Nella capitale austriaca la bevanda è un’occasione per indugiare seduti ai tavolini di insegne secolari in accompagnamento a una golosa fetta di Sacher torte o di strudel. Ma c’è anche una nuova scena che punta di più sulla qualità della materia prima. I trend e gli indirizzi da provare.
Un certo modo di bere caffè. Meditativo o conviviale, con un libro, un quotidiano (sì, non mancavano in nessuno dei café che abbiamo visitato), un amico. Mai veloce e frugale, la medicina al banco di italica tradizione. A Vienna il caffè è un’istituzione. Serve per prendersi una pausa, sedersi a un tavolino e ordinare un Kleiner Mocca (caffè nero piccolo, con acqua calda a parte su richiesta) o un Melange (simile al nostro cappuccino che del resto nacque proprio qui), mentre il Kapuziner è un caffè con panna. Spesso e volentieri, sono accompagnati da una fetta di una delle torte che affollano le vetrine dei café storici e Sacher – ognuno ha la sua versione, più o meno umida, con la glassa più o meno spessa, e via discorrendo – e strudel non mancano mai.
Meno di 2 milioni di abitanti e 1.400 caffetterie
Il ruolo dei café nella vita dei viennesi non può essere sovrastimato. Come non può esserlo il ruolo della ex capitale dell’Impero Asburgico nella diffusione del caffè in Europa. Entrato sì a Venezia almeno un secolo prima, ma diffuso dopo l’assedio di Vienna del 1685 quando gli Ottomani in fuga ne abbandonarono numerosi sacchi. A Vienna pare che nella stessa occasione sia nato anche il cornetto, o Kipferl, poi diffuso in Francia dall’austriaca Maria Antonietta e divenuto croissant. Insomma, la colazione italiana tradizionale deve molto alla capitale austriaca. E oggi in una città di meno di 2 milioni di abitanti ci sono 1.400 caffetterie di vario genere.
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