Raccolta a metà agosto, vinificazione in bianco con pressatura soffice dell’uva intera e ottenimento del mosto fiore, fermentazione in vasche d’acciaio a 15-16 °C. con successivo affinamento in acciaio prima della preparazione della cuvée. Rifermentazione sui lieviti in bottiglia di almeno 33 mesi prima del remuage. Dopo il degorgement almeno altri 6 mesi in bottiglia.
Il nuovo spumante della famiglia Boatti ha debuttato all’ultima edizione del Merano Wine Festival insieme al supercorto “Future is our Heritage”, diretto da Carlo Guttadauro. È il punto di arrivo di un percorso lungo e meditato, nato dal desiderio di esplorare il Pinot nero nella sua espressione più autentica e identitaria. «È un progetto a cui teniamo molto perché racchiude la nostra idea di Pinot Nero: pulizia, eleganza, identità territoriale» raccontano Carla, Laura e Pierangelo Boatti. «È un Metodo Classico che parla del nostro modo di lavorare e del nostro modo di essere. In questo vino c’è il rispetto del tempo, della materia e dell’equilibrio tra tradizione e sperimentazione». Giallo paglierino dal perlage fine e persistente, bouquet articolato che spazia dal panbrioche ai fiori bianchi, con sfumature di cedro, miele di tiglio, tabacco biondo e cannella. In bocca si rivela cremoso, sapido, minerale, con un sorso ampio e persistente che chiude con piacevoli ricordi fumé. La produzione si aggira sulle 10.000 bottiglie e in etichetta c’è la firma dello chef de cave Pierangelo Boatti.