Federico e Chiara Pellizzari danno voce e corpo al territorio di quest’angolo occidentale della Valpolicella ricevuto in eredità dal nonno Leone. Le loro etichette rappresentano le tante sfumature della stessa eccellenza. L’originalità del Dedicatum, blend di ben 14 varietà, tra cui rari autoctoni come la Negrara
Dal 1996 l’ambizione di Federico Pellizzari e della moglie Chiara Turati è quella di imbottigliare l’identità, i profumi e la vocazione di Marano, uno dei cinque comuni dell’estremità occidentale della Valpolicella. Terre di Leone nasce dalla loro passione dopo anni di sperimentazioni e studi, dalla vigna alla cantina, in a un fazzoletto di terra lasciato in eredità a Federico dal nonno Leone.
Oggi gli ettari gestiti dell’azienda sono 7. I vigneti sono disseminati tra il paese, attorno alla cantina a meno di 400 metri d’altezza con esposizione a est, e la collina, 100 metri più in alto, con un affaccio a ovest che spia il lago di Garda. Le bottiglie prodotte superano le 50 mila ma solo nelle annate più propizie, perché «se le condizioni e la resa in vigna non sono ottimali, alcune delle nostre etichette non vengono realizzate», racconta Chiara. «Ogni nostro vino è per noi l’interpretazione non solo di una vendemmia, di un’annata, ma di qualcosa di più grande, del nostro territorio
L’eccellenza prima di tutto
La filosofia aziendale si respira dalla meticolosa cura rivolta ai vigneti di proprietà, dove alla classica pergola veronese si affianca il Guyot ad alta densità di impianto (circa 7 mila ceppi ettaro), un sistema di allevamento innovativo per la Valpolicella che consente di limitare le rese, al fine di esaltarne la migliore espressione produttiva. La cantina è stata concepita per lavorare con la gravità, strutturando la vinificazione in varie altezze, permettendo di non stressare l’uva.
Le linee aziendali, Re Pazzo (Valpolicella, Valpolicella Ripasso e Amarone) e Terre di Leone (Valpolicella Superiore, Ripasso Superiore e Amarone), sono sfumature della stessa eccellenza, distinte solo per la pazienza dell’attesa.
Dedicatum, omaggio a nonno Leone
Insieme spartiacque concettuale e trait d’union stilistico tra l’eleganza dei primi e la profondità evolutiva dei secondi è l’Igt Dedicatum. «È un vino che parla di Marano. Un omaggio al nonno Leone, che qui aveva piantato un po’ di tutto, e una dedica a tutti quelli che hanno creduto nel nostro progetto un po’ folle».
Nasce da ben 14 varietà, tra le quali anche Teroldego, Marzemino, Rebo, Sangiovese e autoctoni rari, come la Negrara, che crescono su terreni a prevalente composizione tufo basaltica di origine vulcanica terrazzati con muretti a secco. Viene prodotto solo in alcune annate, quando tutte le varietà raggiungono le condizioni ideali. Il blend affina in tonneaux e botti da 10 ettolitri di rovere francese per circa 40 mesi e in bottiglia per altri 8.