In Italia In Italia Elena Erlicher

I 12 Nobel del Gruppo Italiano Vini a Milano

I 12 Nobel del Gruppo Italiano Vini a Milano

Dodici vini-icona del Gruppo Italiano Vini, i più premiati dalle guide enologiche, sono stati presentati ieri pomeriggio all’Hotel The Westin Palace di Milano. Li hanno chiamati i Nobel e, per dar loro il lustro che meritano nel panorama enologico del gruppo, li hanno abbinati ad altrettanti straordinari Premi Nobel italiani. Queste etichette nascono in nove cantine, collocate in otto regioni: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Basilicata, Puglia e Sicilia. I Nobel, dopo l’evento d’esordio milanese, saranno protagonisti di una serie di incontri per far conoscere al grande pubblico le punte di diamante dell’azienda. «Si tratta di un progetto speciale, nato e studiato per i nostri vini speciali», dice Roberta Corrà, direttore generale del gruppo. «E si basa su un principio assolutamente oggettivo, perché le etichette selezionate sono state scelte dalle maggiori guide del settore». Ecco dunque i 12 vini, nell’ordine di presentazione, ognuno con il “suo” Premio Nobel.

Rosé del Cristo 2011 Cavicchioli e Dario Fo

Rosé del Cristo, Lambrusco di Sorbara Doc 2011 della Cavicchioli di San Prospero (Modena) è accompagnato dalla citazione di Dario Fo (Nobel per la Letteratura nel 1997): “La vita è una meravigliosa occasione fugace da acciuffare al volo tuffandosi dentro in allegra libertà”. «Un Lambrusco vinificato con Metodo Classico, una vera rarità per questo tipo di vino», dice Sandro Cavicchioli, «e prodotto per la prima volta nel 2003. Nonostante la 2011 sia stata un’annata calda, è fresco e dalla spiccata acidità… il vino del futuro, visti e considerati i cambiamenti climatici in atto».

Frascati Luna Mater 2014 con Franco Modigliani

Luna Mater, Frascati Superiore Riserva Docg 2014 di Fontana Candida nei Castelli Romani è rappresentato da Franco Modigliani (Nobel per l’Economia nel 1985): “Le persone non hanno grandi idee, sono le grandi idee a incontrare le persone”. «È nato nel 2007 con l’idea di fare un bianco importante e longevo senza l’uso del legno», racconta Christian Scrinzi, direttore enologico e di produzione del gruppo, «grazie anche alle tecniche della schiccolatura e del governo alla toscana, per dare al vino maggior ricchezza».

Per Rapitalà Chardonnay Grand Cru 2013 è Quasimodo, Hugonis 2012 Pirandello

Grand Cru, Chardonnay Terre Siciliane Igt 2013 e Hugonis, Cabernet Sauvignon Nero d’Avola Terre Siciliane Igt 2012 di Tenuta Rapitalà ad Alcamo (Trapani) si associano rispettivamente a Salvatore Quasimodo (Nobel per la Letteratura nel 1959): “Ognuno sta solo sul cuor della terra/ trafitto da un raggio di sole:/ ed è subito sera”; e a Luigi Pirandello (Nobel per la Letteratura nel 1934): “È molto più facile essere un eroe che un galantuomo. Eroi si può essere ogni tanto, galantuomini sempre”. «Il primo rappresenta l’incontro tra i miei genitori», dice Laurent de la Gatinais, «il secondo il matrimonio vero e proprio tra la Francia di mio padre e le colline d’Alcamo di mia madre. La priorità di mio padre era la ricerca dell’eleganza e dell’equilibrio tipiche dei vini francesi. Queste due bottiglie sono nate a sua immagine e somiglianza e sono le sole della tenuta a riportare in etichetta lo stemma di famiglia».

Primitivo Artas 2013 Castello Monaci ed Enrico Fermi

Ad Artas, Primitivo Salento Igt 2013 di Castello Monaci in Puglia, dà voce Enrico Fermi (Nobel per la Fisica nel 1938): “Ci sono soltanto due possibili conclusioni: se il risultato conferma le ipotesi, allora hai appena fatto una misura. Se il risultato è contrario alle ipotesi, allora hai fatto una scoperta”. «Siamo stati tra i primi a credere e investire nel Primitivo in Salento», racconta Luigi Seracca Guerrieri, figlio di Vitantonio (l’anima della Cantina) e brand ambassador, «e per Artas utilizziamo solo uve provenienti da vecchi vigneti allevati ad alberello».

Chianti Classico La Selvanella 2011 Melini con Carducci

La Selvanella, Chianti Classico Riserva Docg 2011 di Melini, con Giosuè Carducci (Nobel per la Letteratura nel 1906): “Ai giudizi dei nemici vuolsi avere sempre la debita osservanza”. «Si tratta del primo cru da Sangiovese del Chianti Classico», dice Scrinzi. «È nato nel 1969 e in etichetta portava fin da allora il nome del vigneto».

Nino Negri Fracia 2011 e Sfursat 5 Stelle 2011 con Grazia Deledda ed Ernesto Moneta

Vigneto Fracia, Valtellina Superiore Docg 2011 e 5 Stelle, Sfursat di Valtellina Docg 2011 di Nino Negri, rispettivamente con Grazia Deledda (Nobel per la Letteratura nel 1926): “Le grandi cose si dicono in silenzio”; e con Ernesto Moneta (Nobel per la Pace nel 1907): “Forse non è lontano il giorno in cui, tutti i popoli, dimenticando gli antichi rancori, si riuniranno sotto la bandiera della fraternità universale, e cessando ogni disputa, coltiveranno tra di loro relazioni assolutamente pacifiche, quali il commercio e le attività industriali, stringendo solidi legami. Noi aspettiamo quel giorno”. «Vigneto Fracia nasce dalla prima vigna dell’azienda acquisita nel 1897», racconta l’enologo Casimiro Maule. «Quasi 100 anni dopo abbiamo rinnovato completamente il vigneto. È stata un’opera ciclopica (qui i vigneti sono tutti terrazzati) che ci ha permesso di lavorare con più comodità e avere grappoli meglio esposti alla luce e all’aria e più sani. Lo Sfursat 5 Stelle è nato in un momento di grande crisi per l’enologia valtellinese, nel 1983, ma è stata la nostra rivalsa e ci ha permesso di ottenere nel 2003 il riconoscimento della Docg».

L’Aglianico Re Manfredi 2011 è Montale, Vigneto Serpara 2010 Carlo Rubbia

Re Manfredi, Aglianico del Vulture Doc 2011 e Vigneto Serpara, Aglianico del Vulture Doc 2010 di Re Manfredi in Basilicata, rispettivamente con Eugenio Montale (Nobel per la Letteratura nel 1975): “Io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo”; e con Carlo Rubbia (Nobel per la Fisica nel 1984): “La più grande forma di libertà è quella di potersi domandare da dove veniamo o dove andiamo”. «L’Aglianico per me è un vino che ha bisogno di evolvere nel tempo e che va oltre le mode», dice Scrinzi. «Ha un’acidità importante e sviluppa un grado alcolico contenuto che non è tipico dei vini del Sud, ma per la sua particolarità merita di essere valorizzato e scoperto».

Amarone Bolla Le Origini 2009 e Renato Dulbecco

Le Origini, Amarone della Valpolicella Classico Riserva Doc 2009 di Bolla, con Renato Dulbecco (Nobel per la Medicina nel 1975): “Non bisogna avere paura di sapere, ma sempre ricercare, volere conoscere”. «È nato nel 1996», racconta Scrinzi, «per ricordare il primo Amarone Bolla imbottigliato ed esportato negli Stati Uniti dalla famiglia. Era il 1950 e i nipoti del fondatore della Cantina di Pedemonte in Valpolicella imbottigliarono il vino preferito dal nonno per festeggiare il suo 80° compleanno».

Amarone Proemio 2008 di Santi con Rita Levi Montalcini

Proemio, Amarone della Valpolicella Classico Doc 2008 di Santi, con Rita Levi Montalcini (Nobel per la Medicina nel 1986): “Meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita”. «È uno dei primi vini sui quali ho lavorato dopo il mio ingresso nel gruppo», ricorda Scrinzi. «Già dalla bottiglia si capisce che è un vino particolare: non è nella solita borgognotta tipica dell’Amarone. Ho lavorato per poter valorizzare al meglio l’identità del territorio».

 

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© Riproduzione riservata - 15/10/2015

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