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Piedirosso protagonista del Progetto Pompei di Mastroberardino

6 Novembre 2019 Roger Sesto
Piedirosso protagonista del Progetto Pompei di Mastroberardino

Fra gli autoctoni campani del Progetto Pompei, iniziativa di interesse storico e viticolo fortemente voluta da Mastroberardino, c’è l’antico vitigno Piedirosso.

Da un’idea nata a fine anni Ottanta, il Progetto Pompei dall’azienda Mastroberardino di Atripalda (Avellino) si concretizza in un programma di ricerca sui metodi e sulle tecniche di viticoltura e vinificazione nell’antica Pompei, e sulla riproduzione di alcune delle fasi salienti di tale sistema sul piano sperimentale. Un’iniziativa di interesse storico e viticolo, dove i vitigni locali più antichi rivestono un ruolo di primo piano.

Il carattere del Piedirosso

Fra questi c’è il Piedirosso, varietà dalle antiche origini che deve il suo nome alla rutilante colorazione che prendono rachide e pedicello al momento della maturazione delle uve (piuttosto precoce). In purezza, rispetto all’Aglianico dà vini meno concentrati, più morbidi e delicati, dai tannini meno serrati e duri, con acidità più contenuta.

Piero Mastroberardino con la moglie Tiziana e le figlie Camilla e Serena

Il Progetto Villa dei Misteri

Nel 1996 la Soprintendenza Archeologica di Pompei ha incaricato Mastroberardino di guidare il Progetto Villa dei Misteri (con il sostegno della Presidenza italiana) per la reintroduzione della viticoltura nell’antica città di Pompei, inesistente nella zona dall’eruzione del Vesuvio più di 2.000 anni fa. Sono cinque i principali appezzamenti gestiti da Mastroberardino, tra cui l’Osteria del Gladiatore, che si trovano nella zona periferica dell’antica Pompei, in particolare nella parte sud-est della città, vicino all’anfiteatro e alla palestra. Le rovine accanto al vigneto dell’Osteria del Gladiatore era un edificio privato con due forni, dove gli antichi abitanti consumavano pranzi e cene.

Progetto Pompei Mastroberardino
L’Osteria del Gladiatore, fra gli appezzamenti gestiti da Mastroberardino nel Progetto Pompei

Un vino messaggero di cultura

Il rosso prodotto dai vigneti pompeiani si chiama Villa dei Misteri. Sottolinea Piero Mastroberardino: «Questo vino è messaggero della nostra antica cultura e tradizione. Nel settembre 1999, dopo tre anni di sperimentazioni, si è svolta la sua prima vendemmia. Decidiamo di puntare su Piedirosso (85%) e Sciascinoso. Nel corso del 2007 l’area del Progetto viene ampliata e si opta per l’alberello, perfetto per l’Aglianico. Quest’ultimo viene inserito nel blend dal 2011, giungendo al seguente uvaggio: Piedirosso (40%), Aglianico (40%), Sciascinoso (20%)».

La bottiglia del Villa dei Misteri

L’attuale Villa dei Misteri, Pompeiano Rosso Igt 2012 offre un profilo olfattivo fine e complesso, dai ricordi di prugne, more, marasche, tabacco, liquirizia, vaniglia, erbe officinali, pepe, chiodi di garofano; il palato è denso, morbido, sapido e di eccezionale armonia.

In foto: Villa Regina a Pompei

Per conoscere gli altri autoctoni della Campania clicca qui. L’articolo sui vitigni autoctoni campani prosegue su Civiltà del bere 5/2019. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

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