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Atlante del vino 2021: l’Abruzzo

Atlante del vino 2021: l’Abruzzo

Nella regione dove Montepulciano e Trebbiano la fanno da padroni, Massimo Di Cintio racconta come abbiano preso piede anche le varietà autoctone come Pecorino e Passerina e la tipologia Cerasuolo. Non manca la valorizzazione di microzone in grado di rimarcare sempre più le differenze d’espressione.

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L’Abruzzo del vino nell’ultimo ventennio è profondamente cambiato. È cambiato dal punto di vista qualitativo e ha finalmente mostrato tutto o quasi il valore del rapporto territorio-vitigni-vini di una regione racchiusa tra il mare Adriatico e i massicci del Gran Sasso d’Italia e della Majella in grado di puntare in modo convinto sulla sua identità. Ma l’ha fatto anche con una revisione delle Doc storiche attraverso le sottodenominazioni e ampliando la geografia produttiva con nuove denominazioni, in un sistema adesso capace di esaltare sia i vitigni autoctoni sapientemente recuperati (due tra tutti: il Pecorino e la Passerina), sia tipologie di grande interesse (come il Cerasuolo d’Abruzzo Doc in grande crescita), sia zone e microzone in grado di rimarcare le differenze di espressione delle uve, soprattutto le più diffuse Montepulciano e Trebbiano

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© Riproduzione riservata - 11/07/2021

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