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Il mercato dei falsi e delle truffe nel vino

9 Febbraio 2023 Anita Franzon
Il mercato dei falsi e delle truffe nel vino

40.000 bottiglie contraffatte per un valore superiore a 150 milioni di dollari sono state messe sotto sequestro in Cina, dove il mercato dei vini falsi colpisce, in particolare, le più famose etichette della Borgogna e di Bordeaux, ma anche l’australiano Penfolds.

Per approfondimenti: Wine Spectator, The drinks business, Decanter, France Bleu e Vitisphere

“Che si tratti di una bottiglia meticolosamente ricreata, o di un Lafite trasformato in un “LaFake” le frodi nel vino sono piuttosto comuni”, si legge su Wine Spectator. La rivista americana ha preso come riferimento, non a caso, il vino del pregiato Château bordolese Lafite Rothschild, tra i più popolari e contraffatti in Cina

Un problema di sicurezza alimentare

Ma le truffe e i falsi vini sono un affare ancora molto diffuso e piuttosto serio in Cina. Le forze dell’ordine stanno intensificando i controlli come quello che ha permesso di rintracciare le 40.084 bottiglie contraffatte nei magazzini della città di Zhangzhou. Le frodi nel settore enologico non hanno, però, a che vedere solamente con un problema di imitazioni, ma anche di sicurezza alimentare. I vini contraffatti possono, infatti, contenere additivi dannosi, costituendo quindi un potenziale pericolo per la salute dei consumatori. Il sospettato falsario sta attualmente affrontando un’indagine penale (The drinks business).

Bordeaux: condannati i responsabili di un’enorme frode

E proprio nei giorni scorsi a Bordeaux sono stati condannati i responsabili di un’altra enorme frode nel settore del vino, questa volta tutta europea. È una truffa che si ritiene abbia coinvolto milioni di litri di vino spagnolo falsamente spacciato per francese. Le cinque persone condannate dal Tribunal Judiciaire de Bordeaux dovranno sborsare 670.000 euro, oltre a diverse multe singole per un totale di oltre 1 milione di euro. Uno degli imputati dovrà scontre due anni di reclusione e un altro 20 mesi. L’operazione fraudolenta su larga scala è iniziata nel 2014 ed è proseguita fino al 2016. Un portavoce del Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux (CIVB) ha dichiarato a Decanter: «Il CIVB è soddisfatto della condanna dei truffatori che hanno danneggiato l’immagine di Bordeaux e ingannato i consumatori».

“Sanzioni del tutto sproporzionate”

Per la difesa, invece, sarebbero state applicate “sanzioni del tutto sproporzionate”; così riporta il giornale francese France Bleu. Sophie Benayoun, avvocato di uno dei cinque condannati, ha commentato al termine dell’udienza: «Erano semplicemente pedine di un affare molto più grande (…). Non c’è stata una reale volontà di mettere in discussione un intero sistema che avvantaggia chi fa alti profitti». Oltre alle pene detentive, alle multe e alla confisca di beni, i due principali imputati, Jean-Sébastien Laflèche, ex broker, e Michel Gilin, ex venditore, non potranno più esercitare alcuna professione o attività nel settore enologico e del commercio per cinque anni.

Uno schema fraudolento su scala industriale

In effetti, i numeri indicano l’esistenza di uno schema fraudolento su scala industriale; un “record assoluto” secondo la rivista Vitisphere, che si riferisce sia al giro dei vini “francesizzati”, sia alla pena esemplare. L’acquisto del vino in questione è avvenuto in Spagna. Successivamente è stato portato oltre confine in più di 130 camion cisterna, prima di essere imbottigliato ed etichettato come francese, anche come vino da tavola, ma con alcune bottiglie che affermavano erroneamente di provenire dalle denominazioni di Bordeaux.

Foto di apertura: le truffe nel vino sono un fenomeno piuttosto comune © J. Balseiro – Unsplash

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