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2013: una vendemmia difficile per lo Champagne

17 Ottobre 2013 Civiltà del bere
Ultime dalla regione viticola più blasonata del mondo: la Champagne. Riportiamo le informazioni pubblicate nei giorni scorsi dal sito Decanter.com, che parla di una vendemmia messa a dura prova dalle precipitazioni, colpevoli di aver in parte marcito l’uva. Come in molte zone della Francia, infatti, la campagna di raccolta 2013 è cominciata in ritardo, ponendo una serie di problemi legati all’abbassamento delle temperature e al conseguente maggiore rischio di piogge. LA QUESTIONE DELLE RESE MASSIME - Il CIVC, il Comitato di tutela dello Champagne, ha fissato a un massimo di 10 mila chilogrammi per ettaro la quantità di uva che ogni singola Cantina può vendemmiare (più 3,1 mila chili a titolo di riserva personale) ma molti produttori si aspettano che la soglia verrà fatta decadere, a causa del difficile andamento stagionale legato a malattie della pianta e maturazioni irregolari, specialmente tra i filari fioriti nel mese di giugno, assai umido. Questa problematica è particolarmente evidente per lo Chardonnay della Côte des Blancs. Qui i rendimenti sono di norma i più alti della regione, ma secondo quanto promette Bruno Paillard, dell’omonima Maison, saranno contenuti tra i 9 e i 10 mila chilogrammi per ettaro. Dominique Dermarville, chef de cave di Veuve Clicquot ha segnalato le stesse  condizioni per la zona di Ay. Inoltre, attacchi di grandine hanno danneggiato l’intera Appellation durante l’estate: secondo l’enologo di Perrier-Jouët, Hervé Deschamps, nella Côte des Blancs le perdite sono pari al 30% del raccolto, con rendimenti intorno ai 9 mila chilogrammi per Avize e Cramant.

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