Biologico e biodinamico pari non sono

Biologico e biodinamico pari non sono

Il disegno di legge 998, approvato dal Senato, mette sullo stesso piano biologico e biodinamico nella promozione e sostegno di un’agricoltura ecosostenibile. Subito è scoppiata la polemica. Ma le due pratiche agricole non sono confrontabili; una ha basi scientifiche, l’altra no. Se si è deciso di equipararle è per un motivo esclusivamente politico, su cui ci sarebbe molto da discutere.

Uno dei temi del momento nel mondo del vino, e in quello agroalimentare in senso lato, riguarda l’equiparazione tra agricoltura biologica e biodinamica, proposta da un disegno di legge approvato dal Senato (il ddl 988). La norma è ancora in discussione, e può essere modificata dalla Camera, ma prevede tutta una serie di misure per il sostegno del biologico, tra cui l’istituzione di un tavolo tecnico, di un piano triennale nazionale e, soprattutto, di un fondo per lo sviluppo. Cioè di soldi per sostenere le pratiche colturali bio.

Equiparazione e vantaggi

Il comma 3 dell’articolo 1 recita che, ai fini della legge, “il metodo di agricoltura biodinamica, che prevede l’uso di preparati biodinamici e specifici disciplinari, applicato nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti dell’Unione europea in materia di agricoltura biologica, è equiparato al metodo di agricoltura biologica”. Vale a dire che il biodinamico che adotta anche i criteri del biologico potrà accedere ai finanziamenti e a tutti gli altri benefici previsti dalla legge.

Polemica di casa nostra

La cosa, per riassumerla brevemente, ha scaldato gli animi e innescato la classica polemica all’italiana. Da una parte i fautori di un’agricoltura basata su evidenze scientifiche che hanno gridato allo scandalo, perché il biodinamico si basa su un sacco di begli assunti, anche condivisibili per le finalità che si propone, ma è tutto tranne che un sistema basato sulla scienza. Dalla parte opposta ci sono i sostenitori dell’agricoltura naturale a tutti i costi, quella senza la chimica, come si faceva una volta. In mezzo coloro che cercano di mediare e affermano che, in fondo, il biodinamico, a parte gli aspetti esoterici e antroposofici, è del tutto assimilabile al biologico e che quindi non c’è alcuno scandalo nell’inserirlo nel provvedimento.

Trovare un punto d’incontro?

Sapendo che mi occupo da sempre di divulgazione scientifica e ho anche scritto abbastanza di biologico in passato, qualche amico mi ha chiesto che cosa ne penso. Non è possibile, in fin dei conti, conciliare pensieri contrastanti e mettere d’accordo pragmaticamente le parti tenendo buona la parte del biodinamico realmente efficace e scientificamente dimostrabile?
Sarebbe bello, in effetti, ma un divulgatore scientifico non può farlo. Equiparare biologico e biodinamico è una scelta esclusivamente politica, che con la scienza non ha nulla a che fare.

La posizione della scienza

Il giudizio della scienza “vera” riguardo al biodinamico è noto a tutti e facilmente riscontrabile cercando sul web tra le fonti autorevoli. Qualche esempio? La posizione della senatrice a vita Elena Cattaneo, farmacologa e biologa che ha dedicato la sua attività di ricerca alla malattia di Huntington e allo studio delle cellule staminali. Oppure il documento del gruppo Seta (Scienza e Tecnologie per l’Agricoltura), dell’agosto 2020, che spiega perché i principi fondanti del biodinamico si basino su assunti pseudoscientifici. Documento sottoscritto da tutta una serie di istituzioni, tra cui l’Accademia Nazionale di Agricoltura (ANA) e la Federazione Italiana Scienze della Vita.

L’Accademia Nazionale di Agricoltura

In una sua dichiarazione l’ANA definisce poi l’agricoltura biodinamica “scientificamente inaccettabile, in quanto completamente avulsa dai principi di verifica sperimentale e di ripetibilità del dato come rigorosamente richiesto dalla Scienza. In più l’agricoltura biodinamica è un possibile danno all’etico svolgimento dell’agricoltura tradizionale e dell’agricoltura biologica, costituendo una possibile frode per il consumatore, una fonte di danno economico per il comparto produttivo e un rischio per la salute dei consumatori”.

Il mito di Rudolf Steiner

Scettici riguardo alle posizioni della scienza italiana? Ecco allora il parere di Linda Chalker-Scott, ricercatrice della Washington State University specializzata in Orticoltura. Nel 2013 ha condotto un’approfondita review sulle ricerche condotte per trovare, invano, una base scientifica nei preparati alla base dell’agricoltura biodinamica, arrivando alla conclusione che non hanno alcun effetto concreto e che il valore del metodo risiede nel fatto di applicare i principi del biologico.

Il biologico non nasce dal biodinamico

La sua opinione sul biodinamico, riassunta in questo breve documento, è che le pratiche proposte per la prima volta da Rudolf Steiner sono un mito, un’invenzione, che con il passare del tempo hanno acquisito una serie di metodiche condivise con l’agricoltura biologica. Questa, al contrario di quanto affermano alcuni, non è nata dal biodinamico. Nel 1942, osserva Chalker-Scott, lo studioso britannico Lord Northbourne indicava il biodinamico come uno dei tre possibili approcci a ciò che lui definiva “organic farming”, di fatto coniando la definizione di agricoltura biologica. A quell’epoca vari movimenti di pensiero proponevano un agricoltura più in armonia con la natura; la loro commistione ha portato in seguito a confondere spesso biologico e biodinamico.

Un problema etico

C’è dunque una questione molto seria dietro a questo dibattito che pare di nicchia. Se, per proporre un prodotto come differente e più sano degli altri, facendolo pagare anche di più, un agricoltore adotta procedimenti che non hanno efficacia scientificamente dimostrata, che cosa sta facendo? È una semplice strategia commerciale oppure sta ingannando il consumatore e facendo concorrenza sleale? Quali sono i risvolti etici da tenere in considerazione? Se l’agricoltore decide di adottare la biodinamica va bene, libero di farlo, sarà il consumatore a decretare il suo successo. Ma perché anche finanziarlo con il denaro dei contribuenti?

Gli eccessi della filosofia del naturale

Qui, purtroppo, entriamo in un filone culturale che, partendo dal richiamo al naturale, dal rifiuto preconcetto della chimica e della tecnologia, è sfociato in un largo movimento di cui si vedono oggi i risultati. Per esempio, nel rifiuto di vaccinarsi o di contrastare la Xylella in Puglia, oppure nell’invito a curare le malattie con i cristalli di Bach, l’omeopatia, i guaritori o altre pratiche esoteriche.

Deriva antiscientifica

Vedere che in una legge dello stato si equipara la biodinamica a pratiche agricole come quelle biologiche, di cui esiste ampia validazione scientifica, purtroppo è un colpo al cuore e un chiaro effetto della deriva antiscientifica verso cui si stanno indirizzando ampi strati della nostra società, ora largamente rappresentati in Parlamento.

Quale approccio verso le pseudoscienze?

Quindi un divulgatore come dovrebbe affrontare il tema? Nell’associazione di comunicatori della scienza di cui faccio parte ci siamo più volte confrontati sull’approccio da tenere verso le pseudoscienze. È un problema deontologico molto importante per noi, perché mette in discussione un assunto apparentemente sacro nel giornalismo italiano e, cioè, che le opinioni hanno tutte la stessa dignità e vanno tutte riportate al lettore con eguale enfasi. Ma questa è una trasposizione impropria al campo della ricerca di una regola forse buona per la politica.

Le opinioni non sono tutte autorevoli

Uno dei punti fermi per chi scrive di scienza è che nel dibattito scientifico non esistono pareri tutti egualmente degni di considerazione. Ci sono voci autorevoli e voci non autorevoli e, quindi, la discussione non può essere alla pari. L’opinione del presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli sui vaccini non ha lo stesso valore di quella di Red Ronnie o del nostro enotecaro di fiducia.

Il biodinamico non ha nessuna base scientifica

Nel caso del biodinamico mancano totalmente prove scientifiche dell’efficacia dei metodi che propone. La sua efficacia sta nella parte di biologico che adotta. Da divulgatore scientifico non potrei mai intervistare un fautore del biodinamico e metterlo sullo stesso piano di un docente universitario di Agronomia. Se vogliamo soppesare le varie opinioni sull’equiparazione tra biologico e biodinamico, facciamolo allora con un taglio politico. Ma non chiedetelo a un giornalista scientifico.

Foto di apertura: il cornoletame è utilizzato nell’agricoltura biodinamica descritta da Rudolf Steiner © Live Green Magazine – Pixabay

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© Riproduzione riservata - 11/06/2021

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