In Italia

In Italia

Podere Forte: etichette d’autore nel Dna

27 Giugno 2012 Roger Sesto
Annate storiche di vini mitici (15): Toscana II parte Boschi, campi, vigneti e oliveti si estendono sui 140 ettari di Podere Forte, Cantina fondata da Pasquale Forte nel 1997, fra le sinuose colline della Val d’Orcia che abbracciano il Monte Amiata a sud di Siena, tra l’Orcia e Montalcino. «Coltiviamo il Sangiovese ad alta densità d’impianto, produciamo internamente i nostri fertilizzanti e il nostro compost, senza ricorrere a concimi chimici, utilizzando la ramaglia di potatura e i legni provenienti dai nostri boschi. In cantina adottiamo la tecnologia più avanzata, al solo scopo d’interpretare e valorizzare al meglio i segnali che ci provengono dalla natura», ci racconta Forte. TERROIR E VIGNE SPERIMENTALI - Prosegue Pasquale Forte: «Abbiamo creato una serie di vigne sperimentali per ottenere i frutti migliori, in alcuni casi non impiegando portainnesti. Da ciò scaturiscono vini più naturali, espressivi del territorio, grazie anche alla profondità raggiunta dalle radici delle nostre viti». Perché avete scelto di produrre solo vini d’autore? «È nel nostro Dna: si voleva dimostrare che anche in Italia è possibile ottenere grandi vini, atti a lunga e virtuosa permanenza in bottiglia. Il loro segreto sta nel conoscere e valorizzare il terroir da cui provengono, con un occhio di riguardo al fattore umano, anch’esso fondamentale lungo tutta la filiera produttiva». PETRUCCI: LE ANNATE MIGLIORI - Seguita il patron: «La nostra filosofia mira ad accantonare circa il 20% della produzione annua di ciascuna etichetta, per poter poi seguire l’evoluzione del vino e avere bottiglie sufficienti per organizzare verticali con giornalisti e attività di comunicazione; ma non trascuriamo anche la commercializzazione dei vini delle annate più vecchie, rimaste a dimora in ambienti ideali. Tra i prodotti più significativi c’è l’Orcia Doc Petrucci, un Sangiovese in purezza. La sua annata storica resta la 2001, da viti ancora molto giovani, che all’assaggio ancora oggi emoziona per la sua integrità, i ricordi di rum, humus, liquirizia, tabacco da pipa. Ottimo anche il 2006, dai sentori di viola, piccoli frutti, rabarbaro, con un equilibrio acido-tannico invidiabile. Ancora in divenire, dai tannini dolci e masticabili, con finale sapido e minerale il 2007. Infine il 2008: figlio di un’annata difficile, ne stiamo però monitorando l’intrigante evoluzione».

In Italia

Gabe Tenute, nuova voce di carattere nel cuore del Conegliano Valdobbiadene

Un progetto recente (la fondazione risale al 2024) ma già ben avviato, […]

Leggi tutto

Doc Monreale: per i produttori il vitigno su cui puntare è il Catarratto

La tendenza va in particolare verso i biotipi Lucido ed Extra Lucido, […]

Leggi tutto

Paternoster, per i 100 anni arriva Barone Rotondo

L’azienda del Vulture, di proprietà della famiglia Tommasi, festeggia un secolo di […]

Leggi tutto

Addio a Luigi Cataldi Madonna, il professore e filosofo del vino abruzzese

Grande promotore delle varietà autoctone regionali, che ha contribuito a rilanciare, il […]

Leggi tutto

Cinzia Merli è la nuova presidente del Consorzio di tutela Bolgheri e Bolgheri Sassicaia

Passaggio di testimone tutto al femminile per il Consorzio di tutela Bolgheri […]

Leggi tutto

Doc Monreale, la nuova vita del “vigneto di Palermo”

Il disciplinare, in vigore dal gennaio 2024, valorizza gli autoctoni storici Catarratto […]

Leggi tutto

Il ritorno di Fonzone all’Enoluogo. Alla scoperta dei molti volti del Fiano

In soli 20 anni, la Cantina irpina ha conquistato il pubblico e […]

Leggi tutto

Ottavia Vistarino lancia la Réserve des Amis e il Wine Club per gli amici-estimatori

Dalla Casa del Pinot nero in Oltrepò Pavese un nuovo progetto “per […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati