Melone mantovano, una fetta d’estate

Melone mantovano, una fetta d’estate

Il melone profuma d’estate. Ricorda i pic-nic e le cene improvvisate con piatti freddi, magari sul terrazzo di casa, per stare in compagnia nelle serate dei mesi più caldi dell’anno, quando la luce si spegne con molta lentezza all’orizzonte. Immancabilmente, in questi casi, il miglior compagno del melone è il prosciutto crudo, matrimonio molto amato dagli italiani, perfetto per un pranzetto veloce e salutare. In estate questo frutto è un alleato prezioso, perché contiene molto potassio (minerale che si perde con la sudorazione) ed è una fonte notevole di fibre e di vitamina C.

Un frutto antico

Il nome scientifico del melone è Cucumis melo e le sue origini dovrebbero essere africane, se non persiane. Lo si conosce sin dall’epoca romana. Forse in pochi sanno che oggigiorno esistono decina e decine di varietà di meloni e che in media ogni 4-5 anni si rinnovano. Un vero rompicapo se si vuole risalire alle migliori, anche perché l’aspetto del frutto può essere a buccia liscia o retata, con lievi rilievi, ma anche retata con l’incisura della fetta da un polo all’altro del frutto. E poi c’è il melone invernale, dalla buccia gialla o verde scuro e polpa bianca, tipico del Sud Italia.

Il Melone Mantovano è l’unico Igp

La zona di Mantova è la più nota per le produzioni del frutto ed infatti il melone mantovano ha avuto il riconoscimento Igp, unico nel suo genere. L’areale produttivo originario comprendeva tre comuni: Viadana, Sermide e Rodigo. Esiste un documento risalente al 1479 di una visita del Cardinale  Francesco Gonzaga a Sermide, alla Chiesa di Santa Croce appena costruita, per benedire la chiesa e i suoi meloni. Anche Viadana ha un legame antico col frutto, che viene nominato in un documento del 1529, in riferimento alla sua bontà. Esiste addirittura una varietà che ha preso il nome della città. Nell’Igp l’areale si è poi esteso a numerosi altri comuni delle province di Bologna, Cremona, Ferrara e Modena.

Il terreno è fondamentale

Ciò che conta, a detta degli stessi agricoltori, è il tipo di terreno, che deve essere argilloso. Se si notano colture su terreni color cioccolato si ha già una certa sicurezza sul prodotto. Lontano dai campi si può far riferimento al grado zuccherino del frutto: più è alto e più vale. Qualche produttore lo indica in etichetta e a parte questo non è detto che maggior profumo corrisponda a gusto migliore e viceversa.Il Consorzio di tutela del Melone mantovano nel disciplinare di produzione fa riferimento a tre tipologie supercollaudate: Honey moon per il melone liscio, Harper per il retato e Supermarket per il retato con incisura della fetta. Si tratta di riferimento, ossia valgono altre varietà che assomigliano alle tipologie citate.

Le varietà antiche meritano l’assaggio

Le varietà antiche erano meno dolci ma molto profumate e un pochino piccanti. Sono state abbandonate perché la loro vita era brevissima: andavano mangiate entro poche ore dalla raccolta. Per le loro caratteristiche però si possono gustare a tutto pasto anche in piatti salati, per questo alcuni produttori hanno deciso di ripristinarle. I semi sono stati forniti da vecchi agricoltori ma anche dalla banca del seme del Cra  di Montanaso Lombardo (Lodi), Unità di Ricerca per l’Orticoltura della Regione Lombardia. A giugno e a luglio questi pionieri meritevoli forniscono i prodotti ai ristoranti per incontri gastronomici con menu accattivanti: curiosi e scettici sono invitati.

Gli indirizzi

 Aguzzi Mauro via Ariosto 30 a, Sermide (Mantova) 335.60.87.178

Cavalli Valter, via Case Sparse 10, loc. Valle, Casalmaggiore (Cremona) 338.42.72.431

Azienda agricola Roberto Morini e Rina Pagani, via Feniletto 1, Viadana (Mantova) 0375.780252   348.45.05.101

Azienda agricola biologica Camuna di Rigon Simone, strada Senga 27 b, Campitello (Mantova) 0376.92.53.57 – 377.18.61.210

Ristorante Nizzoli, via Garibaldi 8, Villastrada (Mantova) 0375.83.80.66

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© Riproduzione riservata - 02/07/2017

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