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6 SuperTuscan di una SuperToscana. Barbara Tamburini inaugura l’enoluogo

6 SuperTuscan di una SuperToscana. Barbara Tamburini inaugura l’enoluogo

La grande professionalità e il sorriso di Barbara Tamburini hanno inaugurato la stagione degli eventi dell’enoluogo di Civiltà del bere. La spumeggiante enologa toscana ha presentato ieri sera sei SuperTuscan, sei dei suoi gioielli, in quello che è già stato definito “il salotto del vino di Milano”, davanti a una platea selezionatissima composta da giornalisti, enotecari, ristoratori, sommelier, pubblicitari e opinion leader.

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L'enologa toscana con Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del bere

«Barbara Tamburini rappresenta la nuova generazione dei wine maker italiani che crede nell’importanza di fare vini con caratteri riconoscibili, non standardizzati dalla mano dell’enologo», ha esordito Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del bere, presentandola. «Infatti, questa sera, nella conviviale atmosfera dell’enoluogo degusteremo sei diverse espressioni della Toscana».

Barbara Tamburini ha consulenze in 18 Cantine, nella maggior parte dei casi toscane con due eccezioni: l’Umbria e la Valtellina; nel 2007 ha vinto il Premio Veronelli e ha ricevuto la nomination all’Oscar del vino per la categoria “miglior enologo”, ma soprattutto, è profondamente stimata e amata dai produttori con cui lavora, come hanno dimostrato i viticoltori presenti. Forse, oltre che per le sue capacità professionali, anche perché ha scelto un mestiere per lei appassionante, come ha raccontato. «Volevo lavorare a contatto con la natura ed essere libera. Ecco perché ho scelto di studiare enologia. Il mio impegno con tutti i produttori con cui collaboro è fatto di diversi elementi: professionalità, condivisione di filosofie, ideali aziendali che devono conciliare con l’obiettivo di fare vini bevibili, godibili».

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Il sottobicchiere del tasting

Ma veniamo ai veri protagonisti della serata: i vini. La degustazione, condotta seguendo il criterio dell’età, è cominciata con Oglasa, Igt Toscana 2008 della Cantina Cecilia di Lorenzo Signorini ed è proseguita con Le Vespe, Igt Toscana 2007 di Giuliano TiberiIl Mandrione, Igt Maremma Toscana 2007 de La Corsa di Marco Bassetti; Salicaria, Igt Toscana 2006 di Fattoria di Grignano; Renzo, Bolgheri Superiore Doc 2006 di Patrimonio Tringali Casanuova ed è terminata con quello che è stato il primo vino curato da Barbara Tamburini, l’Rennero, Suvereto Val di Cornia Doc 2006 di Gualdo del Re. Si tratta di Cantine localizzate in zone molto differenti fra loro e dove, di conseguenza, il terroir dona già un differente imprinting al vino.

oglasaIniziamo con l’isola d’Elba. Cecilia è una Cantina storica per la realtà isolana con 15 ettari, 9 dei quali vitati. E proprio qui nasce un Syrah in purezza che rappresenta un caso unico, Oglasa, dal nome antico dell’isola di Montecristo. Il Syrah, infatti non si trova così frequentemente in questa terra. Immediatamente alla degustazione ha colpito la grande differenza con i Syrah di Cortona, ad esempio, come ha fatto notare la Tamburini supportata immediatamente dopo dal parere di Ivano Antonini, miglior sommelier d’Italia presente tra gli invitati: «A Cortona il Syrah ha note di sottobosco mentre qui si riconoscono toni iodati dovuti al clima marino e ai suoli minerali».

le vespeDall’Elba alla provincia di Pistoia, sul Montalbano, con la Cantina di Giuliano Tiberi e il suo Le Vespe. «Le Vespe è il nome catastale di una parte della mia cantina oltre che un richiamo ai moltissimi nidi che ci circondano. Per di più il nome è pungente, così come vorremmo fosse il nostro vino!», ha detto Giuliano Tiberi. «Giuliano ha una formazione chimica e anche in vigna ha la stessa precisione», ha detto Barbara. Il blend è fatto solo con uve autoctone: Sangiovese all’85%, Colorino al 15% con tracce di Abròstine e Canaiolo nero; in particolare, l’Abròstine è un antico vitigno del Pistoiese. Il vino gode anche di un altro vantaggio, questa volta di cantina. Sono stati costruiti dei serbatoi di vinificazione più grandi del normale proprio per adeguarsi alla struttura architettonica e, come si sa, la maggior superficie di contatto, arricchisce il vino».

mandrioneVeniamo a Il Mandrione, un vino che, come ha precisato Barbara, ha un profondo legame con il territorio. Siamo a Capalbio, in provincia di Grosseto nei 150 ettari (15 dei quali vitati) dell’azienda La Corsa. Nota di gossip, il proprietario, Marco Bassetti, manager delle telecomunicazioni è il marito di Stefania Craxi. Dal 2001 Barbara segue questa Cantina con quello che considera il suo maestro, Vittorio Fiore. E ci racconta: «Siamo davanti a un Sangiovese in purezza e l’annata 2007 che presentiamo è la prima. Per fare questo vino usiamo per l’80% barrique nuove e per il 20% di secondo passaggio, ma comprate solo da chi conosco bene e so come le ha usate!».

salicariaAlfredo Massetti, amministratore delegato della Fattoria di Grignano, ha portato dalla tenuta a una quindicina di chilometri da Firenze, il suo Salicaria 2006, Merlot al 60% e Sangiovese al 40%. Un vero SuperTuscan insomma olre che un debutto a tutti gli effetti, dato che Vinitaly a parte, quella dell’enoluogo è stata la prima presentazione ufficiale dell’annata 2006. «Prima di andare sul mercato il vino deve riposare 5 anni», ha detto Massetti spiegando anche l’origine del nome, Salicaria, come la pianta dai fiori rossi che nasce nei vigneti, coltivati, per altro, seguendo i dettami dell’agricoltura biologica. Barbara Tamburini, in questo caso, ha dato una svolta importante al carattere del vino: «Quando sono arrivata le proporzioni dei due vitigni che danno vita a Salicaria erano invertite: si faceva con il 60% di Sangiovese e il 40% di Merlot. Sono stata io a insistere per dare la svolta», ci ha detto.

renzoSi cambia completamente musica con il quinto vino in degustazione, Renzo, presentato da Antonino Tringali Casanuova. Siamo a Castagneto Carducci, nella zona del Bolgheri Doc in 4 ettari di vigneto coltivati a Cabernet Sauvignon e Merlot. «Renzo è il diminutivo del nome del mio babbo, Lorenzo», ha spiegato Antonino Tringali, sottolinenando anche come l’arrivo di Barbara in azienda l’abbia messo davanti a delle scelte difficili, che però poi si sono rivelate vincenti, come quella di espiantare il Sangiovese. «Qui il Merlot è raccolto di mattina presto, per non perdere il patrimonio aromatico dell’uva. Il vino sosta 18 mesi in barrique e 2 anni in bottiglia», ha concluso Barbara.

i'renneroE infine, per l’enologa toscana un ritorno alle origini come avevamo già annunciato con l’Rennero, Merlot in purezza di Gualdo del Re. «Il giorno dopo la sua laurea ho detto a Barbara che avrebbe lavorato con noi», ha raccontato Nico Rossi, titolare della cantina della Val di Cornia, proprio di fronte all’Elba. «Prima del mio arrivo questo vino era in blend con il Pinot nero. Poi abbiamo deciso di farlo in purezza. Io, infatti, ero profondamente convinta delle grandi potenzialità del Merlot in questa terra», ha spiegato Barbara.

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La degustazione era riservata a un selezionato gruppo di giornalisti, enotecari, ristoratori, sommelier, pubblicitari e opinion leader

Prima di concludere l’incontro con Nicola Dante Basile, scrittore, già redattore de Il Sole 24 Ore ora freelance che collabora tra gli altri con Panorama Economy ha chiesto informazioni sui prezzi di questi vini. Ed eccoli, franco cantina: Oglasa 11,95 euro, Le Vespe 7,50 euro, Il Mandrione 7,50 euro, Salicaria 15 euro, Renzo 14,50 euro e l’Rennero 20 euro. La serata si è conclusa con un vivace dibattito che, nello stile per cui è stato ideato l’enoluogo di Milano, ha visto la partecipazione della maggior parte degli ospiti (tra i quali Ivano Antonini del Sole di Ranco, miglior sommelier d’Italia, Giovanni Longo, dell’Enoteca omonima a Legnano, Davide Oltolini di Class, Gambero Rosso ed altre testate), i quali si sono sentiti coinvolti in un avvenimento di alto livello, immersi in un’atmosfera intima ed elegante, da salotto privato.

Per informazioni sulla possibilità di organizzare incontri all’enoluogo: Agnese Pellucci, 02.76.11.03.03, pellucci@civiltadelbere.com

L’enoluogo: via Palestrina 12, angolo viale Andrea Doria – Milano, Tel. 02.91.32.44.62, enoluogo@civiltadelbere.com

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© Riproduzione riservata - 25/05/2011

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