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Il Trebbiano spoletino ama gli spiriti creativi

31 Luglio 2019 Roger Sesto
Il Trebbiano spoletino ama gli spiriti creativi

Tenuta Bellafonte di Bevagna (Perugia) è tra le portabandiera dell’ormai riaffermato Trebbiano spoletino, vitigno strettamente umbro, che ha trovato nel comprensorio di Spoleto il suo terroir d’elezione.

Si tratta di una varietà molto duttile, grazie alla sua spiccata acidità; mostra buona resistenza alle malattie fungine e matura tardivamente. Ma non ci si faccia trarre in inganno dal nome: svariati studi genetici, hanno infatti evidenziato la poca familiarità con gli altri Trebbiano. «Nel 2013, dopo diverse degustazioni di questo vino, che ho trovato entusiasmante», dice il proprietario Peter Heilbron, «ho deciso di testarlo, facendolo macerare sulle bucce, evitando però le ossidazioni e la poca eleganza di molti esemplari ottenuti con questo procedimento».

Un grappolo di Trebbiano Spoletino

Arnèto e Sperella, le due declinazioni di Bellafonte

Nasce così l’Arnèto, con macerazione prefermentativa a freddo per alcuni giorni, a cui seguono fermentazione alcolica e malolattica spontanee. L’affinamento si svolge in botti da 50 hl, sui propri lieviti per 6 mesi; seguono un imbottigliamento senza filtrazione e 8 mesi di maturazione in vetro. Proprio per dimostrare la versatilità di questa bacca, dal 2018 nasce Sperella, dal più semplice protocollo enologico che porta a risultati organoletticamente più immediati.

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