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50 anni di storia del vino: Cantina Tramin, il sentiero che conduce ai grandi bianchi di montagna

50 anni di storia del vino: Cantina Tramin, il sentiero che conduce ai grandi bianchi di montagna

Oltre 120 anni di storia per arrivare oggi a riunire 160 famiglie e 260 ettari. Da dimora della Schiava a casa del Gewürztraminer. Il percorso della qualità sotto la guida di Willi Stürz. Il lavoro sullo Chardonnay.

Non c’è persona più adatta a ripercorrere le tappe del successo di questa Cantina cooperativa, la terza più antica dell’Alto Adige, di Willi Stürz, suo enologo e direttore tecnico da 33 anni. «Nelle nostre zone la viticoltura si pratica da oltre 3.000 anni: hanno iniziato i Reti e poi hanno proseguito i Romani, perfezionando le tecniche di coltivazione e vinificazione. Anche nel Medioevo si sa che quest’areale era molto apprezzato per la qualità della sua produzione, mentre in età moderna un contributo importante per il suo sviluppo è stato dato dall’arciduca Giovanni d’Asburgo, che intorno al 1850 ha introdotto i vitigni borgognoni, bordolesi e il Riesling».
Quanto alla storia aziendale, l’apporto fondamentale arriva da un ecclesiastico, Christian Schrott. «Era il parroco di Termeno, ma anche deputato al Parlamento di Vienna. Nel 1898, in un periodo in cui il prezzo dell’uva non era remunerativo, si fece promotore dell’unione di un gruppo di piccoli viticoltori locali per aiutarli a rilanciare e sostenere il loro lavoro. Nel 1971 Tramin si fonde con la Cantina sociale di Egna, ampliando così il numero di vignaioli e i territori di competenza». Oggi sono 160 le famiglie socie, mentre i vigneti occupano una superficie di circa 260 ettari per la maggior parte entro i confini di Termeno, nei comuni limitrofi di Ora, Egna e Montagna, fino a Cortaccia, ai piedi del monte Roen, che appartiene alla catena della Mendola.

La svolta bianchista degli anni Ottanta

La grande ricerca sul vitigno che dà il nome al paese è valsa a Tramin il titolo di “Casa del Gewürztraminer”, ma il focus non è sempre stato sulle uve a bacca bianca. «Fino alla fine degli anni Settanta la produzione di vini rossi risultava predominante, in particolare quella a base di Schiava, che aveva come sbocco i mercati del Nord Europa, a cominciare da Germania e Austria. Ma lo stesso avveniva anche prima, in quanto l’Alto Adige era la zona più a sud del Regno austro-ungarico e di madrelingua tedesca». A partire dagli anni Ottanta si comincia a comprendere il potenziale delle uve a bacca bianca, che beneficiano dell’altitudine e della vicinanza alle montagne, di un terreno di origine dolomitica (calcarea) e di forti escursioni termiche: tutte caratteristiche che permettono ai vini di sviluppare un profilo olfattivo sfaccettato e raffinato.
«Io sono entrato in azienda nel 1991, un momento propizio, quando produrre tanto non era più l’unico obiettivo da perseguire. Lo scandalo del metanolo ebbe tra i suoi effetti quello di far crollare completamente il mercato e questo ha costretto tutti a dover puntare sulla qualità per recuperare la fiducia dei consumatori e proporre un prodotto diverso. All’inizio non è stato facile: io e il mio team abbiamo dovuto convincere il singolo produttore a lavorare diversamente, ad esempio passando dalla pergola al Guyot ed effettuando il diradamento. I nostri agricoltori erano spiazzati perché non producevano neanche la metà di quello che avevano raccolto l’anno prima».
Continua Stürz: «Alla fine però si sono resi conto che la mossa di ridurre la produzione per ceppo e per ettaro ci permetteva di avere un valore aggiunto inestimabile. Tutti hanno capito che avevamo le potenzialità per fare grandi vini. Verso la fine degli anni Novanta abbiamo migliorato anche la vinificazione introducendo una strumentazione migliore, tra cui nuove presse a membrana e alimentazione a caduta. Abbiamo iniziato a tutelare al massimo la materia prima per preservare e valorizzare la qualità interna del grappolo».

Gewürztraminer e Chardonnay di montagna

Questo impegno costante viene ripagato da un’affermazione sempre più ampia, fino alla consacrazione mondiale ottenuta dal Gewürztraminer Epokale, primo bianco italiano a ottenere 100/100 punti nella classifica di Robert Parker’s Wine Advocate; mentre il Gewürztraminer Nussbaumer è tra le poche etichette a poter vantare il titolo dei tre bicchieri del Gambero Rosso per 20 edizioni consecutive.
«Il riconoscimento delle guide e della stampa, come Civiltà del bere, è stato fondamentale per diffondere questo nuovo concetto di qualità. Anche il settore della ristorazione ha contribuito a creare interesse per il prodotto e a spingere il mondo enologico verso la ricerca e la sperimentazione».
Oggi Tramin è sinonimo di grandi bianchi di montagna e tra i suoi fiori all’occhiello c’è la Riserva Troy, creata nel 2015. Willi Stürz ne va molto fiero, perché testimonia l’impegno di valorizzazione portato avanti anche sullo Chardonnay, che ha dimostrato grandi potenzialità legate all’impronta alpina. «È la nostra massima interpretazione di quest’uva nel territorio. Nasce da vigne che hanno in media 30 anni, situate tra i 500 e i 550 metri in località Sella, sul versante orientale del massiccio della Mendola, con pendenze superiori al 30%».

Una rivoluzione Epokale

Tornando al Gewürztraminer, il merito aziendale è stato quello di trasformare una produzione locale eccellente in un bianco dall’appeal internazionale, rivoluzionando il paradigma per tutta la tipologia.
Il riferimento è al premiatissimo Epokale, che dimostra la sua unicità già a partire dall’affinamento: «Lo facciamo maturare al buio per 7 anni nella miniera di Ridanna Monteneve, a oltre 2.000 metri di altitudine, preservando così la freschezza e guadagnando infinitamente in eleganza». Infine, in questo percorso alla ricerca della perfezione del Gewürztraminer è obbligatorio menzionare anche il Nussbaumer, ovvero «la massima espressione dello stile italiano di Gewürztraminer» secondo Willi Stürz, e le due iconiche Vendemmie Tardive Terminum e Roen, emblemi dell’esplosione aromatica che quest’uva è in grado di esprimere.

Foto di apertura: negli anni Ottanta si comprende il potenziale delle uve a bacca bianca, che beneficiano dell’altitudine, della vicinanza alle montagne e dei terreni calcare

CANTINA TRAMIN

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© Riproduzione riservata - 10/11/2024

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