In Italia

In Italia

Garofoli: vendesi vecchie annate

2 Marzo 2011 Roger Sesto
La Garofoli di Castelfidardo (Ancona) è un’altra colonna portante della viticoltura marchigiana. Carlo Garofoli ci racconta: «Per tutti gli anni Settanta il Verdicchio è stato prodotto con tecniche viticole che privilegiavano la quantità e con trattamenti enologici di correzione sul prodotto finito. Il vino era così light e poco durevole. Volli provare a produrre una piccola Riserva e nacque il Macrina, tuttora esistente nella bordolese leggera. Nel corso degli anni questa filosofia del Verdicchio base in anfora e Verdicchio Superiore in bottiglia classica prese piede in altre Cantine. Cominciai quindi a proporre a fine anni Ottanta un Macrina Riserva che nel 1991 chiamai Podium, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore, che sarebbe uscito solo in base a tempi decisi da me. Queste due etichette sono oggi i Verdicchio che maturiamo in serbatoio sur lie per oltre un anno, così da ottenere dei prodotti capaci di migliorare nei 10 o 15 anni successivi. E questa nostra predisposizione per i vini strutturati e longevi vale anche per il Rosso Conero. Il Grosso Agontano, Conero Riserva Docg». Chiediamo quali siano i segreti della longevità del Podium e del Grosso Agontano. Ci dice: «Le tecniche viticole sono alla base della durevolezza sia del Podium sia del Conero. Per il Verdicchio i nostri vigneti producono 80-90 quintali di uva per ettaro con un densità di 4 mila ceppi. Il Montepulciano, alla base del Grosso Agontano, proviene da vigne dense 5 mila viti a ettaro, a cordone speronato, che ci rendono 60-70 quintali di uva che, per le nostre zone, è una quantità assai bassa. Di grande importanza è poi la maturità dell’uva, specie del Montepulciano». Cerchiamo di capire quale sia la motivazione che spinge a serbare vecchie annate. Ci dice: «Organizziamo delle verticali. Ma non solo. Riproponiamo in vendita le vecchie annate e stiamo incrementando questa strategia commerciale mettendo da parte sistematicamente quantità di bottiglie». Parlando di annate, cerchiamo di individuare le più speciali. «Per entrambi i vini la 1997, che giudico la migliore in assoluto. Parlando del Podium, altri millesimi entusiasmanti sono l’ottimo 2001, il 2006 e il 2007. Il Grosso Agontano ha dato il meglio di sé nel 1998, 2001, ma anche nel 2003 e 2006».

In Italia

Cinzia Merli è la nuova presidente del Consorzio di tutela Bolgheri e Bolgheri Sassicaia

Passaggio di testimone tutto al femminile per il Consorzio di tutela Bolgheri […]

Leggi tutto

Doc Monreale, la nuova vita del “vigneto di Palermo”

Il disciplinare, in vigore dal gennaio 2024, valorizza gli autoctoni storici Catarratto […]

Leggi tutto

Il ritorno di Fonzone all’Enoluogo. Alla scoperta dei molti volti del Fiano

In soli 20 anni, la Cantina irpina ha conquistato il pubblico e […]

Leggi tutto

Ottavia Vistarino lancia la Réserve des Amis e il Wine Club per gli amici-estimatori

Dalla Casa del Pinot nero in Oltrepò Pavese un nuovo progetto “per […]

Leggi tutto

Addio al principe Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi Altemps, produttore appassionato della Tenuta di Fiorano

L’imprenditore, titolare della proprietà a ridosso dell’Appia Antica dove è nato uno […]

Leggi tutto

Cantina San Michele Appiano: Appius 2021 è figlio di un’annata difficile, ma dal gran potenziale

Presentata la 12^ edizione della celebre cuvée pensata da Hans Terzer e […]

Leggi tutto

Benvenuta Aminta, la nuova tenuta di Andrea Cecchi a Montalcino

Hanno debuttato a Milano i primi due vini, Rosso e Brunello di […]

Leggi tutto

Citra: Caroso 50°, autentica espressione d’Abruzzo

La cooperativa che riunisce 3.000 famiglie di viticoltori del territorio festeggia il […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati