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Vini nuovi e viti vecchie: il futuro nel passato

16 Marzo 2011 Andrea Gabbrielli
Ha un senso occuparsi di vecchi vigneti o di singoli ceppi riusciti a resistere alla fillossera e alla modernizzazione degli impianti? Ebbene sì, salvaguardare l’integrità e la vitalità di queste viti è molto più importante di quanto non sembri a prima vista. «Non solo per la qualità del vino che producono – spiega il prof. Attilio Scienza - ma la ragione principale è che rappresentano un’importante riserva di geni da utilizzare per creare nuovi impianti, con migliori caratteristiche di qualità e di tolleranza ai virus». Studiare attraverso le indagini del DNA le caratteristiche e le variabilità genetiche di queste viti centenarie permette infatti di comprendere i motivi della loro longevità. Da tempo alcune aziende si stanno cimentando proprio su questo terreno. A Valdobbiadene, per esempio, la cantina Ruggeri produce il Prosecco di Valdobbiadene Vecchie Viti ottenuto anche con la presenza di uve Verdiso, Boschera, Bianchetta di 70/100 anni che sono sopravvissute ai cambiamenti degli anni Sessanta. A Sorbo Serpico, la Feudi di San Gregorio cura dei vecchi ceppi – i patriarchi – di epoca prefilloserica che sono riusciti a resistere a malattie spesso letali che hanno elaborato delle forme di resistenza trasmissibili - una sorta di anticorpi – su cui si sta indagando. Nella zona di Taurasi invece sono stati ritrovati alcuni ceppi di Sirica, della presunta età di 150 anni, franche di piede e dall’imponente sviluppo vegetativo e produttivo da cui si ottiene l’omonimo vino. A Montefalco, la Cantina Novelli ora propone il Traibo, prodotto con le uve trebbiano spoletino provenienti dal più bel vigneto maritato all’acero dell’intera valle spoletana, composto da piante prefillosseriche, tra gli 80 e i 100 anni, veri e propri alberi che hanno “vissuto” le due Guerre Mondiali. Ora l’azienda ha deciso di impiantare una sorta di bosco/vigneto con le piante di acero sistemate a distanza di 5 metri sulla fila e di 6 metri tra le file a cui verranno maritate le viti di trebbiano spoletino franche di piede. Insomma vini nuovi e vecchie viti: il futuro, sta nel passato.

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