Un recente studio condotto nella regione di Mendoza, in Argentina, indica che le condizioni uniche di crescita della vite e di produzione del vino legate a suolo e clima lasciano sul prodotto finale un’impronta digitale inconfondibile. Al punto che con analisi chimiche è possibile risalire perfino alla parcella di origine dell’uva utilizzata. Ma davvero esiste una prova scientifica del terroir? Gli studiosi ne sono convinti, ma la ricerca ha ancora una lunga strada da percorrere.
Duecentouno vini diversi, ottenuti da altrettante microvinificazioni di uva Malbec proveniente da 23 vigneti in tre vendemmie successive (2016, 2017, 2018). È questo il numero di campioni su cui un gruppo di ricercatori argentini ha condotto analisi chimiche per individuare, in particolare, i contenuti di antociani e di componenti a basso peso molecolare nel prodotto finale. Le indagini, descritte in un articolo pubblicato su “Nature Scientific Reports”, si sono basate su tecniche di cromatografia liquida e avrebbero, secondo gli studiosi, evidenziato caratteristiche così uniche dei vari vini da consentirne, in modo univoco, l’abbinamento con i vigneti di provenienza. In altre parole, lo studio avrebbe individuato, in modo irrefutabile, la prova scientifica del terroir (leggi anche qui).