In Italia

In Italia

Gini: tradizione di famiglia

15 Gennaio 2010 Roger Sesto
Gini è tra i produttori di riferimento dei Soave di Monteforte d’Alpone, in provincia di Verona. I suoi cru sanno sfidare i decenni. Il La Froscà con il suo nitore organolettico e il Contrada Salvarenza – da vigne vecchie – con la sua opulenza hanno contribuito a far la storia della denominazione. Claudio Gini, patron della Cantina con il fratello enologo Sandro, ci racconta un aneddoto illuminante in tema di longevità: «Ricordo da bambino la collezione di vecchie bottiglie di mio nonno, soprattutto Recioto, che venivano stappate per le grandi occasioni. In particolare furono accantonate due casse del 1929; l’ultima bottiglia, vecchia di 37 anni, venne aperta per la mia nascita: di una freschezza e complessità esemplari, mi è stato raccontato. Da qui è cominciata la nostra attenzione a metter via bottiglie di ciascuna annata, per poi degustarle e verificarle nel tempo». Da quando avete iniziato a crearvi una sistematica enoteca? «Dal 1980 furono conservate in cantina diverse decine di bottiglie e Magnum di tutti i nostri vini. Un patrimonio che oggi per noi costituisce un grande bagaglio culturale: ci aiuta a capire il potenziale di ogni vigneto e la bontà delle pratiche di cantina, ci permette di trasmettere la nostra storia. Ma soprattutto ci ha dato la conferma che i nostri vini migliorano nel tempo, tanto che sono gli stessi clienti che ci chiedono annate più mature, e noi cerchiamo di accontentarli». Avete un segreto? «L’età delle vigne di Garganega, dai 60 ai 100 anni, e la posizione dei cru, in prevalenza su suoli vulcanici e qualcuno su terreni calcarei. Le vecchie vigne sono di aiuto nelle annate difficili, rendendo i millesimi più omogenei». Qualche annata meritevole di segnalazione? «La 1985, prima annata del Soave Classico Doc La Froscà, senza dubbio. Poi la 1990, anno memorabile, a partire dal quale separammo la vinificazione delle uve da vigne più vecchie per creare il Soave Classico Doc Contrada Salvarenza. Altra vendemmia importante fu la 1995. Particolare il 1997, quando i grappoli vennero intaccati dalla muffa nobile! Buone sia la 1999 che la 2001. Interessanti in divenire la 2004 e la 2006».

In Italia

Verso un nuovo paesaggio culturale: nasce l’osservatorio MetodoContemporaneo

La piattaforma riunisce le Cantine che investono attivamente nella relazione tra arte, […]

Leggi tutto

Vini di Montagna (13): Valle Isarco – seconda parte

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

Diciamo addio a Cesare Pillon, grande giornalista e nostro storico collaboratore

Vero maestro di scrittura e di umanità, sapeva tenere ancorato il lettore […]

Leggi tutto

Vini di Montagna (12): Valle Isarco – prima parte

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

La famiglia Contini Bonacossi festeggia i 100 anni del Carmignano Villa di Capezzana

Una verticale più unica che rara che ha permesso di assaggiare sette […]

Leggi tutto

WOW! The Italian Wine Competition 2025: tutti i vincitori

Le 239 medaglie d’oro, le 324 d’argento e le 128 di bronzo, […]

Leggi tutto

Terre di Pisa, la visione di tre protagonisti impegnati nella crescita della Denominazione

Questa giovane Doc toscana può contare su un piccolo gruppo di produttori […]

Leggi tutto

Erbamat e Franciacorta: a che punto siamo?

Compie 15 anni la sperimentazione con questa antica varietà locale, che già […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati